PIEMONTE ARTE: PROMOTRICE, CHESSA, GHIOTTI…
ALLA «PROMOTRICE» LA 174° ESPOSIZIONE ARTI FIGURATIVE
Il poliedrico percorso della Società Promotrice delle Belle Arti si misura, in particolare, con la sequenza delle mostre sociali con le presenze provenienti da ogni parte d‘Italia. E la «174° Esposizione Arti Figurative» rappresenta un incontro di linee, rappresentazioni e immagini che concorrono a definire gli aspetti del linguaggio dell’arte e di quei momenti scanditi dal procedere delle stagioni tra attese e sottili inquietudini, interiori emozioni e sensazioni che si trasformano in uno scenario di suggestive e interpretate memorie.
In tale angolazione, s’inserisce l’attuale «sociale» che presenta 372 autori, con 505 opere, selezionate dalla Commissione Artistica formata da Ezio Balliano, Mario Bisoglio, Michelangelo Cambursano, Rino Fornasa, Bruno Fusero e Alfonso Grattini, mentre il catalogo e l’allestimento sono a cura di Orietta Lorenzini.
La mostra, ambientata nella Palazzina Liberty al Valentino, promossa dal presidente Giovanni Prelle Forneris e dal Consiglio Direttivo, offre un panorama quanto mai vario di lavori tra figurazione e astrazione, paesaggi e pagine fantastico-surreali,
dipinti, sculture e grafica. Un itinerario espositivo che racchiude un ampio numero di opere storiche legate alle testimonianze di artisti scomparsi.
In questa sezione, si possono vedere documenti che sottolineano il concettuale discorso di Carena e le tavole di Cherchi, il cromatismo di Pinot Gallizio e la pulsante energia di Carol Rama e Mastroianni, in una sorta di racconto che unisce Menzio e Paulucci, del gruppo dei «Sei di Torino», a Rambaudi e Rognoni, la gestualità di Ruggeri e Spazzapan alla trama segnica di Soffiantino, Treccani, Vespignani e Calandri. Vi è nelle sale un alternarsi di materiali, di impressioni e soluzioni tecnico-espressive, che si snodano dalle sculture, «le nuove visioni», di Nini Maccagno, alla sofferta raffigurazione di Bertello, dall’espressionismo di Scarsi e Sismonda (sua è la copertina del volumetto del convegno «Cui prodest? Alla ricerca del senso perduto» a Racconigi del 2016) alla musicalità delle forme nello spazio di Serafino Delaurenti, in una successione di esperienze che rivelano l’impianto compositivo di Antonio Scarpino, Alfredo Levo e Giacinta Villa.
E il rapporto con l’ambiente, la fantasia, la natura, trova rispondenze nelle opere di Pippo Bercetti, Roberto Bertola e Stefano Cambursano, nell’autoritratto giovanile di Sara Carbone e nella struttura geometrica dei quadri di Oddino Gagliardi, nella magia di Francesca Graziani Giovannini sino al fascino di una realtà rivisitata da Maiolo e Tomaselli, al meditato dettato di Giuseppe Cavallera e alla nitida definizione figurale di Michele Baretta, Giuliano Emprin e nelle delicate vedute di Maria Antonietta Prelle e Piero Solavaggione. Insieme al paesaggio di Gregorio Calvi di Bergolo, si coglie l’essenza delle immagini di Vittone, mentre emergono le rasserenanti atmosfere della pittura di Mario Gamero e Giuseppina Colonna Gamero, di Luciana Bey e Carlo Loro e, ancora, Cesare Tubino, Ermanno Ricci, Vincenzo Albano, Luigi De Ambrosi, Bruno Fisanotti, Guglielmo Mezzari e Salvina Malandrino.
E accanto alle sale e agli spazi dedicate ai soci scomparsi, si snoda un itinerario che, partendo dal salone, che rinnova, attraverso 12 settori espositivi, l’indagine intorno alle esperienze degli scultori Giovannone e Unia, Arcidiacono e Muzio, Devecchi, Sacerdote, Ottonello, Perino, Fissore, Cardovino.
