Biblioteca di Belveglio: presentazione del libro “Napoleone in bicicletta” di Franco Testore

Alla biblioteca di Belveglio sabato scorso è stato presentato il libro “Napoleone in bicicletta” di Franco Testore, presentato dalla sindaca del paese Michela Cretaz.

Testore ha lavorato per oltre 40 anni in Ospedale come medico oncologo e nel 2005 ha deciso di cominciare a raccontare le storie della gente semplice. In questo incontro si è distinto per la sua umanità, disponibilità e modo di raccontare i contenuti storici del nostro territorio.

“Questa è una storia vera”, ha esordito l’autore, dialogando con l’insegnante Piera Adorno. È la storia di Napoleone, nonno di sua moglie, spesso ricordato nelle riunioni di famiglia, ma che lui non ha mai conosciuto. Insieme alla nonna, Mena, moglie di Napoleone, spesso parlavano di questo nonno e del suo avventuroso viaggio in bicicletta dal Veneto fino in Piemonte. La curiosità verso questa figura spinge l’autore a compiere ricerche negli uffici dell’anagrafe del Monferrato e del Veneto, per trovare gli anelli mancanti di quella storia che conosce solo a tratti.

Napoleone, il protagonista del libro, è un bracciante veneto, che a metà degli anni ‘30 fugge dalla provincia di Padova, perché ricercato dal regime fascista per le sue idee socialiste. Acquista una bicicletta, impara ad usarla in un giorno e in una ventina di ore di pedalata ininterrotta raggiunge il Piemonte. Qui comincia una nuova vita da bracciante, e qui verrà raggiunto in treno dalla sua famiglia.

Dalle ricerche fatte, Testore ha scoperto che il primo paese in cui Napoleone aveva abitato in Piemonte era Conzano. Poi Castelletto Merli, e infine Asti, in Valle San Pietro, dove i mezzadri veneti conobbero la famiglia Levi-Montalcini. L’autore spesso parlava delle vicende della guerra in Montenegro col figlio di Napoleone, Angelo, suo suocero. Qualcuno dei nipoti ricordava ancora dall’infanzia storie familiari raccontate dalla nonna Mena, la moglie di Napoleone. Può suonare strano il nome Napoleone, ma era molto diffuso in Veneto, come omaggio sia a Napoleone Bonaparte, che in pochi anni di permanenza in Italia ha cambiato l’assetto sociale e, in particolare, ha trasformato i contadini da schiavi a braccianti liberi, sia a Napoleone III che ha annesso quella regione all’Italia. Il mondo contadino era animato da valori veri, da una umanità che oggi si sta perdendo. Una umanità che si manifesta, ad esempio, nella rete di solidarietà tra i compaesani di Napoleone, che lo aiutano a fuggire. Significativo è il personaggio di Mena, la moglie, vero perno della famiglia, soprattutto in assenza del marito. Significativa è anche la storia dei figli, che finiranno, da adulti, per ereditare gli stessi ideali del padre, le stesse speranze in un mondo migliore.

Alessandra Gallo

(Foto di Bibiana Gallo)