PIEMONTE ARTE: RIVOLI, NOVARA, PALAZZO BRICHERASIO, SAVIGLIANO, AOSTA, ALESSANDRIA…
Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo
RIVOLI. MOSTRA “DONNA: AVANGUARDIA DEL FUTURO”
8 – 31 MARZO 2024
Da venerdì 8 marzo p.v. presso la Casa del Conte Verde sarà visitabile la mostra DONNA: AVANGUARDIA DEL FUTURO.
Nella congiuntura “liquida” che stiamo attraversando, caratterizzata dalla incertezza del futuro e dalla crisi, questa ormai datata, delle ideologie e del senso progressivo del cammino dell’umanità, è importante che le artiste e gli artisti non si arrendano e mantengano ben salda la loro posizione di attori sociali attivi, schierandosi a sostegno delle battaglie civili, contribuendo a rafforzarle, donando a queste il loro senso estetico e la capacità di sintetizzare un’emozione.
Per il 2024 ho valutato di evidenziare, in termini di positività, la fondamentale funzione della donna nella nostra società, il contributo che può offrire in termini di tenacia, venendo da un lungo passato di emarginazione e sottovalutazione delle sue immense potenzialità, sensibilità ed intuizione, che mi ha portato a coniare il termine “avanguardia del futuro” , poiché ritengo che proprio le donne possano aiutarci a gettare finalmente lo sguardo in avanti, liberandoci dalle strettoie di un eterno presente, in cui da tempo ci si crogiola con irrisolutezza.
Questo vale per la dimensione sociale nel suo complesso, ma anche per quella artistica, che ci riguarda da vicino ed è l’oggetto prevalente della mostra.
In realtà la donna nell’arte ha assunto un ruolo anche in epoche remote, anche se il percorso cronologico inizia quando effettivamente si può riscontrare un protagonismo femminile constatabile in concreto, cioè dal Quattrocento.
Ma sarà a partire dal Novecento, quando si sarà in presenza di un nuovo assetto sociale, successivo alla Rivoluzione Industriale, che il ruolo della donna in arte diventerà imprescindibile.
Nella fase delle avanguardie storiche si predica la liberazione del corpo e degli istinti erotici e sessuali e si rivendica l’indipendenza della donna, anticipando idee che sarebbero state centrali nei movimenti femministi degli anni Sessanta e Settanta.
Il secondo Novecento viene definito anche il periodo delle “avanguardie normalizzate”, dove il termine non significa neutralizzate nella loro carica di eversione linguistica, ma che le stesse, complice il progresso della tecnologia e delle comunicazioni ed una maggiore consapevolezza culturale, dopo la fase pionieristica delle avanguardie storiche, sono in grado di farsi meglio comprendere.
Il decennio degli anni Settanta, caratterizzato da tensioni e violenze, ma anche da una grande carica sociale e comunitaria, dalla conquista di molti diritti civili, fu un momento importante nella storia dell’arte italiana del XX secolo, poiché la diffusione delle istanze e delle teorie femministe produssero nuova consapevolezza
critica ed autocritica che indusse molte artiste a mettere in discussione il proprio ruolo nella società, denunciando, al pari di molte colleghe europee ed americane, la discriminazione di cui fino ad allora erano state vittime e la difficoltà ad entrare all’interno delle istituzioni artistiche, iniziando spesso a condividere le loro esperienze lavorando in gruppo.
In mostra opere di: Yessica Alessandro, Margherita Bobini, Sarah Bowyer, Marzia Ciliberto, Cikita Zeta (Nadia Zanellato), Virginia Di Nunzio, Hanieh Eshtehardi, Laura Fortin, Nice and The Fox (Francesca Nigra), Okno (Valeriya Shebelnichenko), Agapi Kanellopoulou, Roberta Toscano, Elena Veronica Zambon, Olga Zuno.
A cura di Edoardo Di Mauro Vicedirettore Accademia Albertina di Belle Arti e presidente del Museo d’Arte Urbana di Torino
Allestimento: Arch. Alberto Garino
INAUGURAZIONE venerdì 8 marzo alle ore 17.
