SORPRESE DI ARTE E DI STORIA. Chieri. Un tesoro nascosto in una soffitta

Fra i tanti conventi e monasteri che un tempo affollavano Chieri, c’era anche il monastero di Santa Chiara, delle monache Clarisse.

Fondato verso la metà del secolo XIV presso la “porta del Moreto” (in fondo all’odierna via Garibaldi), nel 1493 si trasferì presso il “bricco degli Alamanni”, fra le odierne via Demaria, via Santa Clara e piazza Silvio Pellico.

Nel 1584, anno della visita apostolica di mons. Angelo Peruzzi, vescovo di Sarsina, ospitava dodici monache e due donne di servizio e aveva una chiesa di sufficiente ampiezza la cui abside è tuttora ben visibile da via Santa Clara.

Con il passare degli anni il numero delle monache crebbe e con esso il monastero. Fra l’altro, verso la metà del Seicento la cappella originale fu sostituita con un’altra più grande ed “esterna”, cioè consistente in un edificio indipendente da quello del monastero, collegato con esso tramite un passaggio sospeso. Il monastero doveva godere economicamente molto agiato se nel 1736 poté permettersi di far affrescare l’intera volta della cappella da Antonio Milocco per la parte figurativa e dai fratelli milanesi Giovanni Pietro e Pietro Antonio Pozzo per le quadrature.

In seguito al decreto governativo del 28 Termidoro dell’anno X repubblicano (16 agosto 1802), anche il monastero di Santa Chiara fu soppresso, le monache disperse, l’edificio incamerato dallo Stato e nel 1809 messo all’asta: se lo aggiudicò per 13.000 lire l’industriale ebreo David Levi, il quale vi installò una fabbrica tessile.

Riacquistato dal Comune nel 1861, oggi è sede del Museo del Tessile.

La cappella “esterna”, invece, rimasta in mano a privati e suddivisa in due piani per mezzo di un solaio, oggi è sede di un poliambulatorio.

Ed è proprio questa cappella ad offrirci la sorpresa della settimana. Per scoprirla è necessario, sotto la guida dell’attuale proprietario dott. Guido Vergnano, salire al piano superiore e da qui tramite una scala a pioli, attraverso una botola, accedere alla soffitta. Raggiunta la quale, non si può fare a meno di sbarrare occhi e bocca davanti a quella che è una sorpresa nel vero senso della parola: la volta della cappella è rimasta intatta, e intatti sono rimasti gli affreschi che la decorano totalmente. Al centro si può ammirare l’immagine di Santa Chiara d’Assisi in gloria, circondata da uno stuolo di Angeli in movimento nel cielo azzurro. Tutt’intorno una ricca cornice nella quale elementi architettonici di stile barocco si alternano a festoni e a ceste di erbe e fiori multicolori.

Antonio Mignozzetti