Marentino, “Sapori nuovi – gusti antichi”, mostra a Casa Zuccala
Sabato 25 e domenica 26 giugno
dalle ore 15 alle ore 19
La mostra, che si svolgerà nel Portico delle Carrozze di Casa Zuccala a Marentino, intende presentare 30 piante alimentari, provenienti dalle più diverse parti del mondo, conosciute sin dall’antichità nei paesi d’origine, ma che, per motivi diversi, solo oggi possono essere proposte sui nostri tavoli. In alcuni casi si tratta di vegetali tipici dell’America Centro-Meridionale, che i conquistadores spagnoli ebbero modo di conoscere, ma che non portarono in Europa ed, anzi, ne vietarono la coltivazione alle stesse popolazioni locali, nel tentativo di sradicare tradizioni culturali e religiose considerate pagane e favorire, così, la penetrazione del cristianesimo (come l’Amaranto o la Salvia bianca). In altri casi sono piante alimentari che, giunte in Europa, furono viste solo come ornamentali destinate ai giardini (il caso più famoso è senza dubbio il pomodoro, che fu riconosciuto come alimento soltanto nel XIX secolo). Diverse sono, invece, le vicende che videro protagoniste alcune piante già note ai Greci e ai Romani o, addirittura, documentate nella preistoria europea. L’arrivo nel vecchio continente di vegetali orientali d’interesse alimentare, in particolare ad opera degli Arabi, portò all’abbandono, lento ma inarrestabile, di alcune specie autoctone delle quali, in più casi, se ne è persa addirittura la memoria (come è avvenuto per l’Atriplex o il Chenopodium, ed, in un certo senso, anche la Tetragonia, soppiantate anche senza particolari meriti o giustificazioni dallo spinacio). Vi sono poi i vegetali rifiutati “psicologicamente” dalla cultura occidentale, perchè un tempo utilizzati per far fronte a carestie o carenze alimentari dovute alle guerre (come la Stachys affinis o la Kosteletzkya pentacarpos).
Infine vi sono le piante che potrebbero essere utili all’uomo moderno, se colpito da particolari esigenze alimentari, come avviene per i celiaci o i diabetici, ma che interessi economici “superiori” ritengono utile non far conoscere (come è stato, sino a pochi anni fa, per la Stevia Rebaudiana ed oggi lo è ancora per la Momordica grosvenorii). La Mostra vuole, quindi, portare alla luce questo complesso fenomeno di mancata o carente informazione, presentando alcune di queste piante, tra quelle che, anche se a volte solo nei mercati di nicchia, è possibile recuperare. Altre, al momento irraggiungibili (come la citata Momordica), saranno, ci si augura, oggetto di una futura Mostra, quella dei “frutti proibiti”.