Casa del Conte Verde
Via F.lli Piol 8, Rivoli (TO)
Orari da mercoledì a venerdì 16 – 19;
sabato e domenica 10 – 13 / 16 – 19; Lunedì e martedì chiuso
Info Casa del Conte Verde: www.comune.rivoli.to.it – Tel. 011 956 30 20; e-mail: casaconteverde@libero.it
“FUTURA”. UNA SINGOLARE MOSTRA AL BROLETTO DI NOVARA
Sabato 2 marzo ’24, presso il salone Arengo del palazzo del Broletto di Novara, alla presenza di un numerosissimo pubblico (nella foto), è avvenuta l’inaugurazione della mostra collettiva “Futura” (il titolo è tratto da una notissima canzone di Lucio Dalla), promossa dal Centro Culturale “Artenova”. La rassegna è stata organizzata a cura di Eva Boglio, Violetta Viola ed Emilio Mera (responsabile dell’allestimento), con il patrocinio del Comune e della Provincia di Novara ed il sostegno di Terre dell’Alto Piemonte e di Italgrafica Novara. L’iniziativa è inserita nell’importante progetto “Passio 2024” della Nuova Regaldi Ets ed è stata presentata, durante l’inaugurazione, dagli organizzatori, dalle autorità locali, dalla critica d’arte Federica Mingozzi e dal biblista, responsabile del progetto Passio, Don Silvio Barbaglia.
La mostra, di cui diamo in foto alcuni scorci, è allestita nel salone Barbara, più conosciuto come sala dell’Accademia (al piano terra dello stesso palazzo del Broletto). Continuerà fino al 10 marzo ’24 nel seguente orario: dalle ore 10,00 alle 19,00, dal martedì alla domenica, ed è accompagnata da un catalogo di Eva Boglio e Violetta Viola, con testi di Viola, Boglio, Claudia Aurelia Barbaglia, Mingozzi, Silvio Barbaglia e Giorgio Bologna
Il testo della canzone di Dalla, che ha dato appunto il titolo alla mostra, parla di paura per l’avvenire ma anche si speranza, della felice inevitabilità del futuro e della fiducia nel domani. Agli artisti che hanno partecipato alla rassegna (50 con 64 opere di pittura, scultura, fotografia, installazione e testi) à stata proposta una domanda alla quale hanno risposto con le loro opere. La domanda è la seguente: “Sarà un domani in cui la tecnologia sarà capace di svolgere compiti che ritenevamo una prerogativa umana, come leggere un testo, guidare un’automobile e tanto altro ancora. E allora la capacità senza limiti della cosiddetta Intelligenza Artificiale quali scenari apre per il futuro? Dobbiamo averne paura o dobbiamo rallegrarcene?”. I lavori in esposizione mostrano come ciascun artista vede e sente il futuro. Federica Mingozzi nel suo testo scrive che ovviamente ognuno di loro ha cercato di dare una risposta ed ha aggiunto: “Abitualmente si considera il futuro ciò che è collocato nel domani, ma in verità è il tempo dell’essere umano nel presente: desiderare, sperare, progettare sono, non a caso, azioni dell’hic et nunc che però, di necessità, si proiettano in uno spazio e in un tempo altri. Questo cronotopo differito spesso spaventa, perché l’uomo non può essere consapevole di ciò che accadrà; gli artisti di Futura, però, nel percorso hanno avuto la capacità di rendersi disponibili per costruire quella che si può considerare come una sorta di cura (nel significato latino di sollecitudine, preoccupazione) contro la paura di ciò che verrà”. Senza volerci soffermare su singole opere, riteniamo però di esprimere una valutazione complessiva dell’iniziativa, che non può che essere largamente positiva, non solo per l’importante tema trattato e magnificamente svolto, ma anche per il buon livello artistico dei lavori proposti, peraltro rappresentativi di molteplici stili e diverse tecniche esecutive.
Per terminare riteniamo doveroso dare qui di seguito i nomi degli artisti espositori che hanno accettato la sfida di “Futura”: Luigi Abbiati, Emilia Alberganti, Rosanna Angotti, Claudia Aurelia Barbaglia, Claudio Barberis, Giugi Bassani, Rosanna Battaiotto, Monica Bietti, Daniele Bigotta, Eva Boglio, Giorgio Bologna, Paola Borsa, Carla Brandinali, Paolo Carratta, Gianluigi Casiraghi, Vincenzo Castaldo, Gabriele Colombo, Roberto Colombo, Paolo Crotti, Caterina D’Agostino, Marinella Debbia, Danilo Diotallevi, Lorena Festa Bianchet, Teresio Fornara, Bruno Frontini, Cristina Fusetti, Imperia Galedi, Giannina Gobatto, Mojsi Harka, Isabel Hernandez, Francesco Ingignoli, Kamalele (Gabriele Targa), Angelo Lavatelli, Liliana Lozzi, Cate Maggia, Anna Paola Marchitelli, Marco Marroccu, Emilio Mera, Melina Merlino, Monica Monti, Carlo Muscarello, Maria Pelizzaro, Giovanni Perota, Claudia Pinton, Margherita Pomati, Anna Maria Raimo, Eufemia Renzi, Gabriella Vandone, Violetta Viola, Mariagrazia Zanetti.
