PIEMONTE ARTE: CARMAGNOLA, RIVARA, M.A.O., ACCORSI, RACCONIGI, MONTEROSSO GRANA

CARMAGNOLA, IL FASCINO DELLE PAGINE INCISE A PALAZZO LOMELLINI

carmagnola palazzo lomelliniNelle sale di Palazzo Lomellini, in piazza Sant’agostino 17 a Carmagnola, s’inaugura venerdì 26 agosto, alle 18, la mostra «Incisori Italiani Contemporanei», nata dalla collaborazione culturale dell’Assessorato alla Cultura della Città di Carmagnola e l’Associazione Piemontese Arte. Per questa occasione viene presentata la selezione di lavori effettuata da Giuliano Santini, Antonio Rossetto e Franco Fanelli.

Accompagnata da un testo di Vincenzo Gatti, l’esposizione propone 60 opere esposte e realizzate da 15 artisti. Si passa da Cornelia Badelita a Roger Benetti, da Sandro Bracchitta a Bruno Cerboni Bajardi, sino alle preziose pagine di Paolo Ciampini, Vladimiro Elvieri, Clemente Fava, Giancarla Frare, Francesco Geronazzo. E, accanto, s’incontrano Rossano Guerra, Barbara Martini, Ivo Mosele, Guido Navaretti, Giovanni Piccini e Lanfranco Quadrio.

Una scelta, quindi, che rinnova l’interesse per la qualità dei fogli incisi, la poesia di una ricerca sempre affascinante e limpidamente definita.

Angelo Mistrangelo

CARMAGNOLA, PALAZZO LOMELLINI, piazza Sant’Agostino 17, orario: 26 agosto – 4 settembre, lunedì-venerdì 20-23, sabato 16-19/20-23. domenica 10,30-13/14,30-19/20-23. Dal 5 settembre al 2 ottobre (chiusura) giovedì, venerdì e sabato 15-18, domenica 10-12/15-18,

tel.011/9724238, www.comune.carmagnola.to.it, ingresso libero, sino al 2 ottobre.

 

RIVARA, SETTE SCULTORI TORINESI

rivara Il Castello di Rivara – Museo d’Arte Contemporanea presenta la mostra “Vacanze a Rivara” – 7 scultori torinesi: Salvatore Astore, Domenico Borrelli, Carlo D’Oria, Paolo Grassino, Enrico Iuliano, Sergio Ragalzi e Francesco Sena.

Domenica 28 Agosto

Orari: 10 – 13 | 14 – 18

Castello di Rivara

Museo d’Arte Contemporanea

Piazza Sillano 2 – 10080 Rivara (To)

www.castellodirivara.it | info@castellodirivara.it

+39 0124 31122

 

TORINO, AL M.A.O. SI CELEBRA LA CULTURA GIAPPONESE

mao giapponeDa giovedì 25 a domenica 28 agosto 2016, Il MAO celebra la cultura giapponese. Per celebrare il 150° anniversario delle relazioni diplomatiche fra i due Paesi, il MAO presenta al pubblico il nuovo nucleo di opere giapponesi, pregevoli spade con raffinate montature, e propone tre giorni di eventi dedicati al Paese del Sol Levante.

Da giovedì 25 agosto LE SPADE DEI SAMURAI

La collezione di opere giapponesi del MAO si arricchisce di un importante nucleo di armi bianche grazie alla collaborazione con INTK (Itaria Nihon Token Kyokai), l’Associazione Italiana per la Spada Giapponese.

In questa prima esposizione verranno presentate 4 katana e 1 tanto con le rispettive montature. La lama più antica appartiene alla katana forgiata da Naoe Shizu (attivo 1360-1400) della Scuola Mino nel Periodo Muromachi.

ESPOSIZIONE DI TRE KESA E UN PARAVENTO Contestualmente all’esposizione delle armi, verranno riproposti – dopo un periodo di riposo conservativo – tre mantelli rituali buddhisti e un grande paravento a sei ante.

APPUNTAMENTI IN OCCASIONE DELLE CELEBRAZIONI

Giovedì 25 agosto, ore 18

mao giappone 2TOKEN BIJUTSU. Spada d’Arte / Arte della Spada

Conferenza – Ingresso libero fino ad esaurimento posti disponibili

Tagliandi disponibili a partire dalle 17.30, max due tagliandi a persona.

