Asti. Settant’anni dal voto alle donne. In Sala Pastrone un tributo alla storia della lunga marcia verso l’emancipazione
Settant’anni fa la nostra Carta Costituente sanciva il voto alle donne. Cominciava così la democrazia italiana. Per ricordare questo importante traguardo si è svolto ieri, in Sala Pastrone, un incontro voluto da ANPI e coordinamento donne CGIL, che ha celebrato la storia delle donne nel nostro Paese e i cambiamenti sociali cui hanno partecipato e di cui sono state protagoniste fino ai nostri giorni. Nei mesi scorsi due istituti scolastici superiori di Asti, il Castigliano e il Quintino Sella, hanno svolto alcuni lavori di ricerca per analizzare la condizione femminile nella società odierna, tra precariato del lavoro, gestione del tempo di cura della famiglia e integrazione con le nuove realtà proposte dall’immigrazione.
Ieri hanno presentato i risultati dei loro sondaggi e ricerche proponendo dei materiali video. Dal mondo della scuola arrivano segnali incoraggianti: sembra che sia gli studenti italiani che quelli stranieri vedano il mondo in modo omogeneo e danno le stesse risposte alle domande sui cambiamenti sociali. La professoressa Laurana Lajolo, filosofa, ha presentato un’interessante relazione sul cammino delle donne dalla Resistenza al presente che viviamo, passando per l’elezione delle prime 21 donne all’Assemblea Costituente ma anche dalle vicende di Franca Viola che ha favorito la promulgazione delle prime leggi sulla violenza sessuale. La Lajolo ha analizzato i passi avanti fatti dalle donne nel costume e nel mondo del lavoro. E dal mondo del lavoro un altro interessante confronto tra Luisa Rasero del coordinamento donne CGIL e Francesca Delaude, segretaria della NIDIL CGIL, cioè del mondo dei contratti atipici. L’erosione dei diritti dei lavoratori visti da due generazioni diverse di donne: dai contratti a tempo indeterminato agli attuali “non contratti” del lavoro “informale”, espressione politically correct del lavoro nero. La democrazia è un lavoro difficile per le donne, ma dall’osservatorio visto in Sala Pastrone, sembra che nessuna voglia rinunciare.
Carmela Pagnotta.