Enzo De Paoli
PALAZZO BRICHERASIO. SHAPINSIDE. SCULTURE DI RABARAMA
A Palazzo Bricherasio va in mostra la “visione interiore” della scultura
Ha aperto al pubblico lunedì 4 marzo 2024 presso Palazzo Bricherasio, sede istituzionale di Banca Patrimoni Sella & C., la mostra ShapInside. Sculture di Rabarama.
La monografica – curata da Daniela Magnetti, Direttrice Artistica di Banca Patrimoni Sella & C., e realizzata in collaborazione con PhilART, società che promuove l’arte come motore di crescita culturale e inclusione sociale – ospita 14 sculture dell’artista Paola Epifani, in arte Rabarama, che saranno esposte nelle esedre e nelle sale auliche di Palazzo Bricherasio, in via Lagrange 20.
La mostra mette al centro il concetto di dinamismo del movimento – inteso come contrappasso della staticità della materia, che ha bisogno di essere plasmata per trasformarsi – per offrire una nuova visione della scultura, quella interiore, come suggerito anche dal titolo stesso dell’esposizione (il neologismo ShapINside che, se pronunciato sottovoce, produce un effetto di circolarità sonora richiamando il mondo interno della forma).
Grazie alla collaborazione con PhilART, l’esposizione ShapInside. Sculture di Rabarama – visitabile fino al 14 giugno 2024 – conferma l’impegno di Banca Patrimoni Sella & C. nella valorizzazione del patrimonio artistico e nella promozione dei diversi significati sociali, oggettivi e soggettivi, che le opere d’arte sono in grado di suscitare.
SAVIGLIANO. MOSTRA DEDICATA A FRANCESCO CRAVAREZZA
Dal 10 al 24 marzo a palazzo Muratori-Cravetta. In esposizione dipinti e tappeti dello storico primario del Ss. Annunziata
Il Comune di Savigliano e Oasi Giovani Ets organizzano – in collaborazione con il Museo Civico Gipsoteca di Savigliano – un evento espositivo nella splendida cornice di Palazzo Muratori-Cravetta dedicato al compianto professor Francesco Cravarezza, per anni primario di Ginecologia e Ostetricia presso l’Ospedale Ss. Annunziata.
Oltre che un ottimo medico, Cravarezza fu anche un appassionato d’arte ed un artista. Amava infatti dipingere, viaggiare e collezionare antichi tessuti (tappeti e kilim) che conservava nella propria abitazione.
Alla sua morte, Cravarezza decise di donare la collezione di tappeti e kilim al Museo Civico di Savigliano, mentre lasciò i suoi dipinti ad Oasi Giovani, esprimendo la volontà che questi ultimi fossero messi all’asta per sostenere le attività dell’ente benefico.
La mostra, dal titolo “La magia della vita e dei colori. Francesco Cravarezza, medico, pittore, collezionista e filantropo” sarà visitabile dal 10 al 24 marzo. Sabato 9 marzo, alle 17, si terrà l’inaugurazione.
L’asta sarà invece bandita sabato 23 marzo, alle 16.30, nell’area espositiva della mostra.
AOSTA. LA FIGURA FEMMINILE NELL’OPERA DI FELICE CASORATI:
Un incontro per l’8 marzo nell’ambito della mostra al Museo Archeologico Regionale di Aosta
In occasione della Giornata Internazionale della Donna, l’Assessorato Beni e attività culturali, Sistema educativo e Politiche per le relazioni intergenerazionali della Regione autonoma Valle d’Aosta comunica che venerdì 8 marzo 2024, alle ore 17.00, è in programma, nell’ambito della mostra Felice Casorati. Pittura che nasce dall’interno, un incontro al Museo Archeologico Regionale di Aosta dal titolo La figura femminile nell’opera di Felice Casorati.
Introducono l’evento Daria Jorioz, dirigente della Struttura Attività espositive e promozione identità culturale con Alberto Fiz, curatore della mostra.
Alla serata interverranno Lucia Pini, direttrice Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi (Piacenza), Riccardo Passoni, storico dell’arte e dirigente GAM (Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino), Luigi Cavallo e Paolo Repetto, storici dell’arte.