Venerdì 26 agosto, ore 19

Dimostrazione di IAIDO

Arte Marziale della Spada Giapponese

Ingresso libero fino ad esaurimento posti disponibili

Tagliandi disponibili a partire dalle 18.30, max due a persona.

Sabato 27 agosto, ore 15.30

Laboratorio sulla calligrafia giapponese con la Maestra Kazue Fukumoto

e degustazione di tè giapponese

Appuntamento in collaborazione con Associazione Sakura

Ingresso su prenotazione; 30 posti disponibili; workshop e degustazione 10 euro

Sabato 27 agosto, ore 21

Concerto di tamburi giapponesi

con il gruppo di percussioni taiko KyoShinDo

Ingresso libero fino ad esaurimento posti disponibili

Tagliandi disponibili a partire dalle 20.30, max due a persona.

Domenica 28 agosto ogni ora, dalle 11 alle 18

Performance di danza e poesie haiku

Ingresso con biglietto del Museo.

 

TORINO, MUSEO ACCORSI: CARLO PITTARA E LA SCUOLA DI RIVARA

pittaraUn momento magico dell’Ottocento pedemontano

Museo di Arti Decorative Accorsi – Ometto, Torino

22 settembre 2016 – 15 gennaio 2017

 

Il Museo Accorsi – Ometto presenta un’esposizione che intende esplorare il percorso artistico dei pittori che, a vario titolo e in tempi anche diversi, frequentarono il “cenacolo” di Rivara, orbitante intorno alla figura di Carlo Pittara.

La mostra, realizzata in collaborazione con lo Studio Berman di Giuliana Godio e a cura di Giuseppe Luigi Marini, comprende circa settanta opere provenienti da collezioni private italiane, selezionate secondo un elevato criterio qualitativo e storico. Dodici sono gli artisti presentati, provenienti da diverse regioni italiane e non solo, a sottolineare l’importanza di una stagione artistica che supera i confini regionali. Accanto ai piemontesi Carlo Pittara, Vittorio Avondo, Ernesto Bertea, Federico Pastoris (a cui si aggiungeranno più tardi i torinesi Giovanni Battista Carpanetto, Adolfo Dalbesio e Francesco Romero, di Moncalvo) sono presenti artisti liguri (Ernesto Rayper e Alberto Issel) o “naturalizzati” come tali (gli iberici D’Andrade e De Avendaño), nonché il fiorentino di natali, ma giunto a Torino in tenera età, Antenore Soldi.

pittara rayperIl momento che essi rappresentano è caratterizzato dalla ricerca di un sensibile realismo nella rappresentazione del paesaggio agreste, con accenti diversi, ma improntati dalla comune attenzione prima al paesismo ancora intriso di romanticismo dello svizzero Alexandre Calame (che quasi tutti conobbero inizialmente a Ginevra), presto attratti dal paesismo dei pittori di Barbizon in Francia e dalle novità di Corot e dal linguaggio fontanesiano attraverso contatti diretti, poi rinnovati negli anni di Rivara, con il maestro reggiano a Volpiano, tramite anche le esortazioni del ligure Tammar Luxoro.

Il confronto tra i pittori iberici e quelli liguri iniziò dapprima negli incontri a Carcare, nel Savonese, poi, sopratutto d’estate o in autunno, a Rivara, dove il lavoro gomito a gomito ebbe momenti catalizzanti, specie dopo l’inserimento nel gruppo di Rayper, su esortazione di D’Andrade. La scelta di confrontarsi con il paesaggio di Rivara avvenne non solo per l’amenità del dolce paesaggio agreste, ma perché tutti potevano godere della generosa ospitalità del banchiere Carlo Ogliani, cognato di Pittara, rivarese d’origine e proprietario di un’accogliente villa, poi anche del vasto castello acquistato all’inizio degli anni Settanta.

