Asti, Passepartout. Il filosofo Fernando Savater: Non abbiamo bisogno di anti-politica ma di buona politica.
Serata in compagnia del filosofo e scrittore spagnolo Fernando Savater quella di ieri a Passepartout. Nel cortile della biblioteca “Giorgio Faletti”, la presidente Roberta Bellesini ha presentato l’intellettuale conosciuto per la sua attività anticonformista e il suo pensiero libertario. Il suo libro più noto, “Etica per un figlio”, è stato tradotto in tutto il mondo. Assistito dall’interprete Maria Mercedes Sanna, Savater ha tenuto una lezione sulla guerra civile spagnola, analizzando le ripercussioni sulla transizione democratica della Spagna e il continuo ritorno nell’attualità della memoria dei fatti distorta e piegata agli interessi delle parti politiche.
“La parola fascista – dice Savater – viene utilizzata ai nostri giorni con molta leggerezza e molto di più da chi il fascismo non lo ha vissuto e subìto. Si sta verificando un fenomeno in cui il rancore, che abbiamo cercato di evitare alla fine della dittatura, con la transizione democratica “dolce”, si ripropone con forza. E’ come se il fantasma dell’immaginario della guerra civile fosse rimasto intrappolato nella memoria condivisa e ogni tanto tornasse a spaventare gli spagnoli”.
La memoria storica viene utilizzata come arma politica per creare consenso. “Penso che questo fantasma – continua Savater – debba finalmente essere espulso dalla scena politica spagnola”.
Alla fine del discorso di Savater, interviene il pubblico con qualche domanda:
– Che cosa pensa dei movimenti populisti?
“Penso che la politica sia imprescindibile. La politica è l’arte di stare tra la gente. Non bisogno confondere però la politica con i politici. Il crescere dei movimenti antipolitici, in Spagna con Podemos, ma anche in Italia, non risolve le cose. Quello di cui abbiamo bisogno è una buona politica”.
– Quali sono i libri che sta leggendo?
“I gusti letterari sono quanto di più privato ci possa essere. Più che leggere in questo momento storileggendo. Ci sono libri che tutti noi abbiamo letto troppo presto. Sto rileggendo Flaubert. Mi piace tornarci sopra per cogliere le sfumature che non ho potuto apprezzare alla prima lettura e per capire meglio quello che mi è sfuggito”.
– Nel suo libro “Etica per un figlio” parla dei principi dell’etica. Quale pensa che sia il più importante da trasmettere ad un figlio?
“Non intendo l’etica come un decalogo o una serie di dogmi. Il principio più importante dell’etica è quello di riflettere sulle motivazioni delle nostre azioni”.
Carmela Pagnotta