Chieri. “Il progetto del Comune per il Distretto del Commercio: più apparenza che sostanza”
Con una lettera alla Regione Piemonte, il Comitato Centro Storico di Chieri interviene nuovamente sul contenuto del progetto che il Comune di Chieri ha redatto e inviato agli stessi uffici regionali per ottenere i finanziamenti previsti per i Distretti del Commercio. Dice il presidente del Comitato, Roberto Pezzini: “Esprimiamo preoccupata riserva sul metodo con cui si è giunti alla stesura del progetto finale da inviare in Regione per partecipare al bando del DUC senza la preventiva ratifica di tutti i componenti il Comitato di gestione del DUC stesso. Come l’anno scorso ritengo che destinare più di un terzo dell’intera spesa finanziabile solo per l’arredo urbano , sia sottrarre impropriamente risorse ad investimenti destinati esclusivamente al commercio di vicinato al fine di garantirne resilienza e sviluppo. Mi riferisco alla opportunità di far nascere piattaforme digitali ( e -commerce) per il solo retail chierese supportate da un logistica condivisa ( ad esempio per la consegna a domicilio dei consumi con priorità per le persone fragili quali anziani e malati). In un epoca ed in un contesto in cui tutte le più importanti istituzioni nazionali ed internazionali investono sulla transizione ambientale e digitale sembra che a Chieri la stessa non debba essere considerata una priorità. Un grande rammarico perché la competitività è grande e di fronte ad un mercato che si trasforma e si innova a Chieri rischiamo l’immobilismo e la progressiva marginalità . Per quanto attiene il tema del Centro Storico , considerato che ad oggi nessuna Amministrazione ha realizzato parcheggi sotterranei più che all’arredo avrei pensato alla istituzione continuativa di servizi di navetta con transfer da parcheggi di assestamento dalla periferia al centro . Un investimento da inserire nel progetto che avrebbe supplito alla difficile viabilità chierese e alla deplorevole mancanza di infrastrutture. Come già accaduto l’anno scorso sembra che a Chieri si badi più alla apparenza che alla sostanza , un vezzo ahimè troppo diffuso della politica italiana.”