CHIERI. SORPRESE DI ARTE E DI STORIA. La chiesa di San Giorgio: due curiosità dalla “Visita apostolica Peruzzi” (1584)
È noto che, nella seconda metà dell’anno 1584, mons. Angelo Peruzzi, vescovo della diocesi di Sarsina (oggi in provincia di Forlì-Cesena), incaricato dal papa Gregorio XIII, passò in rassegna le parrocchie della diocesi di Torino per verificarne il livello di adesione alle norme dettate dal Concilio di Trento. La visita di Chieri iniziò il 28 ottobre partendo dalla Collegiata di Santa Maria della Scala (Duomo). La relazione che ne scrisse il segretario del Visitatore, il notaio di Senigallia Gaspare dei Signori di Mondulfo, è una miniera di informazioni e di sorprese, come quelle che riguardano le chiese sovrapposte di San Giorgio e di San Michele Arcangelo, che mons. Peruzzi visitò il 30 di ottobre.
A proposito della prima, la relazione recita: “Osservando la Chiesa nel suo insieme, (mons. Peruzzi) ha notato che dopo l’altare di San Vito, procedendo nella stessa navata, c’è una scala con la quale i fedeli scendono nell’Oratorio dei Disciplinati, o Confratelli del Nome di Gesù. Ingombra molto la Chiesa, è occasione di scandalo, e non è necessaria, visto che c’è un altro ingresso allo stesso Oratorio. Ha perciò ordinato di eliminarla completamente e (al suo posto) di fabbricare una volta”.
Scopriamo, così, che nel Cinquecento, in una delle navate laterali della chiesa di San Giorgio, (probabilmente quella di destra, guardando l’altare) c’era una grande botola dalla quale una scala scendeva nella sottostante chiesa di San Michele Arcangelo, sede della Confraternita del Nome di Gesù, mettendo in comunicazione le due chiese. Una comodità, evidentemente. Ma forse anche un motivo di distrazione durante le sacre funzioni. Ed è probabilmente per questo che il vescovo ordinò di eliminarla. Tanto più che non era necessaria, visto che sia la chiesa di San Giorgio che quella di San Michele avevano i loro ingressi indipendenti. Finita la visita apostolica, le disposizioni vescovili furono messe in atto. Oggi di quella scala non esiste più traccia. Anzi, se non fosse per la relazione della visita Peruzzi, non se avremmo nemmeno sospettato l’esistenza.
Passando a trattare della chiesa di San Michele Arcangelo, sottostante a quella di San Giorgio, il relatore della visita apostolica annota: “Visitando l’Oratorio (il Visitatore) lo ha trovato molto decoroso e in buono stato quanto alle strutture, essendo tutto coperto a volte, imbiancato e pavimentato, ed in esso c’è un solo Altare, che è in laterizio… L’Altare è abbastanza fornito di tutto il necessario. Ha tuttavia ordinato che alla finestra, situata vicino e a destra dell’Altare, vengano sistemati i vetri, o almeno un telaio con la tela cerata”.
Nel 1584, quindi, a destra dell’altar maggiore c’era una finestra. Un’indicazione, questa, che ci sorprende, perché oggi quella finestra non solo non c’è più ma non potrebbe nemmeno esserci, visto che la parete alla quale aderisce l’altar maggiore e nella quale, secondo la visita Peruzzi, si apriva una finestra è addossata al terrapieno su cui sorgono la parte anteriore della chiesa di San Giorgio e il piazzale antistante. Il che vuol dire una sola cosa: che nel 1584 la chiesa di San Michele era sistemata in modo diverso e che la sistemazione attuale è frutto d un “ribaltamento”: l’altar maggiore si trovava dove ora c’è il coro. In questo, infatti, ci sono due finestre, una a destra e una alla sinistra dell’organo. Probabilmente la trasformazione è avvenuta nel Seicento, in contemporanea con quella della chiesa superiore. Nella stessa circostanza devono essere stati eseguiti anche gli affreschi che decorano interamente le pareti e le volte.
Antonio Mignozzetti