CHIERI: SORPRESE DI ARTE E DI STORIA. Il campanile del Duomo: con o senza cuspide?

Uno degli appoggi che probabilmente avrebbero dovuto sostenere la cuspide.

Questa settimana la rubrica “Sorprese di Arte e di Storia” invita il lettore di100torri ad uscire dal Duomo e a puntare la sua attenzione sul suo imponente campanile, che svetta sopra i tetti della città quasi in competizione con quello della chiesa di San Domenico. Due campanili, quello di San Domenico e quello del Duomo, che, al di là della differenza di stile, si distinguono al primo sguardo per un particolare: il primo termina in un’alta cuspide, il secondo no. Ma esistono alcuni indizi dai quali si evince che tale differenza non avrebbe dovuto esserci: in altre parole, che anche il campanile del Duomo avrebbe dovuto avere la sua maestosa cuspide. Il primo di tali indizi proviene dal Theatrum Sabaudiae. In questa famosa raccolta di vedute delle principali località piemontesi pubblicata nel 1682 per volere di Carlo Emanuele II di Savoia, la tavola che riproduce la città di Chieri rappresenta il campanile del Duomo con una vistosa cuspide, esattamente come quello di San Domenico. Il che fa supporre che l’autore dell’opera grafica sapesse che, pur non essendo stata ancora costruita, la cuspide era  nei progetti e prima o poi sarebbe stata costruita. Contro tale ipotesi si può obiettare che il Theatrum Sabaudiae non fa testo, perché spesso più che rispecchiare la realtà la idealizza. Ma c’è un secondo indizio molto significativo. Salendo sul campanile, ed osservando l’interno della cella campanaria, colpisce il fatto  che in corrispondenza dei quattro angoli ci siano dei robusti rinforzi in muratura a forma di piramidi rovesciate. Questi rinforzi nella situazione attuale non hanno alcuna funzione. L’avrebbero, invece, e molto importante, se a coronamento del campanile ci fosse la cuspide, perché sarebbero indispensabili per sostenerne il peso. Ha ragione il Theatrum Sabaudiae, perciò, a disegnare il campanile con la cuspide, che effettivamente era nei progetti, anche se per qualche motivo non è stata mai realizzata.

Antonio Mignozzetti