Un percorso che unisce la pittura di Beppe Gallo a quella di Molinaro, la polimaterica opera della Suppo alla fantasia del chierese Appendino, i frammenti d’immagine di Maria Ausiliatrice Laterza alla tela della sorella Lia Laterza, in una sequenza di lavori legati alle esperienze della Palumbo e Malfatti, di Viglieno Cossalino (autore di una pregevole monografia su Giuseppe Falchetti) e della Giovenale, il Roero di Delpero a Giampaolo, la ricerca della Martelli a quella di Vasco, Vercellotti, Sassi Bologna, l’acrilico della Paiano. L’ampia selezione di opere offre, quindi, un panorama di impressioni scandite dall’impegno di Fassio, Longo, l’astrattismo della Scotellaro, Tin Carena con una fotografia da New York, e Frigieri, Bisio, Radicati di Primeglio con «Inseguimento», Valeria Carbone e Derusticis, la tavola di Giacone e la poetica composizione della Ceriana Mayneri. Moi, invece, propone il recente «Onda verde» insieme a Fusero, Zecchini, Stella, l’architettura di Pich e Grattini, Lea Ricci,Pepino, Nervo, il «Tralcio» di Bisoglio e «Marte 4» di Bovone, la farfalla della Galeotti Mazzoleni, Sartoris con frammenti della memoria e le calle della Pistone. Il discorso scorre, perciò, di volta in volta, dalle baite di Bevilacqua a Cutrupi e Pastore, il verismo di Pieri e Vannella, Pigino, Elda Mantovani e Jacob, Rinaldi, Veremejenko e il dipinto su carta di Scarpino, la puntasecca di Tomatis, sino alla Vinciguerra, al veliero e la Madonna di Araldo Cavallera, alla «maniera nera» della Porporato, l’acquarello di Negro e il raffinato collage di Rota. E, inoltre, Sergio Devecchi, la china di Dadam e i delicati colori della Delloste, la Garino e Giraudo, D’Avenia, Farina, Mapelli, Borgarelli, Naretto, Capra e Meinardi, Whitten, De Leonardis e il ritratto della Voghera. S’incontrano ancora le opere della Velliscig e la bottega di Cambursano, la Chirone Guglielminetti e il paesaggio di Coppola, Selvo e le orchidee di Cestari, De Ieso, Cali’, Crosio, Leale, Cortese, i recenti lavori tra fantasia e realtà di Marisa Di Bartolo e Susanna Micheletto. E, infine, dal polimaterico di Mercuri si passa all’acrilico «Attendo» di Viotto, alle riflessioni di Tiziana Inversi e poi Vottero Viutrella, Andrea Tulliach, la vetrofusione di Anna Tulliach, Luisa Conte, l’impegno di Marisa Manis, Piperno, il minuetto della Viora Zavattaro Ardizzi, la Torino di Actis e la figura di Falconi, fino al cromatismo di Zucca, Alemanno e Sciarrillo.
Angelo Mistrangelo
Promotrice delle Belle Arti, viale B.Crivelli 11, orario:11-13/16-20, festivi 10,30-12,30, lunedì chiuso, tel.011/6692545, sino al 16 ottobre.
ASTI, “PERSONALE” DI MAURO CHESSA
Lo scorso 14 settembre ad Asti presso la Fondazione Eugenio Guglielminetti (corso Alfieri 375, Palazzo Alfieri), è stata inaugurata la mostra personale in omaggio al Maestro del Palio di Asti 2016 Mauro Chessa. Tradizionale appuntamento per il mondo del Palio di Asti e per i numerosi turisti che affollano le manifestazioni del “Settembre astigiano”, l’esposizione è promossa dal Comune di Asti- Assessorato alla Cultura, Palio e Manifestazioni in collaborazione con la Fondazione Eugenio Guglielminetti ed il patrocinio della Regione Piemonte.
Il Maestro Mauro Chessa, celebre interprete della scuola torinese dell’Accademia Albertina e della vivace cerchia giovanile di Francesco Casorati, Sergio Saroni, Nino Aimone, Romano Campagnoli, Francesco Tabusso, Piero Ruggeri, è particolarmente stimato in ambito cittadino, per la partecipazione alla III° edizione del Premio Alfieri (1962) e per l’esecuzione della “Pergamena d’Autore” assegnata al Corteo Storico del Rione San Secondo ( Palio di Asti, 2002).
