CRONACA – Torino, sfruttavano i baby pusher per cocaina e crack, tre persone in manette
Le ordinazioni avvenivano tramite telefono per sfuggire ai controlli dei carabinieri, battere la concorrenza e velocizzare i tempi di consegna. Drog@2.0 e minorenni non imputabili era la strategia di marketing utilizzata da un gruppo di senegalesi che da qualche tempo era diventato il punto di riferimento per l’acquisto di cocaina e crack per tanti torinesi. La banda utilizzava svariati bambini senegalesi, tra i 10 e i e 12 anni, per le consegne a domicilio della droga. I militari della Compagnia San Carlo, in collaborazione con i militari dei reparti territorialmente competenti, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 3 membri di un gruppo criminale responsabile di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e riduzione in schiavitù. Le attività d’indagine condotte dai carabinieri, sotto la direzione e il coordinamento della Procura di Torino, hanno consentito di porre fine alla schiavizzazione di due bambini. I militari hanno arrestato Fall Abdou, 29 anni domiciliato a Torino (Destinatario di ordinanza custodia cautelare in carcere), Giuseppina R., 28 anni, abitante a Piossasco (Destinataria di un’ordinanza di custodia cautelare al regime degli arresti domiciliari) e Khaly F., 20 anni, abitante a Torino (Destinatario di un provvedimento di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria). Le indagini, avviate nel 2013, hanno permesso di accertare che Fall Abdou era il capo e che sfruttava due e più minorenni, di origine senegalese, per la consegna degli stupefacenti. Il deposito della droga era un’abitazione in uso al citato Fall Khaly e la macchina, con cui accompagnavano i bambini sul posto di lavoro, era intestata a Giuseppina R.. Incipit di questo procedimento è stato il fermo di identificazione di due adolescente senegalesi di 12 anni. Il primo è stato fermato vicino alla fermata del tram di piazza della Repubblica con 8 dosi di crack, nascoste nelle scarpe, mentre il secondo è stato fermato in via Maria Ausiliatrice all’angolo con Corso Principe Oddone. La successiva analisi dei tabulati telefonici delle utenze in uso ai due minori e di quelle associate, intestate ad altri senegalesi, ha confermato l’ipotesi investigativa circa l’esistenza di un’associazione criminale che sfruttava ragazzini minorenni – non imputabili e poveri– per spacciare la droga.