Cambiano – Baruffe e formalità nel primo Consiglio Comunale.
Si è tenuto ieri sera, 21 giugno, il primo Consiglio Comunale presieduto dal Sindaco Vergnano. Un consiglio che tendenzialmente prevedeva la lunga serie di formalità da espletare per dare il via ai lavori, ma che velocemente si è trasformato in una guerra, fredda e sottile, con momenti di tensione palpabile.
Ma andiamo con ordine. In apertura il Sindaco ha giurato sulla Costituzione. Visibilmente emozionato all’atto di indossare la fascia tricolore, ha ringraziato chi lo ha sostenuto ed in particolar modo la sua famiglia, per la pazienza dimostrata e che ancora dovrà avere per i prossimi cinque anni. Formalizzata la nomina della giunta, la cui composizione era già stata resa nota: Aurora Grassi, nominata Vice Sindaco, sarà anche Assessore alla cultura, istruzione, biblioteca, sanità, politiche sociali ed assistenziali. Una giunta molto “rosa” che vede anche Daniela Miron, Assessore all’urbanistica, edilizia, tutela e promozione del territorio, manifestazioni ed associazioni, e Cristina Brovedani, Assessore al bilancio, bandi e finanziamenti, comunicazione e trasparenza. A chiudere la squadra di governo della cittadina Matteo Dalla Francesca, nominato Assessore all’artigianato, commercio, imprenditoria, politiche giovanili, informatizzazione, pubblica amministrazione e sport. Numerose le deleghe che permetteranno ai consiglieri comunali di supportare in diversi ambiti gli assessori nominati. A seguire il sindaco ha ricordato le linee programmatiche, che ricalcano il programma elettorale con il quale si è presentato al giudizio degli elettori.
Giunto il momento degli interventi dei consiglieri, ad dare il via ad una serie di osservazioni pungenti, dopo i complimenti e gli auguri di rito ai vincitori, è Michele Mammolito. Sconfitto per soli quattro voti, ha dichiarato di saper incassare vittorie e sconfitte, alla luce della lunga carriera politica, e di non avere mai un atteggiamento rancoroso, tuttavia «assumendosi la piena responsabilità delle proprie dichiarazioni» non ha mancato di sottolineare polemicamente i fattori che a suo avviso hanno influenzato l’esito delle consultazioni: «La competizione era tra la mia lista e quella Vergnano, le altre non le ho nemmeno considerate. Voi – rivolto alla maggioranza – avete condotto una campagna scorretta. Intanto facendo propaganda alla festa dell’Irpinia, che avete appositamente anticipato. Poi con la distribuzione di un volantino che riporta dati falsi ed ingannevoli. Infine – e precisa che la critica in questo caso non è alla lista Vergnano bensì ad “altri” – si è ricamato sull’appalto della palestra, che vedeva in corsa una ditta nella quale lavora un mio parente, appalto del quale io non sapevo assolutamente nulla». Un durissimo attacco è rivolto personalmente all’assessore Dalla Francesca: «Lo scorso mandato Dalla Francesca ci ha profondamente offeso con una frase per la quale non si è ancora scusato. Disse, nel corso della prima seduta, “finalmente abbiamo fatto fuori la spazzatura”. Un’affermazione gravissima. Sappia sin da subito Dalla Francesca che per questo motivo sarà il nostro bersaglio». Rincarano la dose i consiglieri Benna e Mariotto: «Per recuperare all’ultimo elettorato avete raschiato il barile con le spese per l’asfalto, mentre la Protezione Civile è allo sbando, senza attrezzature e senza sede – così Benna – e per “non lasciare la pappa pronta” avete ridotto a zero la programmazione, e così ci troviamo a dover decidere in tempi strettissimi cose che potevano essere pianificate da mesi, come la destinazione dei fondi regionali per il commercio» mentre Emma Mariotto contesta punto su punto il volantino elettorale «che riporta affermazioni tendenziose e in taluni casi false, come quando enumera i finanziamenti UE ottenuti. Abbiamo chiesto agli uffici e non ci risultano».
Il Centro per Cambiano ha attaccato ripetutamente, senza mai alzare la voce, ma lanciando stoccate che non potevano passare inosservate. Quanto alla data della Festa dell’Irpinia ha pacatamente spiegato il consigliere Maddalena, cui era stata offerta la carica di vice sindaco, rifiutata per eccessivo carico di lavoro: «Sono tre anni che la festa si tiene la prima settimana di giugno, non c’è ragione di vedere in questo una novità o una data prescelta con doppi fini. Detto questo, in quella serata non era ancora in vigore il silenzio elettorale, silenzio che è stato disatteso da altre liste, che ancora domenica mattina mendicavano voti. Per quanto riguarda i dati del volantino è il sindaco in persona ad intervenire: «Le cifre indicate sono quelle del bilancio, che ricordo essere anche certificato dai Revisori dei Conti».
Molto meno pacata, anzi, gridata, la replica di Saggese, che, contrariamente al suo consueto stile, appare visibilmente infuriato: «E’ offensivo ignorare due liste, la nostra e quella del Movimento 5 Stelle. E’ offensivo per noi, e per i nostri elettori». Per proseguire, lasciando intendere che vi è molto di più di quello che è emerso nella sede istituzionale del consiglio: «Sfido chiunque a dire che non siamo stati corretti. Sfido chiunque a dire che abbiamo brindato alla vittoria di Vergnano. Non tollereremo ulteriormente illazioni ed insulti di questo genere, ricorreremo alle vie legali per tutelare la nostra onorabilità se questi atteggiamenti non cesseranno immediatamente».
Il folto pubblico intervenuto, che a tratti aveva toni da tifoseria, con applausi scroscianti a seconda degli interventi, ha dunque assistito ad una serie di discussioni aventi ancora un approccio da campagna elettorale ma, come ha ricordato Emma Mariotto «Quello che viene detto lascia un segno, non è che dopo le elezioni venga tutto dimenticato. La campagna elettorale non giustifica il fango».
Un consiglio dunque caratterizzato da molte polemiche, seppure avanzate con atteggiamento contenuto, che ben hanno fatto capire che ‘se il buongiorno si vede dal mattino’, si prospettano cinque anni pesanti per maggioranza ed opposizione.
Sandra Pennacini