La Juventus del ‘corto muso’ può lottare per lo scudetto?
Chi vincerà il prossimo scudetto? Dopo che l’egemonia decennale della Juventus di Agnelli è terminata, diverse squadre si sono avvicendate in vetta alla Serie A, senza mai riuscire a confermarsi negli anni successivi. Nel 2021 fu l’Inter a cucirsi sul petto il tricolore, poi ceduto nel 2022 al Milan. L’anno scorso, a sorpresa, è stato il Napoli a trionfare, dominando il campionato dall’inizio alla fine, ma a quanto pare difficilmente i partenopei potranno ripetersi nella stagione corrente. Gli azzurri hanno già cambiato 2 volte allenatore da quando hanno festeggiato il titolo di campioni d’Italia e l’obiettivo minimo è diventato la qualificazione in Champions League. La formazione che più di tutte può approfittare di questa situazione è la Juventus, che a causa dell’esclusione stabilita dalla UEFA non sta prendendo parte alle coppe europee e di conseguenza non si ritrova con altri impegni al di fuori del campionato.
Dall’estate del 2021 è di nuovo Massimiliano Allegri a guidare i bianconeri. La prima esperienza del tecnico toscano a Torino fu particolarmente fruttifera: dal 2014 al 2019 arrivarono 5 scudetti e 4 Coppe Italia, insieme a 2 Supercoppe; inoltre la “Vecchia Signora” arrivò 2 volte a giocarsi la finale di Champions League. Già allora la Juve veniva criticata per un’impostazione del gioco poco affascinante. Celebre fu lo scontro in diretta tv tra Max Allegri e Lele Adani che dagli studi di Sky lanciò qualche frecciatina nei confronti del mister, che rispose alzando di molto i toni. La musica non è cambiata e ancora oggi si sente parlare di una Juventus da “corto muso”, improntata cioè al raggiungimento del risultato anche se per il rotto della cuffia, conservando magari a lungo un vantaggio minimo.
Per Allegri il calcio non deve essere necessariamente spettacolo. Sarà forse per questo motivo che il tecnico non ha ancora mai allenato in Inghilterra, dove la visione del prodotto pallonaro è ben differente. Per il mister bianconero il calcio è un gioco molto più semplice di quanto lo si voglia far apparire, sta di fatto che la Juve attuale appare più organizzata di quella dell’ultimo biennio, soprattutto in fase di possesso, a dispetto di un organico sulla carta inferiore. Se Max è rimasto in panchina dopo 2 anni senza trofei è proprio perché gli è stato imposto di cambiare volto alla squadra. Un anno fa le mezzali si proiettavano subito in avanti lasciando scoperto il centrocampo, mentre il portatore di palla cercava gli esterni per puntare ai traversoni dalla fascia. Oggi, invece, risulta più facile che i mediani accompagnino gli attaccanti quando c’è da pressare, in modo da rompere la manovra avversaria. La costruzione si è fatta più articolata con alcuni giocatori che cambiano spesso e volentieri di posizione: in particolare, uno degli esterni tende ad andare più dentro al campo per formare una coppia di regia momentanea a fianco al playmaker. Considerando i risultati ottenuti fin qui da questa Juventus, non si può dire che i piani tattici non stiano funzionando.
Se solo Dusan Vlahovic fosse più continuo e prolifico, la Juve sarebbe probabilmente stabile al primo posto in classifica. Nel complesso, comunque, i bianconeri hanno perso ben pochi punti per strada. Le vittorie di “corto muso” non sono mancate: ne sono un esempio i successi per 0-1, 1-0 e di nuovo 0-1 ottenuti rispettivamente contro Milan, Verona e Fiorentina. In occasione dell’ultimo match in casa del Monza, invece, i bianconeri sono riusciti ad acciuffare la vittoria solo verso la fine dei minuti di recupero, una manciata di secondi dopo aver subito il gol del pareggio. A inizio campionato c’era stato da soffrire anche col Lecce, battuto tra le mura amiche sempre per 1-0. Insomma, non si può parlare certo di semplici coincidenze. In qualche frangente la “Vecchia Signora” sarà stata anche fortunata, ma se riesce ogni volta a sfangarla è soprattutto per merito della filosofia calcistica del suo allenatore.
Probabilmente molti calciofili continuano e continueranno a non apprezzare il gioco di Allegri, ma al momento alla Juve basta che sia vincente e null’altro. In casa bianconera non si è abituati a rimanere a secco di trionfi per troppo tempo. Negli ultimi anni il club ne ha passate di cotte e di crude, sia dentro sia fuori dal campo, ma oggi le analisi degli addetti ai lavori così come le scommesse riguardanti la Serie A concordano nell’indicare la Juventus come una delle favorite per la vittoria del campionato, in barba al “corto muso”. E non c’è nemmeno bisogno di intendersi di ippica per capire dove vuole arrivare Allegri questa volta…