Attività Fisica Adattata e qualità della vita per chi soffre di diabete
In questo articolo vi illustro sinteticamente come l’Attività Fisica Adattata possa contribuire al migliorare la qualità della vita di soggetti che presentano una patologia organica molto diffusa: il diabete. Il Diabete Mellito trae origine etimologica come per molte altre parole, dal greco “diabaino”, cioè, passare attraverso, e “meli” che significa dolce. Come sosteneva l’igienista Herbert Shelton, questa patologia metabolica è caratterizzata da una persistente instabilità del livello glicemico nel sangue che presenta un’eccessiva quantità di glucosio e si può parlare di iperglicemia quando i valori corrispondono a 180 milligrammi su decilitro (mg/dl) di sangue. Il diabete mellito ha un’eziologia molteplice, conseguente ad un’alterazione dell’azione o della secrezione dell’insulina, che avviene nel pancreas, organo o ghiandola retroperitoneale che produce nella sua funzione endocrina proprio questo ormone e anche il glucagone e la somatostatina attraverso le Isole pancreatiche (o di Langherans). Ci si può ammalare di diabete a prescindere dall’età, da sesso e dallo stile di vita, anche se questo può ridurre la frequenza di insorgenza. I sintomi più comuni che si possono riscontrare quando si contrae questa patologia sono, per il diabete di tipo I, ma anche di tipo II, l’aumento di sete (polidipsia) e fame (polifagia), l’alito acetonemico (caratteristico odore di frutta matura) il calo ponderale e la minzione che diventa frequente (poliuria e minzione imperiosa) durante l’arco della giornata. A questi sintomi, poi, si possono aggiungere la stanchezza, vertigini, disturbi della vista e incomprensibili sbalzi di umore. Dal 1980 sono distinte due tipologie di diabete mellito: il diabete mellito di tipo II non insulino dipendente (Non-Insulin-Dependent-Diabetes-Mellitus, NIDDM) e quello di tipo I o diabete mellito insulino dipendente (Insulin-Dependent-Diabetes-Mellitus, IDDM). Quest’ultimo ha patogenesi autoimmune, fattori genetici correlati e può essere seguita dal Morbillo e l’Epatite, mentre il Diabete di tipo II ha patogenesi familiare non autoimmune. Conosciamo poi la nomenclatura data per distinguere il Diabete contratto in età giovanile e in età senile (DM senile e DM giovanile), che insorge proprio in queste fasce di età e alla responsività dell’insulina (DM insulino dipendente e DM non insulino dipendente)
Due altre forme di Diabete sono state classificate nei vari studi clinici: la MRDM: Malnutrition-Related-Diabetes Mellitus, correlata a malnutrizione e il Diabete Gestazionale, che viene diagnosticata nelle donne in gravidanza, in modo particolare gli studi rivelano che sono più a rischio, tra le altre, le donne in età avanzata, le donne appartenenti a gruppi etnici con rischio elevato per l’insorgenza di diabete (nativi americani, popolazioni ispano-americane, nativi di alcune isole del Pacifico e afro-americani).
I fattori di rischio maggiormente implicati alla manifestazione del diabete sono:
- Ereditarietà
- Sedentarietà
- Obesità
- Età
- Alimentazione
Questi fattori possono essere tenuti sotto controllo per evitare le complicanze croniche, che possono essere rallentate o prevenute attraverso un adeguato stile di vita, il mantenimento di un regime alimentare corretto, e facendo esercizio fisico strutturato.
La persona affetta da diabete dovrà essere seguita da un team multidisciplinare che comprende la presenza del Medico Diabetologo e dell’equipe sanitaria; quindi, anche dello Psicologo (quando non c’è un’aderenza al trattamento) e infine si presenta la necessità di inserire il Chinesiologo, professionista dell’Esercizio Fisico nella prevenzione primaria. L’Attività Fisica Adattata, infatti, diventa fondamentale per prevenire e curare diverse patologie, tra queste troviamo anche il Diabete Mellito. L’attività fisica svolta con regolarità diventa fondamentale, e in modo particolare tutte le attività motorie e sportive aerobiche, e nello specifico di tipo aerobico alattacido dove intendiamo l’esercizio svolto a bassa intensità, su ripetizione ritmica e continua, che coinvolge i gruppi muscolari per un tempo non inferiore ai 10 minuti in presenza di ossigeno e senza la produzione di scorie) dove, come risultato abbiamo un graduale abbassamento della curva glicemica e quindi a una minore insorgenza di crisi ipoglicemiche nei soggetti con Diabete tipo I.
Naturalmente il “movimento” produce effetti benefici sia a livello fisico che a livello psicologico ma attenzione a banalizzare il concetto di “il movimento”: si tratta, in realtà, di effettuare delle sedute di Attività Fisica Adattata in forma costante, in garanzia di protezione e sotto la guida del Chinesiologo che collabora con le figure sanitarie, in primis con il Diabetologo che in questo caso, congiuntamente programmano, organizzano e pianificano le sedute.
Ricordando che il Diabete può provocare deficit vari e portare a patologie correlate, comportando una spesa pubblica anche a carico del Servizio Sanitario Nazionale non indifferente, è auspicabile investire sull’intervento di figure professionali che collaborino nella prevenzione primaria (e secondaria), al fine di modificare i comportamenti e correggere lo stile di vita non solo delle persone affette da diabete, ma della popolazione, nel senso più ampio del termine.
Dott.ssa Roberta Benedetta Casti,
Chinesiologa, specializzata in Attività Fisiche Preventive Adattate, Psicologa. Referente Regione Piemonte CISM, Comitato Italiano Scienze Motorie.