Il viaggio nell’eterno femminino è una costante nella ricerca di Felice Casorati, artista che debutta nel 1907 alla Biennale di Venezia con il ritratto dedicato alla sorella Elvira. La rassegna aostana, con oltre cento opere, permette di ripercorrere la centralità di questa tematica nelle differenti fasi dell’indagine casoratiana a partire da Le ereditiere del 1910 per arrivare sul finire degli anni Dieci all’opera Maria Anna De Lisi (1918), uno dei vertici assoluti della pittura di Casorati. Un’altra variazione sul tema è rappresentata da Le due sorelle del 1921.
Come scrive Daria Jorioz nel catalogo della mostra, in Casorati la figura femminile è “tema principe e fulcro di un percorso artistico che ci ha donato un’eredità luminosa di capolavori assoluti. Basti qui ricordare brani pittorici profondamente evocativi come La donna e l’armatura (1921) o scene di gruppo dall’atmosfera rarefatta e sospesa, e penso ai celeberrimi Meriggio (1923) di cui la rassegna presenta un intenso Bozzetto del 1922 e Concerto (1924)”.
Il tema della maternità è declinato nella mostra di Aosta dall’opera Donne in barca del 1933 che rappresenta anche l’immagine-simbolo dell’intera rassegna. La donna poi è anche l’elemento di passaggio tra il mondo interno (l’atelier) e il mondo esterno, come si evidenzia in Ragazza in collina o Ragazza di Pavarolo del 1937 o in Donna con le carte (su sfondo di campi) del 1954. Nell’ambito della rassegna l’opera Dormiente davanti al Cervino del 1960 affronta con la delicata presenza di una figura femminile distesa su un tappeto rosso davanti al Monte.
In occasione della Giornata Internazionale della Donna l’ingresso alla mostra è GRATUITO per le donne.
Inoltre è gratuito per tutti l’evento organizzato nello stesso giorno al Museo Archeologico Regionale dal titolo “La figura femminile nell’opera di Felice Casorati”.
Orario di apertura: dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18. Chiuso il lunedì.
La mostra sarà aperta al pubblico fino al 7 aprile 2024.
FONDAZIONE AMENDOLA. MOSTRA “PROFILI DI DONNA”
ALESSANDRIA. MOSTRA “GUERRA SENZA ODIO”
Italiani e russi nelle foto e nei disegni del soldato Pasquale Vella
Oltre trecento immagini tra fotografie, disegni e acquarelli che documentano la guerra italiana in Russia. A realizzarle è stato il geniere alessandrino Pasquale Vella del 37° Reggimento di fanteria della divisione Ravenna.
Questo materiale verrà esposto nella mostra “Guerra senza odio. Italiani e russi nelle foto e nei disegni del soldato Pasquale Vella” che viene inaugurata il 6 marzo alle ore 18.00 nella sede della Società di storia, arte e archeologia per le province di Alessandria e Asti a Palazzo Cuttica (ingresso in via Gagliaudo 2 oppure da via Parma 1 attraverso il cortile). Rimarrà aperta al pubblico fino al 30 aprile e si potrà visitare nelle giornate di mercoledì, dalle ore 10.00 alle ore 12.30, e di sabato, dalle ore 15.00 alle ore 18.00 oppure su appuntamento (telefonando al numero 328-7175254).
La mostra è organizzata dalla Società di storia, arte e archeologia per le province di Alessandria e Asti in collaborazione con l’Istituto per la storia della resistenza e della società contemporanea per la provincia di Alessandria Carlo Gilardenghi, la sezione di Alessandria dell’Associazione mutilati e invalidi di Guerra, l’Associazione Ryalge e la Fondazione Matrice di Torino. L’iniziativa gode del patrocinio della Città di Alessandria.
Pasquale Vella è scomparso nel 1998, senza avere mai reso pubblico questo eccezionale diario per immagini della guerra. Anzi, pur realizzando dei dipinti a olio tratti dalle fotografie e dai disegni, ha sempre lasciato poche confidenze, anche in ambito familiare, sulle vicende belliche e sulla reale entità del materiale documentario e iconografico conservato. Solo dopo la sua morte, il figlio Gian Paolo ha potuto scoprirlo ed è grazie a lui che è ora possibile presentarlo al pubblico e metterlo a disposizione della comunità degli studiosi.
Molti alessandrini potranno riconoscere nelle oltre duecento fotografie i propri nonni o padri. Nel 37° Reggimento della Divisione Ravenna, per molti anni nella nostra città, facevano parte tanti uomini di questa provincia. Vella documenta tutto il percorso della spedizione dell’Armir (solo poche foto sono sulla guerra in Jugoslavia), evitando però di fotografare i cadaveri sui campi di battaglia. Al limite la morte è presente con commoventi immagini di tombe su cui non viene posta neppure una croce.
