CHIERI. SORPRESE DI ARTE E STORIA. Una statua della Madonna dall’iconografia unica (o quasi). A Carmagnola…

Duomo di Chieri. Statua della Madonna delle Grazie (Pietro Botto)

Collegiata di Carmagnola. Statua della Concezione (Michele Enaten)

La statua della Madonna delle Grazie, esposta nella cappella omonima del Duomo di Chieri, è un’opera eseguita nel 1642 dallo scultore Pietro Botto di Savigliano su commissione del Comune: ciò faceva parte, infatti, del voto emesso dalle Autorità Municipali durante l’infuriare della peste del 1630. Non è un’immagine uguale alle altre. Ai due personaggi consueti, Maria e Gesù Bambino, lo scultore ne ha aggiunto un terzo: un Angelo che sorregge il cuscino sul quale la Vergine appoggia il Bambino. È un particolare che rende questa statua, o meglio questo gruppo scultoreo, quasi unico. Sì, è vero, “quasi unico” è un’espressione senza senso: una cosa o è unica o non lo è. Ma ricorrendo ad una specie di “licenza poetica” la usiamo perché, in fondo, un po’ di senso ce l’ha. E ci spieghiamo. Nella Collegiata di Carmagnola c’è un’altra statua della Vergine, questa volta una Immacolata Concezione, che è molto simile a quella di Chieri: anche in questo caso nel sorreggere Gesù Bambino la Vergine è coadiuvata da un Angelo. L’unica differenza è che l’Angelo sostiene Gesù non servendosi di un cuscino ma di un globo (simbolo del globo terrestre). Quindi siamo di fronte a un secondo esemplare della stessa scelta iconografica. Le consideriamo cosa unica perché, in qualche modo, entrambe le statue fanno capo allo stesso artista, Pietro Botto di Savigliano, che quindi è ricorso due volte allo stesso schema compositivo: due le statue, quindi, ma uno e originalissimo lo schema. La statua di Carmagnola, infatti, è stata, sì, eseguita da un altro scultore, il fiammingo Michele Enaten, ma su un disegno di Pietro Botto. Il che non è frutto della fantasia, ma lo hanno rivelato studi recenti. Studi dai quali è anche risultato che quello delle due statue non fu un caso isolato: fra i due artisti ci fu una collaborazione, con influenze reciproche, durata per molti anni.

Antonio Mignozzetti