Chieri, Rachele Sacco: «Creiamo una rete di solidarietà che parta dall’amministrazione e non lasciamo i cittadini soli a trovare delle soluzioni nei casi di difficoltà».
Rachele Sacco, consigliera comunale e consulente del lavoro, ha commentato in una nota la vicenda di una famiglia chierese in difficoltà, ripresa dai media.
“Un altro caso di povertà. Un’altra famiglia chierese in mezzo alla strada bloccata dai cavilli della burocrazia. Una storia già sentita: troppo ricchi per rientrare nell’emergenza abitativa e troppo poveri per affittare una casa ed essere autonomi. Le istituzioni devono garantire il diritto al lavoro sancito dalla Costituzione . Avevo già fatto pressione in passato per palesare situazioni simili, quando risultavano circa 12 le famiglie che vivevano in macchina, dati confermati durante un incontro con il Consorzio socio assistenziali. C’era stata anche una interrogazione in Consiglio comunale su un uomo che viveva all’area Tabasso nel parcheggio e ci risulta ci sia ancora. Ad aggravare situazioni del genere è la chiusura estiva della mensa popolare. Il progetto Reciprocamesa, nei locali dell’ExMattatoio, è sospeso dal 6 agosto al 5 settembre, ma chi ha fame però non va in vacanza e cosa deve fare? Possibile che siano i singoli cittadini a doversi mobilitare con gesti di solidarietà anziché le istituzioni? E’ pazzesco che in un Comune come Chieri non esista un protocollo per far fronte a questo tipo di emergenze. Esiste infatti un fondo per l’emergenza abitativa al quale non tutti riescono ad accedere. Non possiamo permettere che nostri concittadini si ritrovino in mezzo alla strada. Rischiamo di fomentare situazioni di razzismo e intolleranza, perché come sappiamo quando si tratta di rifugiati, ci sono molte più agevolazioni. Mi metto nei panni di un cittadino qualsiasi, senza colore politico o ruoli istituzionali, che ascolta questa storia e mi viene facile pensare a quanta frustrazione possa scaturire nel sapere che una famiglia italiana dorme in auto, mentre il Comune ha accolto una cinquantina di probabili rifugiati. Per evitare che si creino situazioni di intolleranza l’amministrazione deve essere garantista per tutti. Sorge dunque una domanda: ma Chieri è strutturata ed è pronta per far fronte a queste emergenze?”