PIEMONTE ARTE: BELDY A PAVAROLO, DE BARTOLOMEIS, BONOMI, CREMONA, GALLINA, BOTTO&BRUNO, PARISI…
Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo
PAVAROLO. BELDY: SETA, COTONE, LANA, RASO
Personale dell’artista inglese a cura dell’Archivio Casorati
testi critici di Ivana Mulatero e Rosalind McKever
5 maggio – 23 giugno 2024
OPENING: domenica 5 maggio dalle ore 15 alle ore 19,30
Studio Museo Felice Casorati
via del Rubino 9, Pavarolo (TO)
Saranno 25 le opere esposte nella mostra primaverile presso lo Studio Museo Felice Casorati a Pavarolo (TO) realizzate da BELDY (Mabel Hardy Maugham) e selezionate dall’Archivio Casorati in collaborazione con la storica e critica d’arte Ivana Mulatero, direttrice del Museo Civico Luigi Mallé di Dronero (Cn), e la storica dell’arte Rosalind McKever, curatrice dei dipinti e dei disegni del Victorian and Albert Museum di Londra, i cui testi critici sono inclusi nel catalogo della mostra, stampato dalla Prinp editore.
BELDY è un’artista inglese, madre di Daphne Maugham Casorati, che proprio su consiglio di Felice – presso il cui studio torinese Daphne giunse nel 1925 attratta dal ritratto che il pittore fece alla sorella Cynthia (ballerina di Alexander Sakharoff e poi a Torino con Bella Hutter) – cominciò ad incorniciare i suoi lavori e ad esporli in spazi pubblici e privati.
Beldy emerge da subito come un’artista straordinariamente originale, le cui opere sono realizzate utilizzando frammenti e varietà di tessuti con consistenza variabile, che spaziano dal velluto stirato ai sottili ritagli di crêpe de Chine. Le pregiate stoffe utilizzate per i patchwork venivano regalate all’artista dall’amica e stilista Elsa Schiaparelli, una delle ‘première dame’ della moda internazionale degli anni ’30, che con Coco Chanel viene considerata una delle più influenti figure della moda nel periodo fra le due guerre.
Questi materiali vengono impiegati per creare paesaggi, nature morte e scene di vita quotidiana, offrendo una nuova interpretazione del fare pittura. Le sue opere sembrano quasi acquerelli, vividi e trasparenti, grazie alla naturalezza del “tremolio di un pennello leggero”, definizione coniata da Jean Cassou nel 1936.
Come sottolinea Ivana Mulatero nel testo critico che accompagna la mostra: “Un aspetto fondamentale della pittura di Beldy risiede nell’abilità con cui assembla i tessuti, utilizzando sottilissimi e invisibili punti per cucire insieme cinque o sei strati di stoffa. Questi punti non sono mai incollati per evitare macchie o zone opache, e come si può notare nell’opera “Angelo caduto”, esposta alla III Biennale Nazionale di Arte Sacra di Novara nel 1958, i tocchi più marcati diventano le punte delle stelle e svolgono la funzione di disegno, mentre i ritagli di stoffa sfrangiati evocano il movimento a zig zag sul marrone avana della tela dipinta con velature oro”.
Nata a Londra nel 1874, Beldy studiò arpa al Conservatorio di Parigi, diventando una musicista di straordinaria bravura. Durante il suo soggiorno parigino, incontrò il futuro marito Charles Maugham, avvocato e funzionario dell’ambasciata britannica, fratello maggiore del noto scrittore William Somerset Maugham. Nel 1893, Mabel sposò Charles e insieme ebbero cinque figli.
Da giovane moglie, Mabel si distinse viaggiando per Parigi con la sua automobile, diventando una delle prime donne a ottenere la patente di guida. Questo gesto non convenzionale suscitò stupore e, in alcuni casi, persino disapprovazione, ma nonostante ciò, Mabel rimase determinata a seguire una strada di scoperte e modernità, sfidando gli stereotipi e i pregiudizi del suo tempo.
Non volendo essere identificata né come “cognata di Somerset Maugham” né come “figlia del pittore Hardy” (suo padre era un rinomato ritrattista, noto per dipingere splendidamente gli animali e accontentare i gusti dell’alta aristocrazia inglese), Mabel decise di adottare lo pseudonimo “Beldy”, combinando le ultime sillabe del suo nome e cognome da nubile, per esprimere la sua identità in modo indipendente e unico.
BELDY espose i suoi lavori tra l’Europa e gli Stati Uniti e oggi sue opere sono presenti in diversi musei come il Victoria and Albert Museum di Londra , al Jeu de Paume di Parigi e City Art Museum a Manchester. Questa di Pavarolo è una preziosa occasione per ammirare le sue opere, in linea con i progetti “Arte memoria e territorio” che vedono tutti gli anni tra la primavera e l’autunno, la realizzazione di mostre in dialogo con l’arte del ‘900 e il contemporaneo, favorendo il coinvolgimento di curatori sempre diversi e permettendo un costruttivo confronto di poetiche differenti, tra passato e futuro.
