PASSIONE FUMETTI di Giancarlo Vidotto – Bruno Bozzetto in mostra con “West and Soda” a Sanremo Art & Comics
Bruno Bozzetto è un nome noto, potremmo anche dire che è il simbolo dell’animazione italiana, certamente di quella che ne costituisce la storia nel nostro paese, insieme al Carosello degli anni ’60 e ’70. L’ultimo Festival di Venezia lo ha omaggiato con il documentario “Bozzetto non troppo” di Marco Bonfanti, documentario che arriverà nelle sale cinematografiche a ottobre e che, a dicembre, potremo vedere in tv su Sky Arte HD. E questo è solo l’ultimo riconoscimento che l’animatore/disegnatore/regista/scrittore ha ricevuto nei suoi oltre 50 anni di carriera, da quando nel 1958 fu proiettato il suo primo film “Tapum! La storia delle armi” al Festival di Cannes.
La sua creazione più importante è certamente “Il Signor Rossi”, caricatura dell’italiano medio e della nostra società, protagonista di numerosi cortometraggi e tre lungometraggi, realizzati a partire dal 1960, data del primo cortometraggio “Un Oscar per il signor Rossi”. Il primo lungometraggio prodotto e diretto da Bruno Bozzetto è stato “West and Soda” del 1965, a cui è dedicata la mostra esposta a Sanremo. Il Dizionario dei Film Meneghetti lo definisce «parodia, citazione, omaggio e rilettura, con squarci surreali, del western più classico» e lo stesso Bozzetto dichiara che “si tratta del primo film di animazione ‘pensato per adulti’ e non solo per bambini, com’era invece intesa l’animazione fino ad allora, almeno in Italia”.
Domenica 11 settembre Bozzetto è stato ospite della manifestazione Sanremo Art & Comics dove è stata allestita una bellissima mostra curata dalle (altrettanto bellissime) figlie Anita e Irene, e dove ha partecipato ad un incontro con il pubblico insieme allo scultore Alessandro Zecca – autore di numerose statuine dedicate ai suoi personaggi – moderato dal bravo giornalista Giuseppe Pollicelli. Bruno Bozzetto, con simpatia ed energia, ma anche con modestia e tanta ironia, ha parlato del suo lavoro, della sua carriera e del mondo dell’animazione. A seguire cercherò di sintetizzare i suoi pensieri esposti nel corso dell’incontro, partendo proprio dalla dichiarazione esposta nel paragrafo precedente:
“I film di animazione possono essere utilizzati per raccontare qualsiasi cosa – ad esempio si potrebbe pensare ad un horror o un film erotico – ma anche per realizzare documentari e per scopi divulgativi (Bozzetto vanta una lunga collaborazione con Piero Angela, per cui ha realizzato tantissime animazioni per la trasmissione Quark). Bisogna comunque tenere presente che una volta i bambini non avevano gli elementi per cogliere l’ironia insita nei cartoni animati, anche in quelli della Disney. Oggi certamente è diverso ma non completamente. In ogni caso, quando è uscito West and Soda non credevo avesse successo, ho passato una settimana fuori dai cinema dove lo proiettavano, incredulo di quanta gente andasse a vederlo.
Ho scoperto Alessandro Zecca per le sue statuine. Mi ha colpito la sua capacità di cogliere aspetti anche intimi dei personaggi che realizza.
Oggi con il 3D si può fare animazione senza sapere disegnare. Nel 2D invece è fondamentale saper disegnare. Ora l’animazione è sempre più 3D. In realtà si faceva 3D anche con i disegni tradizionali, ad esempio in Bambi, quando il papà muove le corna, queste devono conservare la solidità anche nel movimento. Eppure Bambi è stato disegnato tutto a mano. In ogni caso oggi tantissimi film sono in gran parte realizzati in animazione, pensiamo ad esempio ad Avatar e Star Wars. In ogni caso alla base di tutto sta la comunicazione. La tecnica oggi è elevatissima e consente di fare qualsiasi cosa. Io ho fatto il Liceo e poi mi sono iscritto a Giurisprudenza, non ho fatto studi particolari per disegnare, però mi piace raccontare. Mi piace scrivere storie, musiche, storyboard, layout.
