PIEMONTE x CURIOSI. Via XX Settembre, Torino: la storia della fontanella scomparsa
La storia di Via XX Settembre a Torino, dalla sua evoluzione da quattro vie separate alla fontana monumentale del Candelabro
Un tempo, l’attuale Via XX Settembre a Torino era suddivisa in quattro strade diverse: Via della Provvidenza, Via San Maurizio, Via della Rosa Rossa e Via del Seminario. Queste non erano strade contigue, ma formavano angoli e rientranze, tipici del tessuto urbano antico di Torino. Tuttavia, con l’evolversi della città nella seconda metà dell’Ottocento, si assistette a un significativo cambiamento. Torino cominciò a espandersi, dando vita a larghi viali che rimpiazzarono i vecchi vicoli. In questo contesto, anche Via XX Settembre subì una profonda metamorfosi, trasformandosi in una delle arterie principali del centro storico.
La sua importanza crebbe parallelamente ai cambiamenti nella viabilità, con l’introduzione degli omnibus trainati da cavalli, mezzo di trasporto prevalente nel XIX secolo. La prima apparizione di questi autobus risale al 1829 a Londra e furono poi sostituiti da autobus a motore nel XX secolo. Oggi, Via XX Settembre collega Corso Vittorio Emanuele II a Nord con Corso Regina Margherita a Sud, mantenendo il suo storico nome.
Il nome carico di significato storico e le polemiche
La denominazione “XX Settembre” è legata a un evento cruciale nella storia d’Italia: la Presa di Roma del 20 Settembre 1870, che segnò la fine dello Stato Pontificio e l’annessione di Roma al Regno d’Italia. Questa scelta fu influenzata dalla massoneria torinese e suscitò notevoli controversie, soprattutto tra la fazione cattolica conservatrice e quella anticlericale progressista. Il Consiglio Comunale di Torino, nel tentativo di placare le tensioni, promosse l’abbellimento della via con monumenti e installazioni, tra cui la Fontana del Candelabro, posizionata vicino a Via Santa Teresa.
La Fontana del Candelabro
La Fontana del Candelabro, creata da Alfieri Genta e inaugurata nel 1906, non nacque solo per motivi estetici, ma anche per rispondere alla richiesta dei cittadini di avere una fonte d’acqua nelle vicinanze. Sebbene fosse un’opera d’arte, con la sua vasca in granito e ornamenti in ferro battuto, la fontana presentò ben presto problemi pratici. In inverno, ad esempio, l’acqua intorno alla base ghiacciava a causa di pendenze mal calcolate.
Questi inconvenienti divennero oggetto di discussioni al Consiglio Comunale e, infine, nel 1936, di dispose per la rimozione della fontana, per ragioni non del tutto chiare. Si ipotizzò che la rimozione fosse legata al rifacimento di Via Roma o alla necessità di spazio per le linee tranviarie durante la guerra. Dopo la rimozione nel 1936, la fontana sembrò sparire, per poi essere ritrovata cinquant’anni dopo nei magazzini municipali di Corso Appio Claudio.
Marco Sergio Melano