Lo STUDIO MUSEO FELICE CASORATI è in via del Rubino 9, a Pavarolo (TO)
La mostra è a ingresso libero e aperta al pubblico tutte le domeniche pomeriggio, dalle 15 alle 18,30, sino al 23 giugno.
Per scuole e gruppi di minimo 12 persone, visite su appuntamento anche durante la settimana. Prenotazioni turismo@comune.pavarolo.to.it.
Info: museocasoratipavarolo@gmail.com / turismo@comune.pavarolo.to.it / www.comune.pavarolo.to.it / www.pavarolo.casorati.net
ACCADEMIA ALBERTINA. GIRARE INTORNO ALL’ARTE IN RICORDO DI FRANCESCO DE BARTOLOMEIS
Una mostra, una pubblicazione e un convegno per ricordare Francesco De Bartolomeis, docente ordinario per trentacinque anni all’Università degli Studi di Torino e poi Professore Emerito,
Accademico ad honorem dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, decano dei pedagogisti, critico d’arte e, in privato, anche artista.
Venerdì 3 maggio 2024, ore 17.00
Accademia Albertina di Belle Arti di Torino
LE “CULTURE” DI BONOMI A NOVARA
Continuerà fino al 22 settembre la mostra di installazioni del novarese Corrado Bonomi nella piazza Garibaldi di Novara, ivi collocate lo scorso 22 aprile.
I viaggiatori che arrivano alla stazione ferroviaria di Novara, uscendo da quella, nella antistante piazza Garibaldi, si trovano in questi mesi all’interno di un singolare giardino, costituito da un gruppo di opere di grandi dimensioni dell’artista novarese, dal titolo “Culture”.
Le “Culture” di Bonomi consistono in un ciclo di lavori che si radicano nel 1992, attraverso la ricerca sui materiali plastici e il soggetto floreale (nelle foto l’artista e una sua installazione).
Si tratta di installazioni botaniche, realizzate mediante materiali plastici di riciclo come sottovasi, tubi per l’irrigazione, argilla e innaffiatoi. I lavori sono il risultato di simpatici assemblaggi di questi materiali, che alludono sempre al mondo dei vegetali. Il gioco ludico-ironico è infatti una caratteristica dell’artista che l’ha reso particolarmente noto nel mondo dell’arte contemporanea.
Corrado Bonomi, nato a Novara il 20 marzo 1956, è uno degli esponenti del Concettualismo ironico
italiano. Filo conduttore della sua produzione è infatti, come si è detto, il forte senso ludico, attraverso l’utilizzo di materiali diversi, per la realizzazione di installazioni dal contenuto critico e citazionista, materiali che rimandano sempre ai soggetti e ai mondi che si vogliono rappresentare.
La mostra delle “Culture” fa seguito ad una analoga iniziativa realizzata sempre in piazza Garibaldi. Si era trattato in quell’occasione delle giocose e colorate grandi chiocciole della Cracking Art. Dopo il successo di quella prima singolare rassegna all’aperto, il Comune di Novara ha deciso di proseguire uno specifico progetto di rinnovamento del piazzale antecedente la stazione, presentando appunto le “Culture” di Corrado Bonomi, attraverso questi sei “Vasi” di grandi dimensioni, raffiguranti composizioni floreali.
E.D.P.
CHIERI. MOSTRA DEL CORSO “DISEGNO E PITTURA” TENUTO DA MAURIZIO SICCHIERO
Inaugurata il 9 maggio e aperta una settimana
Anche quest’anno, l’artista chierese Maurizio Sicchiero ha tenuto il suo corso “Disegno e Pittura” presso il suo Laboratorio di via Tana 13. Quest’anno, rispetto gli anni precedenti, si è rilevato un notevole incremento delle iscrizioni (25 iscritti con una frequenza media di partecipazione di circa 20 persone). “Visto l’alta adesione – dice Sicchiero – ho dovuto creare più turni per dividere i corsisti in gruppi di 4/5 per poterli seguire quasi individualmente. Per i nuovi iscritti il metodo di approccio, già sperimentato, rimane lo stesso: si parte con il portare a conoscenza gli elementi fondamentali del disegno: scelta del soggetto, composizione, proporzioni, prospettiva, studio dei toni con il chiaroscuro, per passare infine al colore con il quale si sperimentano diverse tecniche. Per chi frequenta il corso già da anni, superata in parte la fase “accademica”, si passa alla “personalizzazione” dell’opera, dove il mio intervento, anche se ancora necessario, gradualmente si attenua permettendo loro di diventare sempre più autonomi. Quest’anno un paio di persone si sono anche cimentate con la tecnica dell’incisione, tecnica che, se richiesta, potrà entrare nel programma. Per dare maggiori strumenti, ho preparato un “Trattato di disegno e Pittura” che è stato consegnato ad ogni partecipante e che ognuno potrà utilizzare al bisogno anche a corso terminato. Dunque, per gratificare e premiare i partecipanti, metteremo in mostra i lavori eseguiti durante il corso nello spazio espositivo del “Laboratorio di via Tana”.
