CURIOSITA’ CHIERESI. Un singolare armadio-archivio
Si trova nella sagrestia del Duomo di Chieri e risale al ‘600
Nella sacrestia del Duomo sono molti gli elementi che attirano l’attenzione del visitatore, ad esempio i dossali lignei cinquecenteschi che occupano due intere pareti ; lo stendardo dipinto da Francesco Fea; i quadri di Mattia Franceschini, Bartolomeo Caravoglia e Antonio Andrietto. Ma a colpire per la sua imponenza e per la finezza della decorazione è soprattutto il grande armadio (foto n. 1) che occupa la parete est, dove ha preso il posto di un altare. Si tratta di un capolavoro di intaglio del Seicento, probabilmente eseguita da Pietro Botto da Savigliano, autore anche della statua della Madonna delle Grazie. Fu donato al Capitolo dal canonico cantore Giovanni Battista Chiaventone (1646-1695), il cui stemma, con il simbolo della chiave, compare nel medaglione che occupa il centro della cimasa. Originariamente concepito come contenitore dell’archivio capitolare e poi trasformato in mobile da sacrestia con l’aggiunta di un bancone-cassettiera, l’armadio è composto da due elementi: una base (che oggi, a causa delle trasformazioni subite, risulta la meno interessante) ed un’alzata, suddivisa in cinque sezioni chiuse da altrettante ante. L’esterno di queste ultime è decorato con intagli raffiguranti figure geometriche ed elementi vegetali . Decorazioni vegetali costituiscono anche la bellissima cimasa. In mezzo all’anta centrale spicca una piccola statua dorata della Madonna col Bambino. Ma le qualità artistiche non sono l’unico motivo di interesse di questo armadio. Ce n’è un secondo, ed è la sua ingegnosità. Le ante, infatti, nascondono una sorpresa: ognuna delle cinque sezioni è suddivisa in un gran numero di cassetti e cassettini (foto n. 2) di diverse forme e dimensioni . Vi erano custoditi i documenti dell’archivio, suddivisi in modo da poter essere facilmente trovati e consultati. Documenti che, con il passare del tempo aumentati di numero, hanno avuto bisogno di un più capace contenitore, cioè un’intera stanza, destinando l’artistico armadio ad una meno importante funzione.
Antonio Mignozzetti