L’abituale consuetudine dei gioviali incontri, che connotò la rivoluzione “realista” di quei compagni di cavalletto, ebbe il proprio momento di maggiore vitalità e di fulgore a cavallo del 1870, sino alla precoce morte di Rayper nel 1873 e a uno stillicidio di abbandoni alla fine del decennio, tra cui quello, parziale, dello stesso Pittara, che ritroviamo a Roma nel 1877 e a Parigi dopo il 1880 (anche se di ritorno a Rivara ogni anno per qualche mese); così Avondo, D’Andrade, Pastoris e Bertea, variamente e progressivamente attratti dal restauro e dallo studio dei monumenti del Medioevo pedemontano. Sino a Carpanetto e Dalbesio, inclini altresì, come lo stesso Pittara, alle fascinazioni parigine della sintassi pittorica di De Nittis e Boldini.

Valorizzata in primis dal poeta Giovanni Camerana, poi dai critici Emilio Zanzi, Marziano Bernardi e in ultimo e autorevolmente da Roberto Longhi, l’importanza della cosiddetta Scuola di Rivara era già stata riconosciuta da Telemaco Signorini che, tuttavia, dimenticò Pittara per sottolineare il ruolo innovatore di Ernesto Rayper, indubbiamente la figura più dotata del gruppo. Anche se Carlo Pittara fu il più produttivo e vario, sebbene discontinuo, realista del cenacolo pedemontano, progressivamente attratto dalla finezza e dal successo del linguaggio denittisiano; e curioso delle più dolci eleganze di una pittura narrativa.

A questa “epopea” tardo-ottocentesca, che seppe definitivamente accantonare la ridondanza della pittura di storia e i ritardi di gusto dell’insegnamento accademico con un’espressione gioviale e sincera della realtà, la “verde” Rivara ha legato per sempre il proprio nome: luogo di una pacifica, osteggiata a lungo ma definitiva “rivoluzione” che ha segnato l’attualità della pittura piemontese, ligure e, in parte, attraverso Gignous, lombarda del maturo Ottocento.

 

“INSIEME NELL’INFINITO”, I SETTE CHAKRA DEL CASTELLO DI RACCONIGI

castello racconigiDal 7 ottobre il castello di Racconigi accoglie nelle sale auliche del primo piano un percorso multisensoriale di allestimenti, suoni, installazioni e performance per vivere l’esperienza dell’energia kundalini e, nel primo fine settimana dedicato alla ricerca dell’armonia tra corpo e mente, il parco è anche teatro di lezioni e dimostrazioni di yoga, meditazione e altre discipline orientali.

Il castello e il parco di Racconigi hanno un fascino che riesce ad andare oltre la valenza storica e le preziose testimonianze artistiche raccolte nei secoli; amatissima dimora di villeggiatura dei Carignano, il ramo più indipendente e culturalmente meno conservatore della corte sabauda, il castello ha un’anima evocativa e stimolante. Questo genius loci ha guidato la rinascita della residenza sin dal 1994, in un costante dialogo tra continuità e innovazione, rispetto e sfida, allestimenti emozionali e contaminazioni con nuovi e diversi linguaggi e discipline, facendo del castello uno spazio vivo in continua evoluzione, un attivatore culturale aperto alla collaborazione e al confronto con altre strutture.

Riprendendo queste specificità e queste radici, il castello si prepara ad accogliere un nuovo evento, immaginato da due artisti traendo spunto dalle suggestioni e dalla carica emotiva generate dagli ambienti del castello. Carmelo Brustia, regista dell’immaginifico cortometraggio “L’amante del cervo” selezionato per il 69° Festival di Cannes, e Alessia Micheletti, fotografa di moda particolarmente attenta alle arti emergenti, hanno scelto di reinterpretare questi luoghi progettando un percorso multisensoriale per raccontare e condividere un viaggio di crescita e arricchimento.

Il progetto esprime l’esperienza artistica, spirituale e umana di due giovani, due artisti che si confrontano a livello relazionale e creativo a partire dalla rilettura emozionale di un luogo storico e dalla riscoperta del fenomeno dell’energia universale dei sette Chakra. Partendo da questi elementi, nei quali secondo la tradizione tantrica risiede latente l’energia divina, hanno delineato un percorso nel castello definendone i Chakra come in una sorta di grande corpo accogliente. Attraverso installazioni che racchiudono diverse discipline artistiche dalla fotografia alla scultura e alla musica, attraverso la condivisione che diventa creazione, gli artisti descrivono un viaggio nella diversità di ogni parte dell’essere, un viaggio tanto spirituale quanto materiale all’interno di noi stessi. È un’opera “aperta” alla fruizione e all’interpretazione dello spettatore, un percorso che stimolando la partecipazione sensoriale e l’emotività interiore risveglia sensazioni e riflessioni, sollecitando in ognuno l’elaborazione emozionale di un percorso di lettura.

