CURIOSITÀ CHIERESI – Tre querce che raccontano

Erano novantasei. Erano su due file parallele. Erano giovani querce, messe a dimora nei giorni precedenti domenica 22 aprile 1923. Accanto a ogni quercia venne collocata una targa con inciso il nome di un caduto nella Grande Guerra (1915 – 1918).

In quella domenica alle ore 8,30 si formò presso il cortile del Palazzo della Consolata (per noi oggi ex Ufficio Igiene) un corteo imponente, composto da tutte le scuole e da tutte le Associazioni e intercalato dalle tre bande musicali cittadine. Alle ore 9 il corteo sostò accanto al Municipio per la benedizione della bandiera e dei gagliardetti; alle 9.45 si ricompose dando la precedenza alle Autorità, alle famiglie dei Caduti e ai combattenti, percorse Via Palazzo di Città e Via Vittorio Emanuele II e svoltò in Strada Circonvallazione (per noi oggi Viale Francesco Fasano). Sopra il Ponte del Nuovo era collocato un grande palco per le Autorità. La cronaca ci riporta che ai due fianchi uniti da festoni e adorni di vivaci bandierine tricolori si drizzavano in doppia fila regolare le giovani querce sacre alla memoria dei nostri Caduti. Presso ogni pianta un alunno del nostro R. Liceo-Ginnasio era pronto per scoprire la targa recante il nome del Caduto, alla cui memoria la pianta veniva dedicata; allo squillare delle prime note della Marcia Reale furono scoperte le targhe recanti i cari nomi dei nostri gloriosi eroi. Molte famiglie dei Caduti hanno deposto affettuoso e gentile tributo di fiori presso le piante ricordanti i loro cari.

Chieri aveva così il suo Viale della Rimembranza, cioè il luogo del ricordo e della memoria. E tale rimase sino al 24 giugno 1963, quando venne inaugurato, davanti al cimitero, il Parco della Rimembranza (nel frattempo, l’elenco dei Caduti nella Grande Guerra ha superato il numero di duecento).

Erano novantasei giovani querce. Ne sono rimaste solo tre. Alcune vennero nel tempo sostituite, altre solo eliminate. Le tre querce sono identificabili per la loro circonferenza e maestosità. Se vi capitasse di notarle, mentre passate in Viale Francesco Fasano a lato del rio Tepice, ricordate l’auspicio di quella domenica di cento anni fa: …i loro nomi resteranno accanto a una pianta, che ogni anno col perpetuo ridestarsi primaverile dirà alle nuove generazioni che è dovere nostro far rivivere nelle nostre anime la memoria di coloro che non fecero più ritorno a Chieri.

 Anche tre querce possono essere spunto per raccontare la nostra storia.

P.S. Il 4 novembre di cento anni fa veniva collocata la prima pietra del Monumento ai Caduti in Piazza del Duomo. Ancora una volta mi permetto di chiedere che vengano ripristinate le date mancanti, cancellate le scritte vandaliche, rimossi i nidi di vespe, progettata una degna protezione al Monumento.

 

Roberto Toffanello