ALLEGRO MOLTO a cura di E. Ferrati Torino-
RAZIONALISMO E INTELLETTO DI J.S.BACH-
Ancor oggi J-S.Bach suscita stupore “per magistero tecnico, intuizione espressiva e rappresentazione simbolica” (A. Basso) Nell’ Arte della Fuga” è presente, come in alcuni altri lavori l’astratto concetto di musica. Ls scoperta di questo enigmatico risale a un’epoca abbastanza recente su cui pesano interrogativi non indifferenti. In occasione dell’esecuzione torinese mi sono riletto le pagine contenute nel fondamentale “Frau Musika” dell’autorevole musicologo Alberto Basso, ormai un punto imprescindibile per coloro che studiano e suonano Bach.
A beneficio del lettore, trascurando l’aspetto propriamente musicologico, tento una sintesi di quanto affermato dal prof. Basso. L’autografo (conservato alla Biblioteca di Stato di Berlino) non solo rivela l’incompiutezza dell’opera: l’ultimo Contrappunto (n. 14) risulta troncato. Ma, non è tutto in quanto mancante di alcuni Contrappunti inseriti invece nell’edizione a stampa.
Quest’ultima, uscita nel 1750-51, non reca il nome dell’editore e in chiusura riporta il Corale per organo “Von deinen Thron tret ich hiernit” (“Dinnanzi al tuo trono mi presento”), ultima pagina di Bach, ormai cieco e all’estremo delle sue forze dettò al genero Johann Christoph Altnikol.
Una seconda edizione uscì a Lipsia (1752) con prefazione di Friedrich Wilhelm Marpurg, noto teorico dell’epoca.
Nonostante queste due edizioni. apparse dopo il decesso di Bach, l’opera rimase quasi sconosciuta, senza apportare contributi editoriali . la situazione non migliorò con le edizioni Pleyel di Parigi e Niigeli di Zurigo (1801-02). Un certo interesse suscitò la versione pianistica di Carl Czerny intorno al 1840, per i tipi di Breitkof & Hartel di Lipsia.
Si dovette attendere il 1924 per un rilancio quando sul “Bach Jahrbuch” un saggio di Wolfgang Graser mise in discussione tutta la problematica della “Arte della Fuga” che non portava indicazioni per l’esecuzione di Lipsia (28 luglio 1928). poi pubblicata dalla “Bach Gesellschaft” in un volume supplementare (1932).
A partire da questo momento le edizioni e le relative nuove versioni e le interpretazioni dell’ultimo capolavoro bachiano si sono moltiplicate al punto da creare una certa confusione sul versante esecutivo e critico. Basso sottolinea due problemi che stanno alla base della questione dell’ “Arte della Fuga” per la destinazione strumentale e la disposizione dei singoli brani.
Occorre tenere presente che l’opera, nonostante la mancanza di una precisa indicazione strumentale (e in questo si cela anche l’astrattezza del lavoro) , presenta le caratteristiche di “musica per strumenti a tastiera”. Seconda una certa teoria i numeri 1-4-8-11-14-17 sarebbero destinati al clavicembalo, i numeri 12-18 a due clavicembali il numero 13 a due clavicembali o all’organo.
Questa qualificazione suscita opinabilità se si pensa che l’opera è redatta “in partitura a quattro parti”. In quattro numeri Bach non usa il termine Contrapunctus ma quello di Canon , sono tutti a due voci con un tema ampiamente modificato.
L’Unione Musicale ha chiamato ad eseguire questo enigmatico lavoro di Bach il pianista anglo-ungherese ANDRAS SCHIFF (foto) le cui interpretazioni di Bach, Haydn, Mozart, Schubert, Chopin, Schumann, Beethoven e Bartok sono di assoluto riferimento. Protagonista della scena concertistica internazionale, ha ricevuto la medaglia d’oro della Philharmonic Society di Londra (2013), nominato Cavaliere dell’Ordine dell’Impero Britannico (2014) dalla regina Elisabetta.
Personaggio schivo, estraneo ai meccanismi dello “star system”, si è apertamente espresso in difesa dei diritti umani e della libertà di stampa in Ungheria, ricevendo attacchi e minacce e decidendo quindi di non più esibirsi in Ungheria.
Torino, Conservatorio, p. Bodoni – Stagione Musicale
mercoledì 27 novembre, ore 20.30 ANDRAS SCHIFF (pianoforte)
Musica di J.S. Bach