Chieri, area ex Tabasso, Campagnolo: ‘Se si parte presto, ecco quel che faremo…’

Claudio Campagnolo

Claudio Campagnolo

La premessa di Claudio Campagnolo, che guida il contratto di rete che ha appena incassato il parere favorevole dell’amministrazione comunale sull’interesse pubblico dell’operazione casette ex Tabasso, aiuta a capire la logica (molto nuova, permessa da una legge altrettanto nuova e tutta da verificare) di un intervento che non ha ancora connotati chiari ma che certo, nelle speranze delle ditte che si sono messe insieme per fare l’operazione, deve essere rapida e non subire troppi intralci dai lacci della burocrazia.

“Faccio un esempio: il solo museo del territorio, nel vecchio progetto da cui siamo partiti, è previsto come opera faraonica da 3 milioni di euro. Chiaro che allora si ragionava in grande, adesso si va coi piedi di piombo, e se il museo si farà sarà una cosa molto più contenuta.”

Insomma, altre le priorità. Sulle quali peraltro concorda anche il Comune. “Più che consegnare delle opere pubbliche, noi cercheremo di recuperare spazi dell’area ex Tabasso trasformandoli in contenitori perfettamente a norma e adatti per diventare piazza coperta, spazio multifunzionale e quant’altro. Il resto lo deciderà e lo farà il comune, magari attivando finanziamenti europei o regionali.”

Ma che cosa scriverà Campagnolo, nella proposta più di dettaglio che farà presto al Comune?

“C’è tutta la parte bassa, su Via Vittorio, da risanare. C’è da trasformare l’edificio della ciminiera facendo una piazza lì accanto. Nella parte superiore, prevediamo la piazza coperta, niente altro che l’apertura su due lati del fabbricato industriale, con possibilità di accesso anche dalla piazzetta a gradoni. In fondo alla piazza coperta ci sarà lo spazio polivalente, separato da una vetrata. Al livello più basso, avanzerebbe uno spazio di circa 1200 metri quadri che potrebbe essere preparato per farci il museo, con accesso da Vicolo Pozzo della Mina.”

E se dai conti si vedrà che i soldi non bastano? “Il Comune – prosegue Campagnolo – avrà a questo punto due possibilità: dirci di fermarci a quel che sta nel budget o proseguire attivando altri finanziamenti. E decidendo magari in seguito che cosa fare degli spazi che noi avremo risanato.”

Campagnolo chiude ribadendo il concetto: il tempo vale quanto e più del denaro. “Oggi con la crisi – dice –abbiamo la disponibilità di queste aziende e magari di altre che si aggiungeranno e che al momento non hanno tanto lavoro. Domani non si sa. E poi, oggi sappiamo cosa vale il mercato immobiliare, domani le cose potranno andare meglio, ma anche peggio. Insomma, noi la vediamo così: se il Comune farà la sua parte, tempo 6-8 mesi si potrebbe cominciare a lavorare. Diciamo che ai primi del 2017 si potrebbe già vedere un cantiere…Ma non dipende da noi.”

 

Gianni Giacone