Figlio di Gigi Chessa, esponente della storica cerchia dei “Sei di Torino”, si forma all’Accademia Albertina sotto la guida di Francesco Menzio e Mario Calandri, esordendo nel 1954 e partecipando alle Biennali di Venezia del 1956 e 1958, quindi alle rassegne internazionali di Mosca, Praga, Varsavia, Sofia, New York, Caracas, Vienna, Budapest, nonché alle Biennali dell’Incisione di Venezia. Nel decennio Sessanta partecipa al Premio San Fedele e La Spezia (1954-’59,1965) , alle Permanenti di Milano, alle Promotrici di Torino, alle rassegne dell’Arte Club a Torre Pellice, alla Quadriennale di Roma, al Premio Michetti (Francavilla), Premio Biella per l’Incisione (1980,1987) conseguendo premi e segnalazioni.
Accanto a numerose mostre personali nelle Gallerie: Davico di Torino, Pomone di Lutry, Forni di Bologna, Trentadue e Gian Ferrari di Milano, l’Artista è presente in prestigiose rassegne nazionali ordinate a Berlino (1980), a Pistoia ( 1982; 1986), a Milano ( 1984), a Strasburgo (1984), al Castello di Mesola ( 1986; 1987), al Museo Archeologico di Aosta ( “Sur le versant de la peinture, 11 peintres à Turin”, 1998) ed itineranti Torino, L’Aia, Londra, Milano; (“La parabola dei ciechi”), Torino, Roma, Washington. New York.
Lungo la pluridecennale attività espositiva si annoverano: Regione Piemonte, Sala Bolaffi, Torino 2001; Comune di Alba, ciclo pittorico “ Partigiani nella notte”, “Resistenza”, 2004; Regione Piemonte, “Alle radici della democrazia”, rassegna, Palazzo Lascaris, Torino 2009; Città di Mondovì, Dipingere in Langa, 2011; Comune di Guarene, Punto di vista, Pinacoteca Comunale del Roero 2015; Torino, Spazio Don Chisciotte, Fondazione Bottari Lattes 2015; A. Pallesi Art Gallery, Montecarlo 2015.
La grande mela presenta trenta dipinti ad olio su tela, eseguiti tra il 2012- 2016 dall’Artista in seguito ai soggiorni statunitensi a New York: “ Come viaggiatore sono onnivoro e ho cercato di portare in Italia immagini dalle quali trarre quadri che ho pensato numerosi, ma piccoli, quasi appunti di viaggio: grande città, piccole tele” annota il Maestro in catalogo e Francesco Poli, in testo critico, ribadisce: “… documentano le sue esplorazioni delle varie aree della metropoli, dai quartieri di Manhattan al Bronx, da Brooklyn al Queens. In queste vedute l’artista è interessato soprattutto agli spazi architettonici dei fabbricati, e a quelli delle infrastrutture di circolazione, che vengono rappresentati quasi sempre come scene solitarie, senza presenze umane. E’ ovvio che l’amato fantasma di Edward Hopper ha lasciato qualche positiva traccia in un certo numero di questi dipinti. Ma è soprattutto interessante rilevare una singolare freschezza del tonalismo cromatico” (Catalogo Mauro Chessa. La grande mela, a cura di Marida Faussone, Edizioni Cieffe Print, Casale Monferrato 2016, pp. 52, con prefazione del Sindaco di Asti Fabrizio Brignolo, dell’Assessore alla Cultura e al Palio Massimo Cotto, del Presidente Fondazione Eugenio Guglielminetti; testo critico di Francesco Poli; tavole a colori ed apparati bio-bibliografici).
La mostra, a cura di Silvia Chessa, sarà visitabile fino al 9 ottobre con il seguente orario: giovedì, venerdì, sabato e domenica 16,30-18,30. Info: www.comune.asti.it).
