CHIERI. SORPRESE DI ARTE E DI STORIA. Il “filo rosso” che unisce il Duomo di Chieri con l’isola di Malta
Nel Duomo di Chieri, la terza cappella (partendo dal transetto) della navata sinistra apparteneva alla famiglia dei conti Balbiano di Colcavagno. Già intitolata a Santa Basilissa, ha poi mutato la dedicazione in quella della Beata Vergine del Carmine. Il suo aspetto attuale, prettamente seicentesco, è dovuto alle attenzioni di Fra Flaminio Balbiano, dell’Ordine dei Cavalieri di Malta, Capitano Generale delle Galere e Gran Priore di Messina. Da Malta, dove risiedeva in virtù delle sue cariche, egli se ne prese costante cura tramite il nipote, il conte Alberico, che tempestava di lettere. Ad una di queste, scritta il 20 dicembre 1662, allegò il disegno della sua pietra tombale perché la facesse realizzare in marmo da un provetto scultore. Oggi quella finissima opera è affissa al pilastro antistante la cappella della quale stiamo parlando. Il che ha convinto molti, fra cui gli storici chieresi G. B. Gioacchino Montù e Bartolomeo Valimberti, che Flaminio Balbiano fosse sepolto qui. Ma non è così. E proprio in questo consistono la sorpresa e il filo rosso che collega Chieri e Malta. Flaminio, infatti, non potendo prevedere se sarebbe morto a Malta o a Chieri, volle che in entrambi i luoghi ci fosse pronta la sua pietra tombale. Mentre, come abbiamo appena visto, incaricava il nipote di far scolpire quella per Chieri, lui stesso ne faceva eseguire un’altra quasi uguale, ma in bronzo, a Malta, dove è tuttora esposta in un corridoio laterale della St. John’s Co-Cathedral de La Valletta, a poca distanza dalla sua tomba: perché Flaminio, nel 1669, non morì a Chieri, come si credeva, ma a Malta, ed è sepolto nella splendida cappella del Corpus Domini della Con-Cattedrale maltese, che aveva fatto superbamente decorare a sue spese.
Antonio Mignozzetti