La mostra verrà inaugurata il 9 maggio alle 18 e resterà aperta una settimana al pomeriggio
“ Il nostro Laboratorio – conclude Sicchiero – ha partecipato con la creazione della scenografia, al progetto per l’allestimento di uno spettacolo teatrale organizzato dall’UNI3 di Chieri che verrà messo in scena il 5 maggio nella sala Leo Chiosso.”
G.A.M.: ITALO CREMONA. TUTTO IL RESTO È PROFONDA NOTTE
a cura di Giorgina Bertolino, Daniela Ferrari, Elena Volpato
In collaborazione con Mart di Rovereto
24 aprile – 15 settembre 2024
GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino
18 ottobre 2024 – 26 gennaio 2025
Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
La GAM di Torino dedica all’opera e all’universo creativo di Italo Cremona una mostra antologica che ripercorre l’intera produzione dell’artista.
La mostra, a cura di Giorgina Bertolino, Daniela Ferrari, Elena Volpato, è frutto della collaborazione tra la GAM di Torino e il Mart di Rovereto, dove la mostra si trasferirà il prossimo autunno.
Il notturno è uno dei temi della pittura di Italo Cremona, una condizione espressiva, esistenziale e filosofica che produce sogni, incubi, apparizioni, immagini fantastiche. “Tutto il resto è profonda notte” è la frase con cui Cremona aveva concluso uno dei testi di “Acetilene”, rubrica che negli anni cinquanta firmava per “Paragone”, la rivista di Roberto Longhi. Pittore-scrittore, intellettuale poliedrico ed eccentrico, nei dipinti e negli scritti Italo Cremona ha indagato la Zona ombra (titolo di un suo libro edito da Einaudi nella serie bianca dei “Coralli”): un territorio capiente, dove il buio entra in contatto con la luce attraverso lampi vividi o barlumi; attraverso il chiarore di una lampada ad acetilene (il lume usato un tempo da minatori e speleologi) o la scia di una stella cadente, come nel romanzo distopico La coda della cometa.
Tutto il resto è profonda notte è dunque un titolo-insegna, la chiave scelta per tracciare un percorso espositivo dedicato all’intero arco della pittura di Italo Cremona, dalle prime prove giovanili di metà anni Venti fino alle opere della prima metà degli anni Settanta, dalle nature morte prossime alle atmosfere del Realismo magico alla visionarietà del “surrealista indipendente”, come amava definirsi.
La mostra raccoglie un centinaio di dipinti e una selezione di disegni e di incisioni e documenta la più alta qualità pittorica dell’artista, rileggendo nel presente l’originalità del suo immaginario. A partire dal nucleo di opere appartenenti alla collezione della GAM (dall’Autoritratto nello studio del 1927 a Metamorfosi del 1936, a Inverno del 1940), l’antologica conta su una serie di prestiti da musei, tra cui il Mart, partner del progetto (Composizione con lanterna, 1926 e La Libra, 1929), i Musei Civici Luigi Barni di Vigevano (con Dialogo tra una conchiglia e un guantone da scherma del 1930 e un coeso nucleo di dipinti visionari degli anni Quaranta-Cinquanta), l’Accademia Albertina di Belle Arti e i Musei Reali – Galleria Sabauda di Torino.
Grazie a una ricerca capillare, la mostra presenta numerose opere provenienti da collezioni private e prestiti da istituzioni come il Museo Casa Mollino (Ritratto di Carlo Mollino del 1928), l’Archivio Salvo (Autoritratto giovanile del 1926) la Collezione Bottari Lattes (Vittoria sul cavallo di gesso, 1940), la Collezione Rai – Radiotelevisione Italiana di Torino (Piccolo Golem, 1940).
Basata sullo studio e la rilettura dei materiali documentari, conservati nel Fondo Italo Cremona all’Archivio di Stato di Torino e in archivi privati, Italo Cremona. Tutto il resto è profonda notte è accompagnata dal catalogo edito da Allemandi, con saggi delle curatrici e un ricco corredo iconografico.
Il percorso espositivo segue la progressione cronologica delle stagioni creative di Cremona, enucleando in alcune sale le sue costanti espressive: particolari attenzioni di natura iconografica e di natura poetica sulle quali l’artista si è trovato a tornare più volte.
