Chieri, Cappella San Filippo. “Bel restauro, ma una scritta fuorviante (da coprire)”
“Caro direttore,
tutti, compreso Centotorri, abbiamo ammirato i risultati del restauro della cappella interna delle convento di San Filippo Neri e ne abbiamo reso merito a chi lo ha voluto e a chi lo ha eseguito. Nessuno, perciò, si offenderà se facciamo notare anche un piccolissimo neo. Abbiamo notato che sulla portina del “tabernacolo” dell’altare, che tutti coloro che hanno una anche minima dimestichezza con la religione cattolica sa che è destinato a conservare l’Eucaristia, cioè le Ostie consacrate durante la Santa Messa, per renderne possibile l’adorazione in qualsiasi momento della giornata e per poter portare la Comunione ai malati che la richiedono, compare invece la scritta latina “Oleum Infirmorum”, cioè “Olio degli Infermi”. Come mai? Possiamo facilmente immaginare il perché. Deve essere accaduto che negli ultimi decenni una qualche chiesa, non sappiamo quale, per qualche motivo sia rimasta priva di un tabernacolo. Qualcuno deve aver comunicato ai responsabili della stessa che nella cappella dell’ex Seminario ed ex convento di San Filippo c’era un altare di marmo praticamente abbandonato con un bel tabernacolo inutilizzato. Perché non servirsi di quello? E così è accaduto che quel tabernacolo sia emigrato altrove. Nel momento in cui si è voluta restaurare la cappella, e quindi anche l’altare, ci si è resi conto che quest’ultimo era senza tabernacolo. Che fare? lo si è sostituito con una di quelle custodie nelle quali si conservavano (e si conservano) gli Oli Santi, giacente inutilizzata da qualche parte e avente le stesse misure del tabernacolo mancante. Se non che, ci si è dimenticati di coprire la scritta “Oleum Infirmorum”. Mentre ci congratuliamo per la sagacia con la quale si è rimediato ad un problema, consigliamo di coprire in qualche modo quella scritta, per evitare che il visitatore digiuno di liturgia cattolica venga tratto in inganno. “
Antonio Mignozzetti