In Italia non ci sono studi di animazione che possano sostenere grandi produzioni. Servono centinaia di dipendenti, così si va in Cina e India, dove ci sono strutture impressionanti, saloni pieni di animatori. In Italia c’è la RAI, ma la sua politica è di far lavorare a rotazione i vari studi. Questo causa un problema di continuità lavorativa. Negli USA è diverso, ci sono più possibilità, si può salire velocemente e lavorare molto, ma basta un errore e sei fuori. Però facilmente si trovano altre possibilità e il turnover è sempre elevato.
Le mie influenze sono varie, ad esempio l’etologia, perché non c’è solo l’uomo e soprattutto mi piace guardarlo da un punto di vista diverso, spesso da molto lontano. Amo il campo lungo, lunghissimo, dove l’uomo si vede piccolo, quasi una formica. Quando ho iniziato a fare animazione c’ero praticamente solo io. Frequentavo i Festival del cinema e ho conosciuto tantissimi autori e registi, della Jugoslavia e dell’est. Da loro ho imparato a guardare le cose in modo diverso. Mi interessa l’attenzione ai comportamenti sociali e alla morale, ma non ai partiti. Non ho mai voluto stare da una parte sola. Guardo all’uomo per quello che fa. L’animazione è un mezzo potente per fare questo. Non amo nemmeno il politicamente corretto, perché vuol dire adeguarsi. Per me invece tutto deve essere in discussione, sempre. E’ importante anche la sintesi, ma per farla ci vuole tempo, non è semplice.
In Italia è stato molto importante l’apporto della pubblicità. La creatività in fondo nasce da una sfida e la pubblicità lo è. Carosello è stato importantissimo per lo sviluppo dell’animazione, anche se all’estero non lo capivano, non capivano cosa c’entrasse il prodotto con la scenetta animata, per loro era una cosa senza senso. Con la fine di Carosello però è finito tutto, tutta la potenzialità e la professionalità è andata persa perché non c’è più stata richiesta di animazione. La RAI ha cominciato a comprare cartoni animati in Giappone. L’animazione giapponese è arrivata in Italia con Heidi nel 1978. Anche i Giapponesi però hanno prodotto capolavori, e non solo Miyazaki. Ho incontrato diverse volte Osamu Tezuka e tutte le volte lui si scusava. Non parlava l’italiano e la traduttrice mi diceva che “si scusa perché lui ha inventato la formula ‘un disegno e 7 fotogrammi’”. In ogni caso l’animazione giapponese ha formato almeno una generazione di animatori.”
Bruno Bozzetto ha ricordato anche i collaboratori delle sue produzioni e in particolare l’attore e regista Maurizio Nichetti. Alla domanda su eventuali progetti futuri ha risposto che “oggi produrre un film di animazione è diventato costosissimo, ci vogliono almeno dai 3 ai 5 milioni di euro e in Italia non c’è nessuno disposto a farlo. Io avrei delle idee e dei progetti ma non li curo più di tanto”. L’incontro è stato anche occasione di qualche allegro scambio di idee con il pubblico di entusiasti e competenti appassionati. A proposito delle ispirazioni di “West and Soda” Bozzetto ha dichiarato che il richiamo è soprattutto al west classico americano. L’ironia che pervade il film, e che in qualche modo anticipa gli spaghetti wester (“Per un pugno di dollari” è del ’64 ma la lavorazione di “West and Soda” è iniziata prima della sua uscita), è nata spontaneamente. Le gag sono nate per puro divertimento: più ci si diverte nella realizzazione, più si diverte poi il pubblico.