In dialogo e contrasto con gli ambienti del primo piano, specchio della ricchezza e del prestigio della dinastia, tra ricche tappezzerie e affreschi allegorici, stucchi e dorature, ritratti, specchi e quadrerie, gli artisti hanno costruito un percorso contestualizzando gli elementi che rispecchiano i Chakra, installazioni scultoree e sonore da vivere liberamente, guidati dalle sensazioni che suscitano in ognuno. Il viaggio nel corpo-castello non può che iniziare dalla radice della vita, dalla Natura come principio di tutto per affrontare poi la gestazione della luce, materializzazione della creatività dei due artisti e della Terra, dalla quale scorre l’energia della vita.

Attraversando un cerchio specchiante, sole che trasmette energia al corpo umano, lo spettatore e la sua immagine diventano protagonisti del terzo Chakra per poi giungere al Chakra della condivisione e del cuore. Centro e snodo del percorso verso la luce dell’amore e dell’equilibrio, punto di incontro tra Chakra inferiori e superiori, tra diverse luminosità, il quarto Chakra è rappresentato da un’installazione coinvolgente che contiene e trasmette l’essenza del viaggio: da soli non siamo nulla. Suoni, musica e danza introducono e immergono nel quinto Chakra: la potenza evocativa dei linguaggi sonori induce all’ascolto del proprio io interiore, preparando al Chakra della visione, il “terzo occhio” dove risiede il cervello del corpo-castello, e al settimo Chakra, quello della consapevolezza e dell’equilibrio dove i Chakra e gli artisti si fondono in flussi di luce recuperando infine, nella sala dei Dignitari, fattezze umane.

 

APERTURA: DAL MARTEDI ALLA DOMENICA (Castello dalle 9 alle 19, parco dalle 10 alle 19. Ultimo ingresso ore 18) INFORMAZIONI 0172 84005

 

 

A MONTEROSSO GRANA CARLA RENI FRA POESIA E PITTURA

A Monterosso Grana (CN), nelle cornice dei monti della Valle Verde, è stato presentato il 14 agosto il libro di poesie «Itinerari esistenziali» di Carla Reni: poetessa e pittrice da tempo impegnata in una interiorizzata e sensibile ricerca intorno all’«io più profondo». Alla presenza delle autorità cittadine e culturali, tra le quali, il sindaco Mauro Martini, il comandante dei carabinieri di Pradleves, il critico d’arte e pittore Eugenio Gresi e il giornalista Giuseppe Palmieri, si è tenuta una pregevole manifestazione in cui la poesia è stata la vera artefice dell’incontro con il pubblico.

Carla Reni, ambasciatrice di Ethica Humana e insegnante di lettere e lingue straniere, ha delineato e definito con questo libro i momenti del suo percorso espressivo attraverso una scrittura misurata, delicata, attenta ai multiformi valori dell’umanità:«Ora il giorno/ sta tramortando/ sotto il ricamo dei monti…/ Ali turchine di angeli/ i fili spezzati del canto riannoderanno/…E la luce del mattino/ Ricamerà i suoi sorrisi». E, ancora, «Nome fatato/ Perla di rara bellezza/ Immensità in un abbraccio,/…Insuperabile docezza di un tenero bacio/…Sei tu, figlio caro…». Mentre esprime i suoi sentimenti sempre con limpidi versi:«Domani/ verrò a cercarti./ E…mi perderò/ nei tuoi occhi. /Calici di parole….».

La Reni ha frequentato, inoltre, in Friuli-Venezia Giulia la scuola dei «Maestri Incisori» e, a Volos, in Grecia, ha conosciuto Petros Papavassiliou, amico e mecenate di Giorgio de Chirico. Da Petros ha acquisito l’essenza di una tecnica pittorica personale ed esclusiva (A. Mis.)