Una sala centrale del percorso, eletta a cabinet des folies, è dedicata alla prolungata frequentazione del fantastico, del grottesco e del surreale, con una selezione di dipinti dove la pennellata sembra farsi sempre più esatta e nitida quanto più si avventura nell’espressione del bizzarro.
Nella sala delle facciate, la visione si sposta sulle architetture torinesi, un motivo pittorico peculiare, sviluppato dall’artista lungo i decenni: apparentemente deserte d’ogni presenza umana, dipinte in realtà come quinte di un segreto teatro cittadino, le facciate silenziose dei palazzi e delle case alludono sempre a uno spazio ulteriore.
La natura più idiosincratica dell’ampia produzione di nudi è accostata ponendo in evidenza le prove in cui il tradizionale esercizio accademico scivola verso una visionaria produzione di epifanie, apparizioni di alterità, piccole allucinazioni che non distinguono più la realtà del corpo della modella dalla segmentazione pittorica dei suoi dettagli.
Intervallando le immagini oniriche o perturbanti, le armi improprie dei disegni e delle incisioni, con il senso più epidermicamente pittorico del suo operare – con la forza plastica dei suoi anni Venti e Trenta, l’intensità lirica dei suoi anni Quaranta, l’esattezza disegnativa impressa sull’emozione cromatica dei suoi anni Cinquanta – la mostra mette in evidenza gli aspetti più attuali e contemporanei dell’opera di Cremona e della sua figura di intellettuale irregolare, impegnato in numerosi ambiti creativi e affine, nel suo modo insolito di interpretare il Novecento, ad altre figure eccentriche di Torino quali Carlo Mollino e Carol Rama.
La mostra si fonda sulla convinzione che il suo insegnamento pittorico e intellettuale ha lavorato negli anni, nelle generazioni, molto più di quanto non si sia riconosciuto sinora.
GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea – Via Magenta, 31 – 10128 Torino
Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto – Corso Bettini 43, Rovereto 38068 TN
LA MORRA: MOSTRA PERSONALE DI PIERFLAVIO GALLINA
BERMAN. OTTOCENTO – NOVECENTO E CONTEMPORANEO. NUOVE ACQUISIZIONI
Apertura: Giovedì 2 maggio 2024 – Venerdì 14 giugno 2024
Inaugurazione 2 maggio h 18,00
Coordinamento e progetto espositivo: Barbara Beretta
Periodo: 02 maggio 2024 – 14 giugno 2024
Orario: martedì, mercoledì, 16 / 19.00
giovedi, venerdì 10,30 / 12,30 – 16 / 19.00
sabato, domenica, lunedì chiuso
La rassegna dall’800 al 900 e al Contemporaneo comprende circa ottanta opere in esposizione tra dipinti e sculture dell’Ottocento (V. Audagna, G. Boldini, G.P. Bagetti, G. Ciardi, L. Delleani, C. Follini, A. Fontanesi, G. Guarlotti, M. Olivero, C. Pittara, G.B. Quadrone, E. Reycend, G. Sobrile, V. Vela) per il Novecento storico (Arman, G. Boetto, R. Birolli, C. Carrà, F. Casorati, R. Crippa, G, De Chirico, L. Dudreville, A. Galvano, R. Guttuso, F. Gentilini, A. Ligabue, A. Lupo, U. Mastroianni, F. Messina, A Mondino, G. Piombanti, Giò Pomodoro, O. Rosai, G. Severini , M. Sironi, Thayaht, B. Vellano) agli artisti contemporanei (S. Brunetto, F. Casorati, M. Chessa, R. Cordero, G. Fra, G. Griffa, M. Lodola, I. Incerti, F. Preverino, L Proverbio, G. Ramella, P. Ruggeri, G. Soffiantino, F. Tabusso, I.Theimer, A. Warhol).
SIMONDI. BOTTO&BRUNO. ORIZZONTE PERDUTO
Inaugurazione: sabato 4 maggio, ore 19:00-23:00
Durata: 5 maggio > 22 giugno 2024
Orari: martedì-sabato, ore 15-19. Mattino su appuntamento.
Siamo di fronte a un panorama: rovine dell’età classica, porzioni di luoghi naturali differenti, completamente disabitati. Scrutandolo, possiamo accorgerci di camminare in un paesaggio frammentato e ricomposto, e vedere di colpo, di fronte a noi, il corso del tempo.
È da una crisi dello sguardo che la ricerca più recente degli artisti Botto&Bruno ha iniziato a diramarsi, dal non sentirlo più adeguato per raccontare la contemporaneità: per dire il proprio mondo, infatti, i soli elementi che lo formano possono risultare insufficienti, rendendo obbligatorio volgersi altrove, addirittura indietro.
