CHIERI. SORPRESE DI ARTE E DI STORIA. 1952: il “Teatro Duomo”. Caratteristiche

Da “Il Chierese” del 5 gennaio 1952: “Costruito dalla ditta Manolino sotto la direzione dell’ing. Luigi Lautier e su progetto dello stesso, questo salone… presenta una lunghezza di m. 21,50 per una larghezza di m. 14 e altezza m. 10. La platea ha una superficie di mq. 282 e contiene 484 sedie poste in un piano inclinato di 85 cm. verso il palco, davanti al quale si apre un’ampia fossa per l’orchestra in diretta comunicazione con il sotto palco. Alla platea si accede per mezzo di due entrate dall’ingresso principale di via Balbo, mentre le uscite di sicurezza, in numero di 5 e di larghezza non inferiore ai m. 2, sboccano nel cortile comunicante con vicolo Tepice. La galleria con una superficie di 140 mq. e con 200 sedie, si protende con due balconate laterali sopra la platea per m. 7. Ha una altezza dal piano della platea al suo intradosso di m. 4,20 ed ha come sfogo tre porte che per mezzo della scala esterna si aprono nel cortile. Si accede alla galleria per mezzo di una scala che dall’entrata conduce a un piccolo ‘foyer’ con bar servizi igienici ecc. e quindi nella galleria stessa. Il palco, costruito secondo le più moderne esigenze sceniche, misura 100 mq. e consente anche la rappresentazione lirica. Il suo boccascena è di m. 7 x 5,20. Tutto l’insieme dà garanzia di solidità anche per il fatto che ossatura e tetto sono in cemento armato. La ditta Graglia di Torino ha provveduto ad ingentilire la costruzione con pregevoli stucchi; mentre la ditta Mazza Antonio provvedeva per impianti moderni di elettricità. Anche il problema dell’acustica è stato preso in considerazione e risolto in maniera del tutto soddisfacente. Cosi pure, una moderna attrezzatura della ditta Turbiglio e Gariglio provvede al ricambio ed al riscaldamento del locale. Speriamo che ben presto questo teatro incominci una attività e che sia alla sua altezza; nel contempo ci congratuliamo con il progettista ed i costruttori ed in particolare con il rev. Canonico don Lucco Castello che ha fatto sì che Chieri avesse finalmente un teatro attrezzato”.

Antonio Mignozzetti