Non mancano anche immagini di carattere ludico, con soldati italiani che scherzano e giocano tra di loro. Vella fotografa infatti tanti episodi di vita quotidiana, che hanno per oggetto non solo soldati e ufficiali dell’Armir ma anche tedeschi, rumeni e prigionieri.
Si sofferma sul rapporto amichevole che i soldati stabiliscono con la popolazione. C’è una grande attenzione al mondo contadino russo, con commovente partecipazione alle sue sofferenze. Questo interesse si ritrova anche nei disegni e negli acquarelli, con una serie di bellissimi ritratti di contadini e contadine, spesso con l’indicazione di data e luogo: emerge una Russia senza tempo che affascinerà i visitatori. Vella non rappresenta nelle immagini l’aspetto più violento della guerra ma lo fa in due testi, scritti durante e subito dopo la disfatta dell’Armir. Sono testimonianze in cui il conflitto viene raffigurato in tutta la sua follia e il suo orrore.
Molto importanti e probabilmente uniche sono le immagini dei soldati che tornano in treno ad Alessandria nel 1943 con i parenti ad aspettarli.
Perché Vella non volle mai rivelare a nessuno l’esistenza di questo straordinario materiale? Probabilmente, come per tanti sopravvissuti ai lager nazisti, il dolore era troppo grande per tornare ad affrontare l’argomento. Ma ha lasciato tutto meticolosamente ordinato, forse perché altri in futuro potessero vedere e comprendere.
LO SCULTORE ALBESE RICCARDO CORDERO SI RACCONTA
Appuntamento sabato 16 marzo alle ore 11 in sala Fenoglio
Lo scultore albese Riccardo Cordero si racconta in occasione della ricollocazione dell’opera Grande Segno 2 per anni posizionata davanti al Palazzo Mostre e Congressi “Giacomo Morra”.
Nell’ottica di valorizzare le tante opere monumentali che adornano la città, l’Amministrazione comunale ha deciso di riposizionare questa scultura nella rotonda di corso Torino, per darle maggiore visibilità, ma senza allontanarla dalla collocazione originale. In tale percorso l’opera di Gino Scarsi Armonia di Sfere troverà, invece, nuova collocazione nella zona della passerella ferroviaria, definita in accordo con l’artista.
L’incontro con il celebre scultore si terrà sabato 16 marzo alle ore 11 in sala Beppe Fenoglio, nel cortile della Maddalena. Interverranno Riccardo Passoni, dirigente Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, Michele Bramante, curatore e critico d’arte, e Luca Mana, direttore Museo Accorsi Ometto di Torino.
L’opera Grande Segno 2 – che fa parte di un gruppo di sculture di grandi dimensioni collocate in svariati angoli del mondo – è del 1996 ed è stata realizzata in acciaio corten, con misure di 370 x 300 x 190 cm.
FORTE DI BARD. MARTINE FRANCK. REGARDER LES AUTRES
9 marzo – 2 giugno 2024
L’ambiziosa opera fotografica di Martine Franck (1938-2012) e la sua sincera attrazione per gli esseri umani – la gioia dell’infanzia, i ritratti di lavoratori, le lotte femministe, la spiritualità buddista, gli anziani – sono al centro del progetto espositivo promosso dal Forte di Bard in collaborazione con la Fondazione Henri Cartier-Bresson dal titolo Martine Franck. Regarder les autres, in programma dal 9 marzo al 2 giugno 2024, nelle sale delle Cantine della fortezza.
L’obiettivo della mostra curata da Clément Chéroux, Direttore della Fondazione Henri Cartier-Bresson, è quello di far conoscere l’immenso contributo di Martine Franck come donna fotografa, celebrare le sue immagini più note dell’infanzia, della vecchiaia e del teatro, alcune delle quali sono diventate delle icone. L’artista ha documentato il grande affresco dell’avventura terrena, nella tradizione della fotografia umanista francese, lasciando un’impronta profonda e personale nella storia della fotografia del XX secolo.
Martine Franck ha un personale approccio documentale della fotografa, alla ricerca costante della vita e di quello che si spinge oltre la verità: nell’inaspettato, colto insieme alle maschere del Théâtre du Soleil e nelle rivolte del ‘68, ma anche scovato nelle case degli anziani francesi e in un monastero in Nepal. Fotografando le altre donne, privilegiate e indigenti, celebri e anonime. Avvicinando ricamatrici di doti come le giovani ragazze indiane dei piccoli villaggi di Gujarat, come ha fatto con artiste del calibro di Sarah Moon, fotografata mentre salta la corda con una ragazzina. Ha documentato gli eventi politici e sociali del XX secolo per riviste come Life e il New York’s Times, partecipato alla creazione di agenzie come Vu e il lavoro collettivo di Viva, prima di diventare una delle poche donne di Magnum Photos e la più forte sostenitrice della Fondazione Henri Cartier-Bresson.
