CHIERI. SORPRESE DI ARTE E DI STORIA. L’AUTORE DELL’ARCO: PELLEGRINO TIBALDI O QUALCUN ALTRO?
Chi sia l’autore dell’’Arco di Piazza di Chieri è questione molto discussa.
Per molto tempo, e fino a non molti anni addietro, l’opera è stata attribuita senza riserve all’architetto milanese, originario della Valsolda, Pellegrino Tibaldi. Lo ha fatto Bartolomeo Valimberti nel suo libro “Spunti storico-religiosi…”. Lo ha fatto Augusto Cavallari Murat nell’ “Antologia monumentale di Chieri”. Ma né il primo né il secondo citano le fonti dalle quali hanno attinto tale informazione.
Probabilmente è sulla loro scia che altri studiosi ed esperti in seguito hanno sostenuto la stessa tesi: ad esempio Guido Vanetti e Gianfranco Gritella.
Ma nessuno cita fonti scritte: tutti motivano la loro convinzione con argomenti stilistici: l’arco richiama da vicino altre opere sicuramente del Tibaldi, quali la chiesa di San Fedele a Milano e quella dei Santi Martiri di Torino.
Nel 2000, però, in un volumetto pubblicato dall’Associazione Carreum Potentia, Vincenzo Tedesco e Michelangelo Navire hanno rivelato l’esistenza di un Ordinato del Consiglio comunale dal quale emerge che, il 7 maggio 1586, uno stuccatore milanese abitante a Torino, Girolamo Sarone, abbia presentato un preventivo per l’esecuzione della decorazione a stucco dell’arco secondo i disegni dell’ingegner Battista Riva. Non Tibaldi, quindi, sarebbe il progettista dell’arco, ma Giovanni Battista Riva, noto ingegnere milanese e suo abituale collaboratore.
Tuttavia non possiamo non chiederci: se era così facile individuare nell’ingegnere Riva l’autore dell’arco, come si spiega che nessuno l’abbia fatto prima e che, anzi, si sia affermata l’autorevole (per l’importanza dei suoi sostenitori) tradizione che lo attribuisce al Tibaldi?
Azzardiamo due ipotesi.
La prima: Giovanni Battista Riva potrebbe essere stato l’autore del solo disegno della decorazione a stucco.
La seconda: come fece con la chiesa dei Santi Martiri, il Tibaldi potrebbe aver eseguito il progetto dell’arco senza spostarsi da Milano, ma affidandone la realizzazione a Giovanni Battista Riva. Probabilmente tutti, personale del Comune e maestranze che lavoravano alla costruzione dell’arco, ritenevano quest’ultimo l’autore del progetto perché avevano a che fare sempre e solo con lui, e non avevano mai visto il Tibaldi.
Antonio Mignozzetti