CHIERI COM’ERA. Ricordo di Bruno Brunetti a 10 anni dalla scomparsa

Brunetti con Aldo Levi nel 2009

Il 4 febbraio 2025 ricorre il decimo anniversario della morte di Armando (Bruno) Brunetti.

Vogliamo ricordarlo riproponendo un articolo apparso sulla rivista Più di marzo 2000, scritto da Aldo Levi, altro noto e stimato chierese, amico da sempre di Brunetti, del quale apprezzava le qualità e non si nascondeva le mancanze. Aldo Levi ha collaborato attivamente con l’amico Bruno per dare vita alla Fondazione Chierese per il Tessile e per il Museo del Tessile, un’importante istituzione cittadina che continua a conservare, valorizzare e promuovere il patrimonio materiale e immateriale della cultura del tessile chierese. (Daniela Bonino)

Il sogno nel cassetto

di Aldo Levi

Ultimo della famiglia, dopo una sorella e due fratelli ormai tutti scomparsi, il giovane Armando, per gli amici Bruno, rimane orfano di padre all’età di due anni. E viene subito coccolato da tutti, non foss’altro per la notevole differenza di anni che lo distingue rispetto ai restanti membri della famiglia.

Nella tragica circostanza la continuità dell’azienda, fondata dal padre Giuseppe Brunetti nel 1920 (la ditta tessile più anziana esistente) viene assunta dalla madre Clara Fantino a cui va il merito di non essersi scoraggiata e di aver profuso tutte le sue forze nel condurre, oltre al ménage famigliare già molto impegnativo, la non facile attività imprenditoriale. E non va dimenticato che a quei tempi il fatto di essere donna costituiva un notevole handicap nei confronti degli altri colleghi e concorrenti.I risultati sono stati decisamente soddisfacenti e sono sotto gli occhi di tutti i lusinghieri traguardi raggiunti, anche se imprevedibili vicissitudini della vita hanno fatto registrare un susseguirsi di passaggi naturali per linea ereditaria nella conduzione dell’attività industriale, attualmente assunta dai giovani figli di Francesco: Giuseppe e Clara.

Facendo un flash back per un breve curriculum del “giovane” Bruno, che abbiamo sopra incontrato all’età di due anni, dobbiamo registrare a beneficio di coloro che non sono a conoscenza dei fatti, come essendo l’ultimo dei quattro fratelli sia sempre rimasto, malgrado la crescita degli anni e degli impegni, il “cocco di mamma” e c’è chi lo ricorda, ormai avanti negli anni, nell’atto di accompagnare la mamma a fare la spesa nel vecchio negozio, ormai scomparso, della signorina Giustina Menzio, prospiciente l’angolo della chiesa del Santuario dell’Annunziata.L’azienda ormai fiorente, specializzata in tessuti tecnici e non, godeva e gode di grande stima e ammirazione cui vanno aggiunti anche spizzichi di naturale gelosia dal momento che la famiglia poteva concedersi un meritato benessere. Di ciò (bisogna dirlo) chi ne godeva di più era proprio lui, il “cocco”.

Era il 1967 quando la madre lasciava questa terra e pensiamo di non svelare nessun segreto se diciamo che Bruno aveva sempre preferito tenersi alla larga da qualunque impegno direttivo nella conduzione della “Giuseppe Brunetti snc” affidata ai fratelli maggiori, con una eccezione, quella della costruzione, nel 1969, della Filatura di Villarvegna (Alessandria), un’impresa alla quale dedicò tutta la sua competenza tecnica ed organizzativa.

Fu soltanto nel 1986, in seguito all’improvvisa scomparsa del fratello Francesco, che si è visto costretto a rimboccarsi le maniche e, con una full-immersion, mettersi al timone della continuità aziendale. I nipoti Giuseppe e Clara, figli di Francesco, erano ancora giovani, anche se già parzialmente inseriti; erano soprattutto inesperti e, malgrado ciò, sono stati subito caricati delle loro responsabilità che tuttora mantengono con serietà e assiduità.