Da qui la spinta a interrogare gli artisti della tradizione, quasi fossero degli avi familiari, per comprendere il messaggio che si cela nel paesaggio odierno: il wallpaper che racchiude l’Orizzonte perduto di Botto&Bruno (il titolo è tratto dall’omonimo film di Frank Capra del 1937), è una veduta derivata dal collage di paesaggi ormai scomparsi, e già a loro volta visti e interpretati da altri sguardi. Sono i dettagli che si trovano sullo sfondo delle opere dei maestri europei della visione – dai dipinti di Nicolas Poussin, Andrea del Sarto, Giovanni Bellini, Piero di Cosimo, alle incisioni di Piranesi – e portati ora in primo piano a raccontare un mondo che ancora ci parla.
Col filtro del proprio sguardo contemporaneo, attraverso il collage Botto&Bruno compongono un nuovo oggi in cui doversi orientare, finalmente lontano dai lasciti di una civiltà ridotta a particolari infinitesimali. Il contrasto-dialogo fra centro e periferia urbana, tema cardine della ricerca del duo artistico torinese, lascia spazio a un discorso in cui l’urbanità tutta risulta privata di un ruolo effettivo, mentre la durezza naturale della roccia e del paesaggio non addomesticato prende possesso quasi dell’intero panorama, lasciando l’uomo senza orientamento, né punti fermi in cui poter trovare l’accoglienza del mondo che ha lasciato dietro di sé.
Il cammino si compie a ritroso, dunque: se in primo piano ci troviamo in mezzo ai lasciti di luoghi scomparsi, solo in lontananza scorgiamo la traccia del presente, resa labile dal tratto di grafite da cui è nata. Soltanto lo sfondo, infatti, è frutto di un gesto contemporaneo, disegnato a matita dagli stessi artisti. È l’oggi, in questo modo, a diventare a tutti gli effetti un luogo ancora distante da raggiungere, un orizzonte che si dissolverà per colpa della propria stessa precaria consistenza.
Ma il cammino può cominciare da prima, ancora coi piedi sopra l’erba, su un’altura in salita. Nella serie di lavori Eterni ritorni I – II – III – IV, Botto&Bruno tornano a lavorare col collage di loro fotografie d’archivio, e dunque coi simboli del proprio immaginario. Su queste, poi, l’intervento pittorico conferisce luce e nitidezza che la macchina fotografica non è stata in grado di registrare. All’uomo, anche se perso in un mondo che appare incomprensibile, spetta ancora un compito: restituire la verità del proprio sguardo sulle cose; compiere il gesto necessario di reinventare un colore rimasto sfocato.
Il lessico, nonché il messaggio, delle opere di Botto&Bruno si compone di pochi lemmi, netti e simbolici come la formula di un rituale: la roccia, l’erba, il cielo acquerellato, i rimasugli dei prodotti della città, sempre un unico sentiero tracciato per terra.
In numerosi casi, infatti, siamo messi su una strada deserta, apparentemente priva di meta. Riecheggiano le parole di H. D. Thoreau: Non sono in molti/ quelli che v’entrano, […] Cos’è mai?/ Solo una direzione, laggiù,/ la semplice possibilità/ di andare in un luogo qualsiasi.
Carola Allemandi
ACQUI TERME. MOSTRA DI ADRIANA BRENTEGANI
Nell’ambito della Rassegna Mostre d’Arte 2024, patrocinate dal Comune di Acqui Terme, domenica 5 maggio 2024 alle ore 17:30 presso Palazzo Chiabrera, si terrà l’inaugurazione della mostra di pittura di Adriana Brentegani, intitolata “Gli alberi sono poesie che la terra scrive nel cielo”.
Le passeggiate nei boschi, dove la natura esprime una perfetta armonia nel suo perpetuo e incantevole alternarsi di stagioni, colori ed ombre, sono una fonte di emozione e ispirazione per la pittrice. Nelle sue opere, Adriana Brentegani riflette profondo rispetto e incanto di fronte alla bellezza del creato.
GIAVENO. MOSTRA “VISIONI SURFANTA”
Al Museo Alessandri di Giaveno si apre la mostra ‘Visioni Surfanta” un omaggio al gruppo dei pittori che animarono Torino negli anni Sessanta con dipinti surreli e fantastici.
Sabato 4 maggio, alle ore 18.00, presso il Museo Alessandri si celebrerà il sessantesimo anniversario del gruppo Surfanta fondato da Lorenzo Alessandri (1927-2000) e composto da Abacuc (Silvano Gilardi), Camerini, Colombotto Rosso, Macciotta, Molinari e Ponte Corvo.
