SORPRESE DI ARTE E DI STORIA. CHIERI 1501: PRIMO TRASFERIMENTO DEL CORO DEL DUOMO

Il coro dopo il trasferimento, nella riostruzione ideale dell’architetto Giancarlo Boggio

Abbiamo visto che nel Duomo di Chieri, come in molte altre chiese collegiate e conventuali del Medioevo, il coro si trovava non nell’abside (come oggi è prassi abituale) ma davanti all’altar maggiore, all’inizio della navata centrale. Una collocazione che creava un diaframma fra il Presbiterio, dove si celebrava la Liturgia, e la massa dei fedeli. Per questo fin dal Cinquecento in tutta l’Europa si venne gradualmente affermando la tendenza a trasferirlo almeno dietro l’altar maggiore. Anche il coro della Collegiata (o Duomo) di Chieri conobbe la stessa sorte.

Tale trasformazione incontrò difficoltà di spazi e di costi, che vennero superati grazie alla generosità del nobile chierese Giorgio Bertone, importante funzionario della corte ducale.  La famiglia dei Bertone  costituiva uno dei rami collaterali della consorteria dei Balbo, che fin dal XIV secolo, quando ancora la Collegiata era quella costruita dal vescovo Landolfo, deteneva il patronato sul Presbiterio. Fra il 1501 e il 1516 Giorgio, in cambio della conferma di quel diritto, in accordo con il Capitolo dei Canonici, e in particolare con Enrico Rampart, sindaco della fabbrica della Collegiata, promosse a sue spese una duplice iniziativa: per prima cosa ampliò il Presbiterio, portandolo da una a due campate. Dopo di che, nella prima campata fece sistemare l’altar maggiore, e  nella seconda, alle spalle dell’altare, fece trasferire il coro, con gli stalli addossati alle pareti, dieci per parte. Grazie a ciò, lo sguardo dei fedeli poté abbracciare senza più ostacoli sia l’altare che il coro. Una sistemazione che  rimase invariata fino agli anni Settanta dell’Ottocento,  quando il coro fu oggetto di un ulteriore trasferimento.

Antonio Mignozzetti