Nella procellosa navigazione dell’industria tessile chierese Armando Bruno ha saputo navigare con maestria portando a compimento le difficili traversate e raggiungendo (tanto per rimanere nell’esempio marinaro) tutti i porti di destinazione.

Innumerevoli sono le iniziative promosse nell’arco del suo periodo (diciamo così…) di maturità, assunte di volta in volta nella veste di imprenditore, di amministratore pubblico o di semplice cittadino. Ne elenchiamo alcune, in ordine sparso. È stato presidente della Classe 1934, distinguendosi per varie iniziative soprattutto a favore di un rilancio turistico. È stato presidente del Moto Club Giuseppe Franchino. È stato fondatore (con altri) della Pro Chieri, dove ha fatto registrare personali performances sempre innovative quali la creazione (in partnership con sua madre!) della Bela Tessioira (era il 1953).

Ha inciso un celebrato “Inno a Chieri” in dialetto piemontese, ha ideato la Rassegna della Canzone Piemontese con la riscoperta del famoso “saut an sal cher”, ha condotto per Radio Centotorri il domenicale spazio piemontese dei “Birichin”. Insomma, ne ha fatte di tutti i colori!

Ma il suo grande sogno, che finalmente si è avverato, è il Museo del Tessile e la Fondazione Tessile di cui è presidente. Il progetto non è ancora integralmente realizzato perché si attende la disponibilità, ormai prossima, di nuovi spazi espositivi. Ma l’opera ormai è nata ed è avviata ad uno sviluppo glorioso. Ha un sito su internet (www.fondazionetessilchieri.com) che la fa conoscere in campo internazionale: l’ennesima dimostrazione concreta delle capacità creative del nostro Bruno, come del resto il gemellaggio con Epinal. Erano anni che gli industriali chieresi parlavano di realizzare questo doveroso “amarcord”. Neanche i maggiori big tra quanti hanno avuto cariche di rilievo nell’ambito delle associazioni di categoria e nelle amministrazioni pubbliche erano riusciti a tanto. A Bruno Brunetti va pertanto l’onore e il merito di aver realizzato questo ambitissimo sogno che gratifica tutta la città di Chieri e la sua operosa cittadinanza. Ci piace infine evidenziare che nel 1990, in occasione dei 70 anni dalla fondazione della “Tessitura Giuseppe Brunetti” Bruno realizzò un libro di carattere tecnico “EI contrameter” di appunti pratici sul tessile. Lo volle dedicare ai suoi genitori ma nella prefazione ha ricordato tutti i protagonisti famigliari di questa saga gloriosa che porta il suo nome. È un manuale che solo gli addetti ai lavori, e forse neppure tutti, conoscono. Sarebbe bene invece consultarlo di più. Non si tratta infatti di un reperto del glorioso passato ma il punto di partenza per un rilancio della vocazione tessile chierese il cui protagonista, Armando Bruno Brunetti, è più che mai sulla breccia per dare nuovi contributi allo sviluppo di questo territorio che lui tanto ama.

Chissà se ci sono ancora altri sogni nei suoi cassetti? La Fondazione Chierese per il Tessile e per il Museo del Tessile, presieduta da Bruno Brunetti, ha lanciato una iniziativa che intende portare Chieri nel Guinness dei primati: l’esecuzione di pitture su fustagno di una lunghezza sino ad ora mai realizzata (auspicabilmente superiore ai 400 metri). Un telo alto 60 cm., disteso per l’intera via maestra della città, sarà messo a disposizione di artisti che vogliano partecipare a questa gara non competitiva realizzando dipinti nello spazio di un metro ciascuno e aventi come tema “Chieri ieri, oggi, domani”. Lo straordinario evento è programmato per domenica 28 maggio 2000, nell’ambito della manifestazione storica medioevale “Nella Rocca di Gandolfo”.