La mostra – curata da Concetta Leto – patrocinata dalla Città di Giaveno, dal Comune di Coazze e in collaborazione con la Fondazione Torino Musei, il Mart di Rovereto, la Fondazione Colombotto Rosso e l’Archivio Storico Lorenzo Alessandri – è stata allestita grazie ai prestiti di alcuni collezionisti privati; l’esposizione mira a ripercorre brevemente la storia degli artisti visionari e fantastici che dal 1964 al 1972 esposero nelle gallerie di tutto il mondo, proponendo un linguaggio proprio e contrapponendosi alle mode dell’epoca. Ma Surfanta non si comprende, come scrive la direttrice del Museo Alessandri, se non si legge il Manifesto scritto dal filosofo Cesare Ambesi e pubblicato sul primo numero dell’omonima rivista del gruppo nel 1964.
«Presupposto fondamentale dell’esistenza di questa corrente rimane la ricerca di una coerenza spirituale e tecnica che preclude decisamente ogni suggestione di art brut. Surfanta accetta dunque di essere fuori del tempo, poiché possiede una profonda fede in quelle categorie superiori che si chiamano Dio e deità infernali, pura lotta con la morte, superamento dell’angoscia esistenziale, sfidando il custode del limitare per attingere alle scintille dell’Anima Mundi».
La mostra dialoga con il Mart di Rovereto che nel luglio prossimo ospiterà le opere Surfanta celebrando i Surrelismi italiani e internazionali proprio nell’anno in cui ricorre anche il centenario dal primo manifesto del Surrealismo scritto da Breton.
Come chiosa la curatirce della mostra, “la leggibilità delle opere Surfanta non si è esaurita con il tempo, possiede un passato e un presente da riscoprire. Una storia vera, anche diffusa, il gruppo Surfanta la meriterebbe poiché quella esistente oggi ha ancora molti spazi bianchi”.
BARRIERA. MOSTRA DI FRANKO B. “NO GATEKEEPERS OF MY HEART”
Nell’ambito di EXPOSED Torino Foto Festival, Barriera presenta la mostra personale di Franko B, intitolata NO GATEKEEPERS OF MY HEART. L’artista, riconosciuto a livello internazionale per la sua produzione che spazia tra pittura, scultura, installazioni e soprattutto performance caratterizzate dall’uso estremo del corpo, affronta temi come amore, morte, erotismo e dolore, profondamente legati alla sua traiettoria di vita personale, radicata sin dagli anni ’90 nelle istanze punk e queer.
Concepita per gli spazi di Barriera, la mostra si focalizza sul ruolo della fotografia e dell’immagine nel suo lavoro, fungendo sia da strumento di documentazione che da testimonianza del tempo. Dal tragico della cronaca geopolitica al fragile e seducente della vita quotidiana, l’opera di Franko B è permeata da un senso di empatia e sofferenza, rappresenta una decisa presa di posizione a favore dei più deboli.
Via Crescentino 25, 10154 Torino – Italy
associazione.barriera.torino@gmail.com
www.associazionebarriera.com
TORRE CANAVESE. “I COLORI DELL’ANIMA”, OPERE DI UMBERTO PARISI IN MOSTRA
Alla pinacoteca “Raissa Gorbaciova”dal 4 al 25 maggio
Torna a pulsare il cuore artistico di Torre Canavese (To). Presso la prestigiosa pinacoteca “Raissa Gorbaciova” , sulla Terrazza Belvedere, in via Balbo, oggetto di recenti interventi di ristrutturazione e riqualificazione, il 4 maggio, alle 16, prenderà il via la mostra “I Colori dell’Anima”: 12 opere pittoriche di medie e grandi dimensioni dell’artista Umberto Parisi.
L’allestimento, curato dalla critica d’arte dottoressa Carla Bertone col patrocinio del Comune, proseguirà fino al 25 maggio e sarà visitabile, con ingresso gratuito, dal venerdì alla domenica dalle 16 alle 19.
Per Umberto Parisi, artista residente ad Avigliana, 53 anni, si tratta della terza mostra personale importate dopo “Anime e Petali” al Miit di Torino nel 2016 e “Carte d’Arte”, svoltasi a Bologna nel 2017.
La passione di Parisi per l’arte nasce una trentina di anni fa, quando ebbe l’opportunità di visitare una mostra al Castello di Rivoli (To). Da quel momento, iniziò, praticamente da autodidatta, a creare i suoi acrilici su grandi fogli di carta da pacco. La sua arte è vita, colore, sentimento, forza, energia che esplode in forme geometriche, opere figurative, fiori o alberi. La forza delle linee e i tratti, talvolta morbidi talvolta geometrici, richiamano la pennellata cubista senza per questo abbandonare una ricerca contemporanea del profondo, delle sfumature dell’animo umano tra luci ed ombre.