Fotografa di grande sensibilità, Martine Franck sfiora con delicatezza la semplicità del quotidiano. Le sue immagini permettono di entrare in un mondo sospeso. Fotografie che hanno il merito di distogliere lo sguardo da focali di sicuro impatto, per portarlo su particolari intensamente simbolici. La Franck crea un meccanismo visivo che, attraverso la cura costante del rapporto tra contenuto e forma, genera immagini di singolare bellezza. La fotografia diventa per la fotografa belga un modo di comunicare emozioni, passando dai ritratti di alcuni tra i più importanti artisti e scrittori, tra cui Michel Foucault, Marc Chagall e Agnès Varda, ad un impegno sociale che si focalizza nel dare voce a sfollati ed emarginati. Ognuna delle sue fotografie nonostante nasca dall’istinto del momento, rivela una profonda cura della composizione e una potenza artistica fuori del comune. La sua arte è il riflesso di una scrittura personale segnata da geometrie, curve e linee, alla ricerca della bellezza dell’animo umano e della profondità dei cuori e delle anime, catturati nel vivo delle cose, compresa l’espressione artistica resa attraverso uno “sguardo” di eccezionale sensibilità.
Visite guidate. Tutte le domeniche alle ore 15.00, a partire dal 17 marzo 2024, il pubblico potrà approfondire i contenuti della mostra grazie ad una serie di visite su prenotazione al costo di 4 euro aggiuntivi al biglietto di ingresso alla mostra. Per informazioni: prenotazioni@fortedibard.it; T. 0125 833811.
CASALE MONFERRATO. “SIBILLA E LE ALTRE. LE DONNE INTORNO A BISTOLFI”
Incontro a cura di Barbara Corino sulle donne che hanno elevato la figura di Leonardo Bistolfi come uomo, come artista e come mito
Sabato 9 marzo 2024 alle ore 17,00, in occasione della Giornata Internazionale della donna e nel corso di Casale Città Aperta, il Museo Civico di Casale Monferrato propone un’iniziativa inedita in cui si vogliono ricordare tutte le donne, più o meno note, che hanno reso Leonardo Bistolfi l’artista internazionale che conosciamo.
Un ottimo spunto si può trovare tra le opere del nuovo deposito visitabile tra cui la medaglia da venti centesimi di Lire, coniata nel 1907: lo scultore la modellò traendo ispirazione dal profilo di Sibilla Aleramo, la nota scrittrice e sostenitrice dell’emancipazione femminile, una delle tante donne che hanno costellato la vita dell’artista, che lo hanno ispirato, supportato, consigliato e che hanno mantenuto vivo il suo nome nel tempo.
L’iniziativa vuole quindi rendere omaggio a tutte quelle figure femminili che hanno compiuto e compiono tutt’oggi azioni di grande rilevanza per l’arte e la cultura, rimanendo spesso avvolte nel completo anonimato.
Al termine dell’incontro si terrà un momento conviviale grazie alla disponibilità della sommelier del té Silvia Miglietta.
