Chieri, i ‘perché’ del no all’Ente Fiere: interviene l’esperto
In una recente intervista, l’assessore alle attività economiche del comune di Chieri, Marina Zopegni, aveva ufficializzato la rinuncia della città a costituire un Ente Fiere, dopo avere ottenuto un documentato e autorevole parere da parte di Michele Amerio (Cestem Coworking Sport System con sede a Poirino), chiamato in veste di esperto della materia a indicare vantaggi e svantaggi dell’operazione.
La scelta del Comune ha suscitato una reazione da parte del presidente dell’ascom chierese, Ferdinando Scimone, che si è dichiarato contrario a questa rinuncia, chiamando in causa l’amministrazione.
Il dottor Amerio ha ritenuto di intervenire nella discussione, approfondendo i termini della questione con una sua riflessione personale, che pubblichiamo nei suoi tratti essenziali.
“Non avendo interessi di sorta, ne economici ne di carriera, sull’argomento trattato, ma esclusivamente per cominciare a rivendicare momenti di verità e di serietà nei confronti di troppi che parlano senza sapere ne conoscere bene un argomento, ho sacrificato qualche mia ora di riposo, ma mi sono provato ad approfondire l’argomento. Ho avuto modo di leggere l’articolo pubblicato su ” 100Torri” dal titolo affascinante “Rubatà in vetrina ad Alba…..”e pur non volendo entrare nel merito delle lecite opinioni politiche di ognuno, non posso evitare di manifestarle il mio stupore nel constatare come proprio un importante Rappresentante dell’ASCOM Chierese possa ignorare o comunque non conoscere, così pedestremente, le norme e le leggi vigenti, purtroppo molto chiare e rigide in materia di fiere e mostre commerciali, che trovano nello specifico una elementare e lapidaria descrizione ed unico riferimento nell’art.148 comma 4 del Testo Unico delle Imposte Dirette. Mi pare inoltre molto strano che lo stesso Sig.Ferdinando Scimone non abbia avuto modo egli stesso di documentarsi presso il Centro Studi dell’Ascom Piemonte o direttamente presso il suo Collega di Alba ( che è un componente qualificatissimo e fondamentale della stessa Organizzazione Albese) circa la trasformazione, che ha dovuto subire forzatamente e proprio recentemente, sul piano giuridico, l’Ente Fiera Internazionale di Alba, che ormai di Associazione senza fini di lucro, comunemente intesa ex artt. 14/38 del Codice Civile, non aveva più veramente nessun requisito o caratteristica, sia sul piano oggettivo che soggettivo. Può darsi che la nuovissima “Riforma del Terzo Settore” fortemente voluta dal Governo Renzi ed appena approvata dal Parlamento Italiano, possa individuare nella figura delle “IMPRESE SOCIALI” una nuova possibilità di struttura operativa idonea allo scopo perseguito, ipotizzato o auspicato dal Presidente dell’Ascom Chierese, ma creare oggi un’Associazione no Profit per gestire le Fiere Commerciali di Chieri, continuo a personalmente ritenere che sia una follia, una iniziativa non solo sbagliata sul piano tecnico ed operativo, ma indecente per tutti coloro che, iscritti imprenditorialmente alla C.C.I.A.A. o vari Coordinamenti specialistici di Settore, organizzano professionalmente e continuamente eventi e manifestazioni, pagando regolarmente le tasse ed i contributi previdenziali connessi al loro creare opportunità di nuova occupazione di qualità (…). Proprio l’Ascom che lotta giustamente come “Istituzione di Categoria” da anni contro le Associazioni facili, farlocche e con camuffati fini di lucro, voglia creare oggi un’Associazione no Profit per gestire le Fiere e le Manifestazioni Commerciali e Promozionali del Chierese (ma allora le Pro Loco locali a che tipo di promozione dovrebbero dedicarsi?) è un fatto che mi lascia allibito ed è pur vero che a 68 anni con 50 anni di esperienza ed impegno per il vero Associazionismo, si può ancora pensare di imparare sempre qualcosa di nuovo…… Potrà tale Associazione senza fini di lucro, ma assolutamente democratica e partecipata con una gestione in piena chiarezza e trasparenza, ai sensi del D.Lgs. n.460/97 e della Legge n. 383/200, operare tranquillamente senza che vi siano le condizioni minime per una sua istituzione, un suo riconoscimento ed un affidamento di incarichi ed appalti pubblici per l’operatività, ai sensi del normale buon senso e delle Leggi vigenti, comprese le norme sull’antiriciclaggio, sulla sicurezza L.81/2008 s.m.i. e soprattutto sul Job Act e le nuove normative sul contrasto ai falsi voucer? Ho chiarito all’inizio che non volevo esprimere pareri di strategia né politica né partitica, ed infatti lascio e riconosco al Sig.Ferdinando Scimone il pieno diritto di esprimere liberamente le sue convinzioni, aspirazioni e suggestioni.
La mia pratica quotidiana di difendere Presidenti di vere Associazioni no Profit, che disgraziatamente subiscono accertamenti (mai da intendersi normali controlli o verifiche di routine) e così pesanti sanzioni di cui sono chiamati a risponderne personalmente con i loro beni personali per le obbligazioni assunte in nome e per conto dell’Associazione rappresentata (art.38 C.C.) mi porta a concludere che sarebbe però bene documentarsi tecnicamente sulle vigenti regole fiscali e tributarie, oggi purtroppo ancora in applicazione quotidiana da parte del Ministero dell’Economia, prima di dare in pasto ad un pubblico impreparato, e non troppo a conoscenza di quanto avviene in pratica, suggestioni che sembrano facili ed a portata di mano, ma che soltanto i prossimi decreti attuativi della nuovissima Riforma del Terzo Settore, testé approvata dal Parlamento proprio la scorsa settimana, potranno eventualmente concretizzare o definitivamente affossare le nuove fantasie di ingegneria gestionale associativa, con buona pace anche dei Dirigenti dell’Ascom Chierese.(…)”