ROCCATRE. MOSTRA “ESTREMI A CONFRONTO”
Carla Accardi, Laura Castagno, Italo Cremona, Lucio Fontana, Daniele Galliano, Irolli,
Carlo Levi, Luigi Mainolfi, Fausto Melotti, Enrico Paulucci, Mauro Reggiani, Mino Rosso,
Piero Ruggeri, Luigi Veronesi
DURATA 2 maggio – 8 giugno 2024
INAUGURAZIONE giovedì 2 maggio 2024, ore 18
Galleria Roccatre Via della Rocca, 3b – 10123 Torino
ORARI martedì-sabato 10.30-12.45 15.30-19.30
La Galleria Roccatre di Torino è lieta di annunciare l’apertura della mostra Estremi a confronto. L’esposizione presenterà una vasta selezione di opere di autori che spaziano dall’arte antica fino all’arte figurativa del Novecento, rappresentando stili artistici diversi che, messi a confronto, riescono a dialogare nonostante il passare del tempo. Tra gli artisti in mostra, si potranno ammirare Laura Castagno con Panna Montata, Salvo con Tramonto ad Alba, Luigi Mainolfi con Città bronzetto. Una parte significativa dello spazio espositivo sarà inoltre dedicata alla raffigurazione di donne, offrendo una prospettiva unica sull’evoluzione della rappresentazione femminile nell’arte; dal Nudo di Italo Cremona e Carlo Levi, alle Ragazze nello studio di Enrico Paulucci, alla maternità di Mino Rosso per citarne alcune. La mostra rappresenta un’opportunità imperdibile per gli amanti dell’arte di immergersi in un viaggio temporale che abbraccia secoli di storia artistica
FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO. LET’S TALK. PERCORSI DI VISITA IN MOSTRA
Le mediatrici culturali dell’arte della Fondazione propongono una serie di appuntamenti pensati per piccoli gruppi di visitatorə, in cui è possibile visitare insieme le mostre in corso e approfondire i temi delle opere e la ricerca dellə artistə, condividendo un’esperienza caratterizzata dal consueto approccio della mediazione culturale dell’arte.
Per circa un’ora e mezza lə partecipanti possono abitare in modo informale lo spazio espositivo, partecipando a un’esperienza orientata al dialogo e allo scambio di pensieri, punti di vista e opinioni.
La partecipazione è aperta a tuttə e gratuita con il biglietto di ingresso della mostra.
Si consiglia la prenotazione al numero 011-3797631, oppure scrivendo a: biglietteria@fsrr.org con oggetto “Let’s Talk”, indicando un numero di telefono di riferimento.
I “Let’s Talk” sono pensati in occasione delle mostre personali “Je Vous Aime” di Diana Anselmo, “Fly on the Wall” di Danielle McKinney, “Isthmus” di Mohammed Sami e “What the Owl Knows” di The Otolith Group.
CALENDARIO
sabato 27 aprile 2024
domenica 19 maggio 2024 (Let’s Talk Guest con Diana Anselmo)
sabato 01 giugno 2024
domenica 30 giugno 2024
sabato 20 luglio 2024
Tutti gli incontri iniziano alle ore 16.00
TAG ART NIGHT. NOTTE DELLE ARTI CONTEMPORANEE
4 maggio 2024 dalle ore 19.00 alle ore 23.00
ingresso libero
TAG Art Coffee Breakfast
Colazioni in galleria
venerdì 3, sabato 4 e domenica 5 maggio 2024 dalle ore 10.00 alle ore 12.00
ingresso libero
L’Associazione TAG – Torino Art Galleries in occasione del MESE DELLA FOTOGRAFIA torinese e della fiera dedicata alla fotografa THE PHAIR, è lieta di annunciare la nuova edizione della “TAG ART NIGHT”, la Notte delle Arti Contemporanee sabato 4 maggio 2024 dalle ore 19.00 alle ore 23.00, un tour tra le mostre proposte dalle gallerie torinesi associate a TAG, realizzato grazie al sostegno della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, unico ente sostenitore sin dalla prima edizione.
Nella stessa settimana, TAG propone una nuova iniziativa tesa ad avvicinare sempre di più il pubblico all’arte contemporanea, le “TAG – Art Coffee Breakfast”. I visitatori e gli appassionati potranno recarsi nelle gallerie venerdì 3, sabato 4 e domenica 5 maggio dalle ore 10.00 alle ore 12.00 ed essere accolti dalle “colazioni con l’arte”, realizzate in partnership con il marchio Fior di Loto.
ROCCATRE. STEFANIA RICCI NEL MONDO DELLE MERAVIGLIE
Galleria Roccatre Via della Rocca, 4 – 10123 Torino
ORARI martedì-sabato 10.30-12.45 15.30-19.30
Stefania, artista, sognatrice, immersa in un mondo di stupore per la genialità della Natura, che in ogni suo frammento racchiude segreti ed incantesimi. Come esprimere anche solo una scintilla di tanta grandiosa bellezza? La risposta Stefania la trova nell’espressione artistica, che lei definisce una meditazione una interpretazione ma soprattutto un gioco.