Per la partecipazione, a fronte di un contributo di 5,00 €, è obbligatoria la prenotazione ai numeri 0142.444.309/444.249 o all’indirizzo e-mail: museo@comune.casale-monferrato.al.it
“GIUSEPPEILPITTORE” ESPONE IN MONFERRATO
Fino al 24 marzo 2024, gli “Automi” del pittore Aldi Giuseppe, conosciuto sui social come giuseppeilpittore, saranno in mostra ad “Ars Habitat” presso i Saloni Arnaldo Morano a Rosignano Monferrato – Alessandria. L’artista lucchese é stato presente all’inaugurazione sabato 2 marzo alle ore 15:30. Il taglio del nastro é avvenuto alla presenza della curatrice dell’evento Francesca Boi, del sindaco di Rosignano e del gallerista e critico d’arte Christian Humouda. Aldi si è presentato con sette dipinti e quattro sculture del filone “Automi”. É un progetto – spiega Aldi nell’intervista – iniziato nel 2016 e prende spunto dagli scarti metallici delle rotaie del treno. Descrive volti di soggetti depersonalizzati, estranei a se stessi. Osservatori passivi ed esterni delle proprie sensazioni e dei propri processi mentali; al punto di agire meccanicamente in maniera robotica. La mente si allontana quindi dalle proprie emozioni e solo il diverso orientamento della bocca descrive: ora tristezza, ora serenità apparente esemplificando il senso di alienazione sotteso alla società contemporanea. Tali opere – continua Aldi – vogliono essere una esortazione ad uscire dai canoni, dal convenzionale, dalla vita non vissuta… Siamo totalmente fagocitati dai nostri impegni quotidiani ed anche nei pochi momenti liberi, la nostra attenzione é rivolta ad Internet, ai social e spesso ad un compulsivo shopping online efficacemente proposto da mirate strategie commerciali. Non si riesce mai a rallentare per dedicare un po’ di tempo a noi stessi ed all’habitat naturale che ci circonda. I miei Automi – conclude il pittore lucchese – descrivono in definitiva il fenomeno della “cronofagia”, figlia dell’ipercapitalismo, dove ogni nostro momento risulta legato alla produttività ed alla monetizzazione. Tale fenomeno ci pone costantemente in lotta contro il tempo, trasformandoci in veri e propri automi…
Nella foto Aldi e Francesca Boi
CSA FARM GALLERY. “SCRITTURE – INCONTRO – GIANNI MARIA TESSARI / ENZO BERSEZIO”
Inaugurazione: Giovedì 7 Marzo dalle ore 17.00 alle ore 20.00
Orari mostra: Dal 7 al 23 Marzo 2024 – Dal Mercoledì al Sabato dalle 16.00 alle 19.30
Artisti: Gianni Maria Tessari – Enzo Bersezio
In questo ottavo incontro, presso Atelier Bersezio e a cura di CSA Farm Gallery, l’artista Gianni Maria Tessari è stato invitato a presentare la propria ricerca artistica che dialogherà con le opere di Enzo Bersezio, offrendoci interazioni inattese.
Gianni Maria Tessari propone la propria ricerca presentando intrecci e sequenze di raffinate “scritture” simboliche su tela;
Enzo Bersezio elabora scritture alfa-numeriche per rappresentare visivamente concetti matematici complessi attraverso forme e colori astratti, presentando dipinti e sculture.
CSA Farm Gallery (by Mauricrenaissanceart) – Via Vanchiglia 36 – 10124 Torino (IT)
MUSEO MIIT MUSEO INTERNAZIONALE ITALIA ARTE:
“IMMAGINI IN VIAGGIO. ARTISTI CINESI E INTERNAZIONALI A CONFRONTO”
INAUGURAZIONE: Giovedì 8 Marzo 2024 dalle ore 18.00
PERIODO: 8-21 Marzo 2024
“CHRISTEL SOBKE. LA VIA CRUCIS DEI BAMBINI”
INAUGURAZIONE: Giovedì 8 Marzo 2024 dalle ore 18.00
PERIODO: 8-21 Marzo 2024
SEDE: MUSEO MIIT – Corso Cairoli, 4 – TORINO
‘Immagini in viaggio. Marco Polo: arte e scoperta. il viaggio come indagine dell’Uomo’ e ‘Christel Sobke: la Via Crucis dei bambini’ sono le due esposizioni che si inaugureranno in contemporanea al Museo MIIT di Torino giovedì 8 marzo dalle ore 18.00.
“Immagini in viaggio”: il viaggio come scoperta di sè e dell’altro, quale indagine interiore della propria anima, inteso come esplorazione dell’ignoto e dell’uomo: il topos letterario e artistico del viaggio ha origini lontane, nel mito e nella storia. Noi, artisti ma non solo, moderni Ulisse inquieti e perennemente in cerca della nostra essenza, esploriamo mondi e universi dell’anima, sperando di trovare risposte alla nostra esistenza. Questo è il tema della mostra, dedicata ai 700 anni della scomparsa di Marco Polo, viaggiatore instancabile e ponte disteso nella storia tra l’Oriente e l’Occidente. Il Museo MIIT di Torino, facendo seguito ad una stagione che negli anni passati ha visto esporre nelle sue sale giovani e talentuosi artisti cinesi, ha creato una solida collaborazione tra il suo direttore, Guido Folco, e la curatrice internazionale di origini cinesi Fei Xinyao che, nel prossimo triennio, proporrà una selezione dei migliori talenti emergenti dell’arte cinese. Un viaggio, appunto, che inizia con questa esposizione, per svilupparsi nel tempo creando un dialogo e un confronto tra maestri italiani e internazionali e giovani o affermati maestri cinesi. La mostra infatti presenta, affiancate alle opere selezionate da Fei Xinyao, quelle scelte dal Museo MIIT, realizzando una sinergia profonda tra culture, stili e linguaggi diversi.
