PERSONAGGI NOVARESI 12. GUIDO BOGGIANI, ANTROPOLOGO, ARTISTA ED ESPLORATORE
Guido Boggiani (nella foto) divenne famoso come antropologo, artista ed esploratore; nacque ad Omegna il 20 settembre 1861, ma visse a Stresa.
Artista già affermato in giovane età, frequenta l’Accademia di Brera a Milano, espone alcuni quadri nel 1881 e nel 1883 vince il Premio Principe Umberto e viene considerato come una promessa nel campo della pittura (nella foto un suo dipinto). Si trasferisce a Roma per ampliare le proprie esperienze dopo i numerosi consensi ricevuti.
A Roma diventa tra l’altro amico di Gabriele d’Annunzio ed Edoardo Scarfoglio.
L’artista, cambiando improvvisamente la sua vita, diventa quindi un importante etnografo, ora salutato come un pioniere del lavoro sul campo dell’etnologia italiana. A 26 anni quindi modifica radicalmente la propria esistenza, rinuncia ad un sicuro successo di artista e si imbarca per il Sud America, alla scoperta della tribù dei Caduvei, spostando i suoi interessi artistici nel campo etnografico. In questo viaggio, oltre a realizzare dipinti, produce una serie di schizzi a matita e china, alcuni ritratti sugli usi, costumi, attività degli indigeni e scrive il testo della sua opera principale: “Viaggi di un artista nell’America Meridionale: i Caduvei”.
In una seconda spedizione realizzerà anche ritratti fotografici di Indios (nella foto). Nel novembre 1887 si è recato a Buenos Aires e dopo alcuni mesi lì trascorsi, desideroso appunto di studiare i paesi dell’interno, si trasferisce nel 1888 nell’Alto Paraguay e nel Mato Grosso, dove si trattiene fino al 1893. Si reca più volte
nell’interno del Chaco e si trattiene anche presso alcune tribù. Inizia così la sua attività di esploratore e di etnologo.
Non smette però di dipingere, dedicandosi soprattutto al disegno e all’acquarello. Dopo sei anni di permanenza nell’America meridionale, nel gennaio del 1893 riparte per l’Italia, dove nello stesso anno riceve dal Governo l’incarico ufficiale di recarsi come delegato artistico all’Esposizione mondiale di Chicago.
Ritornato in Italia, si dedica a riordinare i risultati delle sue esplorazioni, pubblicando nel 1895 il già ricordato “Viaggi di un artista nell’America Meridionale: I Caduvei”.
Nel 1894 aveva ripreso ad esporre: a Roma dipinti del periodo americano e a Milano un nuovo colossale quadro. Sempre nel 1894 cede la sua collezione etnografica, con più di 2000 pezzi, al Museo Kircheriano di Roma (oggi Museo Pigorini).
Nel settembre 1895 partecipa al secondo congresso geografico italiano tenutosi a Roma.
Nel luglio 1896 riparte per il Paraguay, dove si dedica sempre di più agli studi scientifici, abbandonando gradualmente quasi completamente la pittura.
Nel 1897 compie una seconda spedizione presso i Caduvei. Si dedica quindi con grande interesse alla fotografia, raccogliendo importanti documentazioni.Nell’ottobre 1901 decide, per completare alcuni studi etnografici, di partire per il Chaco settentrionale del Paraguay, alla ricerca di una tribù sconosciuta e dal 23 ottobre dello stesso anno, data dell’ultima sua lettera scritta il giorno prima della partenza, non si ebbero più sue notizie.
In quella zona venne trovato assassinato nel 1902.
Nel corso della sua vita quindi intrecciò le proprie vocazioni di pittore paesaggista, di naturalista, di esploratore e di etnografo. Viaggiò, come si è detto, prima in Argentina poi nell’Alto Paraguay e nel Mato Grosso. Descrisse le sue esperienze di viaggio e di esplorazione nei suoi scritti, spesso stampati, e la sua passione etnografica lo portò anche a pubblicare il “Vocabolario dell’idioma Guanà”.
La sua produzione pittorica è ad oggi dispersa (alcuni dipinti si trovano nel Museo di Pallanza a Verbania) e si inserisce nel contesto del paesaggio naturalistico lombardo. Certo più importante e famosa la sua attività scientifica, tanto che i suoi numerosi studi di etnologia sono ancora oggi utilizzati.
Il Comune di Novara gli intitolò una via nel quartiere del Sacro Cuore il 18 novembre 1926.
Enzo De Paoli