Le immagini che ci propone sono il risultato compositivo di elementi semplici, a volte quasi invisibili, restituiti a noi e rinnovati, dalla magia della fotografia, intesa nel senso letterale come scrittura della luce.
Un lavoro ibrido, che incorpora alla tecnica fotografica, la pittura ed il disegno. La sua caleidoscopica visione si realizza mescolando luce ed ombra, realtà e illusione, un portale verso una realtà parallela, dove incontriamo l’intimità della natura, ma anche l’artefatto dei mirabilia, la riflessione dei teatri d’ombra, l’inquietudine di vasi custoditi da draghi, creature che si ritrovano anche in fiumi e laghi visti dall’alto, fino ad una nuova serie dove per la prima volta nella sua produzione, il colore si mette in scena e come spettatori ne ammiriamo le evoluzioni.
VENARIA. MOSTRA “L’ARTE NEL GIRO D’ITALIA” DI GIADA GAIOTTO
CIRCOLO ARTISTI. MOSTRA “LA MUSICA DEGLI ANGELI”
Sabato 4 maggio alle ore 17, presso la Giardiniera Reale del Circolo degli Artisti, inaugurazione della mostra “La musica degli angeli”, con opere e oggetti della collezione della Socia Laura Galliari, tra le quali i dipinti del Maestro Alberto Lanteri.
Sino al 10 maggio, dalle 15.30 alle 19.30.
RIVOLI. TRIPUDIO DI FIORI, POESIE E COLORI. LUCIANA AGOSTI PITTRICE E POETESSA RIVOLESE
dal 3 al 26 maggio 2024
Il Museo Casa del Conte Verde ospita dal 3 al 26 maggio p.v. la pittrice e poetessa rivolese Luciana Agosti.
Figurativa, impressionista capace di cogliere gli aspetti più delicati e vibranti della realtà in cui ricerca e predilige il movimento.
Il suo stile appare condotto a tratti leggeri e veloci con pennellate sapienti cromaticamente indirizzate al fiabesco e all’irreale.
Ha sperimentato molte tecniche giungendo a prediligere la realizzazione di icone bizantine su legno. Ha partecipato a numerose collettive e personali, ha fatto parte dell’Associazione “Pittori rivolesi”.
Inaugurazione venerdì 3 maggio ore 18.
Casa del Conte Verde
Via F.lli Piol 8, Rivoli (TO)
Mostra realizzata dalla Città di Rivoli – Assessorato alla Cultura
con il patrocinio di Regione Piemonte e Città Metropolitana di Torino
Orari
da mercoledì a venerdì 16 – 19
sabato e domenica 10 – 13 / 16 – 19
lunedì e martedì chiuso
Info: Casa del Conte Verde: www.comune.rivoli.to.it – Tel. 011 956 30 20
NONE. MOSTRA “DIALOGANDO”
Dal’4 al 18 maggio 2024 presso la Sala Espositiva PolyArt di None (TO), si terrà la mostra di arte contemporanea: “DIALOGANDO”. La mostra è organizzata dall’ Associazione Artistico Culturale Poly Art, curata dall’artista ANGELA POLICASTRO .
Uno dei pregi dell’arte contemporanea è la sua vastità. Sfogliando libri, riviste, frequentando gallerie d’arte e fiere, è facile ritrovarsi disorientati, tra tecniche e poetiche nuove, conosciute o poco conosciute. Tuttavia si può tracciare qualche sentiero, tentare di definire qualche criterio, per quanto possibile , per costruirsi “uno sguardo”. Questo è importante come costruire un’opera, perchè riconoscere un’opera d’arte significa avvininarsi a lei, raggiungerla, e poterla “vedere”. Di fatti, questa mostra, collettiva, è pensata proprio perchè gli artisti possano essere liberi di esprimersi e di scegliere i loro soggetti. Non vi è un titolo, un tema che li costringa entro determinati argomenti, né una tecnica predefinita che imponga loro una scelta . Gli artisti qui sono liberi di esprimersi e farsi conoscere , di accettare il confronto con i loro colleghi e soprattutto con il pubblico. Una mostra che ha come unico tema quello dell’arte stessa.
Espongono gli artisti : Ciro Gallo, Melina Leandro,Anna Raso, Antonio Rovera, Silvano Sirugo
Domenico Sisi, Carla Suppo, Angela Policastro.
INAUGURAZIONE: SABATO 04 MAGGIO 2024 h 18 presso la Sala Espositiva PolyArt
via S.di Santarosa 51 None (TO),
ORARIO : dal lunedì al venerdì h 15- 18.30
sabato su appuntamento
PINO TORINESE. MOSTRA DI ACQUARELLO DEI CORSI DI UNITRE