ALLEGRO MOLTO a cura di Edoardo Ferrati
TORTONA (AL)- LORENZO PEROSI A SESSANT’ANNI DALLA SCOMPARSA– Il 12 ottobre 1956 si spegneva a Roma, all’etĂ di 84 anni, don Lorenzo Perosi (foto) cui si deve l’innovazione della musica liturgica. A sessant’anni dalla scomparsa, Tortona, sua cittĂ natale, lo ricorda con un’importante manifestazione “Tortona cittĂ della musica”, prima edizione, articolata in una corposa serie di appuntamenti tra musica, cultura e turismo dal 4 all’8 ottobre. Una qualificata agenda comprendente workshop, concerti, stand enogastronomici, colori , sapori , laboratori e un premio, frutto della straordinaria collaborazione di istituzioni pubbliche e private che, ricordando Perosi, riscopre e ripropone fecondi valori secolari che hanno nutrito anche atti esemplari: in primis don Luigi Orione, tortonese pure lui, il santo della caritĂ e amico dello stesso Perosi. La manifestazione ha ottenuto il patrocinio del Ministero dei beni, delle attivitĂ culturali e del turismo (MiBACT). La creativitĂ musicale di Perosi è quindi patrimonio nazionale che lo ha reso celebre non solo nel mondo cattolico, ma anche apprezzato da insigni colleghi quali Mascagni, Puccini, Massenet e Arturo Toscanini che il 16 novembre 1901 diresse in prima mondiale alla Scala l’oratorio “MosĂ©”, preceduto nel 1899 da un altro oratorio “La risurrezione di Cristo”, che portò il sacerdote di Tortona alla ribalta mondana.L’omaggio a Perosi ha preso il via venerdì scorso, con un preludio importante nella Cattedrale dove l’Orchestra del Teatro Regio di Torino, diretta da Donato Renzetti, ha proposto il Concerto per pianoforte e orchestra in la minore, monumentale lavoro di 204 pagine, interpretato da Umberto Bettegazzore abbinato alla suite sinfonica “Venezia”, inedita e in prima mondiale. Il concerto è stato registrato e verrĂ proposto in un CD allegato alla prestigiosa rivista “Amadeus” che sarĂ in edicola il prossimo febbraio. Perosi è relegato tra i “minori”, mortificato nei dizionari musicali con un risibile numero di righe, di solito assegnate a un operettiista da strapazzo, Insomma, una forma di ghettizzazione neppure malcelata. Poco a poco si è cancellato il suo nome fino ad essere sistematicamnte eliminato dalle programmazioni artistiche. Non solo autore di lavori ecclesiastici, ma anche di pagine cameristiche e sinfoniche, Basti pensare, ad esempio, ai suoi Quartetti che assumono un esempio unico in Italia dove, dall’ 800 ai primi del ‘900, furoreggiava un’esasperata vocalitĂ verista sia teatrale che salottiera. Il linguaggio di Perosi va dunque rivalutato per riconoscere finalmente il valore di una figura musicale completa del nostro secolo scorso, tanto completa e profonda quanto estranea agli sterili accademismi. Non si è mai voluto creare un appropriato spazio per Perosi il quale potrebbe stare alla pari in concerto accanto a Busoni, Respighi, Casella, Malipiero, Petrassi. VerrĂ il tempo di don Lorenzo? Tortona si propone come battistrada, inziando a squarciare l’oscuritĂ che circonda la sua immagine. Occorre delineare con profonda decisione i suoi aspetti creativi: ormai è urgente una visione completa del suo corpus creativo a cui da anni si stanno dedicando con passione l’organista Arturo Sacchetti e Adriano Bassi (autore di un bel libro edito nel 1994) non tralasciandone anche gli aspetti romanzeschi e misteriosi.La manifestazione propone anche, per la prima volta, l’accesso del pubblico all’archivio dell’Accademia Musicale “Perosi” dove è custodito una raccolta di valore inestimabile: epistolari, lettere, spartiti, manoscritti inediti. Le spoglie di don Lorenzo riposano accanto a quelle del fratello Carlo, cardinale che ricoprì importanti incarichi presso la Santa Sede, nella cattedrale di Tortona.La cittadina monferina rende omaggio a un’altra illustre sua figura: il tenore Giuseppe Campora, artista di una certa notorietĂ la cui carriera si svolse tra Euopa e Stati Uniti e che cantò al fianco di dive come la Callas e la Tebaldi. La mostra dal titolo “Un tenore da Tortona a New York”, propone costumi originali, foto di scena (famose quelle de “La Gioconda” all’arena di Verona con la Callas, 1947), lettere con colleghi famosi e cimeli. Infine, da non dimenticare la prima edizione del premio “Perosi che verrĂ assegnato l’8 ottobre (Teatro Civico) al celebre mezzosoprano Fiorenza Cossotto che fu tra i solisti della prima registrazione mondiale degli oratori “Transitus animae” e “La risurrezione di Cristo” (Milano, 1957)
TORINO- TORNA LA FESTA DELLA MUSICA ORGANISTICA– L’edizione numero 33 del Festival Organistico Internazionale presso il Santuario di Santa Rita, è affidata a mani femminili. Un’idea di Omar Caputi (foto), direttore artistico che vuole restare nel solco tracciato dal compianto Massimo Nosetti, andando a scovare a livelloi nternazionale, il meglio degli interpreti in Itaia, Germania, Polonia, Italia, Belgio, Giappone, Canada. SarĂ lo stesso Caputi a sedere alla consolle nel concerto inaugurale (26) che avrĂ al suo fianco la talentosa, tanto da non smentire il criterio di base, Isabella Stabio, diplomata in sassofono con il M° Marchetti al Conservatorio di Torino e tra i vincitori di un’edizioni di pochi anni fa del concorso Giovani Interpreti di Chieri. Accanto a pagine insolite trascritte da Sains Saens, e FaurĂ©, lavori noti di di Mendelssohn, J.S., Rheinberger e altri meno frequentati di Duncan, Peetrs e Stamm. Nella locandna 2017 spicca il nome di Max Reger (centenario della morte), autore che mostra grande fertilitĂ e rapiditĂ nel trattamento della musica contrappuntistica, una marcata assimilazione a quella romantica sposata al rigore bachiano. Musicista complesso e rigoroso occupa un posto del tutto particolare nella musica tedesca in quanto unisce la tecnica bachiana al linguaggio polifonico con nuove conquiste armoniche. La sua figura si staglia ormai nello scenario finale del tramonto del romanticismo, guarda sì ai tempi nuovi, ma va intesa come una sorta di esperienza sonora. Il formidabile dominio tecnico di cui era dotato si manifesta un po’ fine a se stesso e quindi sorretto da una certa dose di retorica. L’organo di Santa Rita, nato su progetto fonico del M° Nosetti, è stato realizzato dalla ditta Gustavo Zanin di Codroipo (UD) nel 1990, è considerato tra i migliori strumenti italiani. Le sue caratteristiche tecniche: 53 registri reali, 3.804 canne, quattro tastiere di 58 note, una pedalira concavo-radiale di 32 note. trasmissione elettrica per i registri e gli accopiamaenti, trasmissione meccanica per i tasti e la pedaliera, consentono di suonare un vasto repertorio da Bach ai contemporanei. Di qui la sua fama a livello mondiale con alla consolle tutti gli interpreti piĂą prestgiosi.TORINO, Santuario di Santa Rita, piazza omonima, ore 21.00ingresso libero
Calendario:
3 ottobre, MELANIE BARNEY (Canada)
10 ottobre, MARIA MAGDALENA KACZAR (Polonia)
17 ottobre, MEI MIHANA (Giappone)
24 ottobre, ANGELA METZGER (Germania)
31 ottobre, CINDY CASTILLO (Belgio)7 novembre, ISABELLE DEMERS (Canada)
14 novembre, LORETO ARAMENDI (Spagna)
21 novembre, MANUELA NEYRET (Italia)