Asti. Garrone, decano dei giornalisti piemontesi, ha compiuto 100 anni.

Il presidente della Provincia, Maurizio Rasero gli conferisce la pergamena di Patriarca dell’Astigiano.

Cent’anni e non dimostrarli: empatia, curiosità, ironia sono le caratteristiche di Luigi Garrone, decano dei giornalisti astigiani, che il 5 novembre ha raggiunto la soglia del secolo di vita. Ha festeggiato il traguardo insieme alle autorità, amministratori, colleghi, amici in un incontro amichevole al polo universitario Rita Levi Montalcini.

Luigi Garrone nasce il 5 novembre 1924 a San Marzanotto. L’infanzia e l’adolescenza la trascorre con i suoi genitori, la mamma Maria e il papà Michele fra Mongardino e San Marzanotto Piana. Sono anni difficili e complessi, inverni di povertà e limitazioni che forgiano il temperamento di Luigi che frequenta le elementari a Mongardino.

Il secondo conflitto mondiale lo vive in prima persona, poco più che ventenne, tra le fila partigiane dislocate nella valle del Tanaro. Stagioni di sacrifici, ma anche di impegno civile, fra gli studi magistrali e il conseguimento della laurea in lingue e letterature straniere all’università di Torino.

Dopo gli studi l’ingresso nel mondo del lavoro, i primi anni quale maestro elementare a Calosso. Siamo negli anni Cinquanta: decennio che segna il suo ingresso nelle industrie Way Assauto  dove per oltre 35 anni sarà dirigente dell’ufficio estero; sarà sovente fuori dal paese per lavoro.

Dal matrimonio con Lina nascono i due figli, Paolo e Giorgio. Sono anche gli anni del suo esordio nel mondo del giornalismo, ricevendo anche il premio dal Presidente dall’ordine del Piemonte.

Lavora per prestigiose testate italiane dalla provincia di Asti. Il giornalismo diventa l’occupazione quotidiana esclusiva dopo il pensionamento con racconti che nel libro testimonianza “Dal fuorisacco al web”, rimane una memoria lucida di quanto sia cambiato il volto e la pelle dell’informazione; storie, personaggi, testimonianze, aneddoti di vita contadina, le fatiche vissute negli ambienti rurali, i sogni e il futuro di intere generazioni, sono invece stati consegnati ai lettori nelle pagine del volumetto “Ieri, in campagna”. Negli anni Novanta i coniugi Garrone diventano nonni di quattro nipoti: Sara, Agnese, Lorenza e Alice.

Nel 2020 perde la cara moglie Lina che ha lasciato un vuoto incolmabile per tutti; al lutto si aggiungono le difficoltĂ  per la pandemia del Covid.

Oggi i suoi strumenti di lavoro (dalla macchina da scrivere al computer, dalla macchina fotografica al cellulare, dal fax alla posta elettronica) sono raccolti insieme a ritagli di giornali, copie di articoli e carteggi nel suo studio presso l’abitazione che fin dagli anni Cinquanta ad oggi è stata la redazione per l’attività giornalistica.

Ha festeggiato il traguardo insieme alle autoritĂ , amministratori, colleghi, amici in un incontro amichevole al polo universitario Rita Levi Montalcini.

Il presidente della Provincia e Sindaco di Asti, Maurizio Rasero ha portato i saluti consegnando a Garrone una pergamena di “Patriarca dell’Astigiano”. Il riconoscimento istituito dall’Ente Provincia viene assegnato a tutti i centenari che con storie e percorsi differenti hanno contribuito ad arricchire e promuovere i valori e le tradizioni comuni. Rasero si è complimentato con il centenario per la sua empatia, i rapporti instaurati con i colleghi della stampa astigiana presenti all’evento e per la sua lucidità di pensiero. Per il Comune di Asti ha portato i saluti l’assessore Luigi Giacomini. A tenere le fila dell’incontro sono intervenuti i colleghi Carlo Cerrato e Franco Binello. Testimonianze di stima, storie e aneddoti si sono susseguiti nei vari interventi delle persone presenti nell’aula magna dell’università: il Vescovo di Asti, Mons. Prastaro, la dirigente della Polizia di Stato, Donatella Boscassi, i colleghi Daniela Peira, Dino Barbero, Gabriele Massaro, Sergio Miravalle, Pippo Sacco, Fulvio Lavina, Patrizia Porcellana e numerosi altri.

Nella foto il neo centenario con il Vescovo e le autoritĂ  intervenute.