Tra gli autori presenti, Aldina H Beganovic Todorovic, Adele Arati, Paolo Avanzi, Gabriela Baldinotti, Maria Paola Bove, Angela Esposito ‘Aster’, Enrico Frusciante, Maria Pia Giacomini, Anna Maria Guarnieri, Giuseppe Oliva, Barbara Pecorari, Massimo Ricchiuto, Josefina Temin, Marco Wilme, Elena Ritorto, Bai Bai Bai, Bi Leshui, Cans Studio (Yu Zhang e Lan Lin), Cao Jiaxin, Dai Chuqi, Gai Zixiong, Gao Lingzhi, Hao Yue, Liu Xiangju, Luna Guo, Luo Ziran, Ma Chuany&Fu Cangze, Mo Wanling, Ouyang Fudi, Taylor Chyn, Tong Yanfei, Wang Juanni, Xu&Ye (Xu Chengyi, Ye Kainuo), Yi&Hang (He Jiahang, Ding Ziyi), Zhang Zhiru, Zheng Shuang, Zhou Tongji
“Christel Sobke: la Via Crucis dei bambini”. In questo periodo pre-pasquale e di quaresima anche l’arte serve a far riflettere e il Museo MIIT presenta una splendida ed intensa personale dedicata all’artista tedesca Christel Sobke. 15 immagini per 15 stazioni, compresa l’ultima che riassume l’unica strada possibile per un futuro di pace e condivisione. Un ‘viaggio’ anche questo, sicuramente differente rispetto alla concezione prevalente, ma probabilmente il più autentico e vero. Ripercorrendo la sofferenza salvifica di Cristo che sale al Calvario, l’artista, quasi per transustanziazione, immedesima e unisce, carne e spirito, i bambini sofferenti del mondo alla Passione del Salvatore. Lo fa utilizzando un linguaggio scabro, diretto, per immagini… una sorta di Vangelo illustrato contemporaneo che aiuta a meditare e a cogliere il reale significato di questo periodo sacro e ad attualizzarlo alla luce degli avvenimenti e della storia di oggi. Christel Sobke prende spunto dalle tante tragedie che purtroppo insanguinano il nostro pianeta e le pone sotto i riflettori della contemporaneità. Sofferenza e speranza vengono declinate dall’artista con potenza narrativa fortemente cromatica e gestuale. Le immagini dei bambini di tante nazionalità diverse, brasiliana, peruviana, messicana, giamaicana, argentina, americana, incontrati nel suo percorso umano ed artistico, danno vita a scene-stazioni di una Via Crucis sorprendentemente colorata, nonostante la drammaticità dei contenuti. Questo aspetto stridente e contrastato tra immagine e contenuto, tenebre e colore, tra concetto razionale e fede trasmette una forza espressiva vibratamente interiore, come un moto dell’animo che si ribella alle troppe ingiustizie del mondo. La mostra si compone di 30 opere, stampe laser su tela con interventi in acrilico. La prima serie del 1982 è intitolata ‘Cristo vero Dio’ e presenta il fiore come simbolo biblico, mentre la seconda serie del 1985 è intitolata ‘Cristo vero Uomo’, realizzata con stile realistico e dedicata alla cultura latinoamericana. Questa serie è stata donata alla Scuola Madre SOS di Cochabamba. Christel Sobke utilizza un grafismo immediato, pungente, stilizzando personaggi e momenti che rappresentano altrettante stazioni di una Via Crucis universale, che ci vede tutti fratelli, seppur vittime e carnefici, ma uniti da un unico ed ineluttabile destino. Dalle prime espressioni del IV secolo ritrovate a Gerusalemme, fino alle rappresentazioni medioevali come la intendiamo noi, la Via Crucis creata da San Bernardo di Chiaravalle, San Francesco e Bonaventura da Bagnoregio, a cavallo del 1100 e 1200, diventa simbolo di un viaggio doloroso e salvifico, quello di Cristo sul monte Golgota e, per similitudine, quello dell’uomo nel corso della sua storia. L’arte di Christel Sobke è un’arte di ricerca e di sperimentazione sui materiali, sui media, sulle tecniche e al centro della sua visione c’è sempre l’Uomo, con la sua anima e il suo spirito inquieto e perennemente alla scoperta di sé e dell’altro. Per questo, il progetto artistico dedicato alla Via Crucis dei bambini ci aiuta a scandagliare in profondità il senso autentico del nostro tempo, con l’eterna lotta tra carnefici ed innocenti.
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