Mauro Chessa. La grande mela – 14 settembre- 9 ottobre 2016
FONDAZIONE EUGENIO GUGLIELMINETTI
Asti, corso Alfieri 375
Orario: giovedì, venerdì, sabato e domenica 16,30-18,30
I VASI OFFICINALI AL MUSEO DI COLLEGNO
Al Museo della Città di Collegno, si apre il 30 settembre, alle 18,30, la mostra «Vasi e spezie al Museo», con la collaborazione della Associazione San Lorenzo e le spezie dei F.lli Gramaglia.
L’esposizione promossa dall’Associazione «Gli Argonauti», con l’intervento della Città di Collegno e il patrocinio della Regione Piemonte, mette in luce le ricerche, le forme dei «Vasi Officinali» e un’esperienza culturale e artistica che si identifica con il Concorso Nazionale Triennale di Ceramica d’Arte Contemporanea intitolato a Lucio De Maria.
Per questo appuntamento, l’Associazione propone le opere dei vincitori delle prime cinque edizioni di questo premio che ha richiamato e coinvolto numerosi ceramisti e gli esperti di un settore che unisce materia e creatività, composizione e decori policromi, in una sorta di suggestivo richiamo alla tradizione e alla storia di quei vasi che anticamente erano utilizzati per «pozioni magiche», medicamenti, erbe aromatiche.
Una tradizione che è giunta sino ai giorni nostri mediante una ben precisa manualità, un aggiornato impiego delle tecniche, una volontà di trasformare l’impasto materico in forme innovative, graffite, brunite, arricchite da figurazioni geometriche, simboliche, a tratti astratte. E il discorso propone una scelta di oggetti d’arte, caratterizzati da pregevoli accostamenti cromatici, da smalti e cotture raku.
Cinque edizioni, quindi, che permettono di definire gli aspetti di un significativo impegno espressivo, di un itinerario che appartiene alle scuole nazionali della ceramica e non solo, agli autori che hanno partecipato ai laboratori de «Gli Argonauti» sino ad essere invitati alle Esposizioni di Arte Figurativa della «Promotrice» al Valentino o alla Mostra della Ceramica di Castellamonte o, ancora, alle rassegne della «Sala delle Arti» di Collegno.
E dai personaggi mitologici all’avventura di Ulisse, dal controllato plasticismo all’interpretazione delle «Muse», si coglie il fascino di una ricerca in cui le immagini si trasformano in vasi raffinati, in forme immerse nello spazio atmosferico.
I «Vasi Officinali» sono, perciò, i capitoli di un lungo cammino legato al valore di straordinarie collezioni: dall’Aula Hospitalis della Certosa Reale (del XVI secolo) all’Antica Farmacia Betti (Bagni di Lucca).
Eleganti, preziosi, essenziali, i vasi esprimono l’evoluzione del gusto attraverso il tempo, il fluire di una linea, l’impiego del gres con foggiatura a colombino o della terra di Castellamonte o, inoltre, del semirefrattario, sino alla terra bianca lavorata al tornio, all’ingobbio con cristallina e all’ossido di cobalto.
Un’«Edizione Speciale» per rinnovare l’interesse e la conoscenza intorno alla ceramica tra materia e poesia.
Angelo Mistrangelo
Collegno, Museo della Città, piazza Cav. Della SS. Annunziata 7,
orario:da giovedì a domenica 15-19, sino al 30 ottobre.
SANTO STEFANO BELBO: MEINERI, NEGRO, COTTINO I PRIMI CLASSIFICATI AL PREMIO PAVESE 2016. A GHIOTTI IL PREMIO «UNA VITA PER L’ARTE».
Nel salone conferenze della Casa Natale dello scrittore Cesare Pavese, si è tenuta la cerimonia di premiazione della XXVII Edizione del Premio Nazionale di Pittura Cesare Pavese. Alla presenza di un pubblico numeroso, delle autorità cittadine, della giuria composta da Angelo Mistrangelo, presidente, Gian Giorgio Massara, Clizia Orlando e Luigi Gatti, presidente CEPAM, sono stati assegnati i riconoscimenti ai 14 artisti finalisti. Mentre ogni autore ha ricevuto un attestato di presenza. In particolare, le 70 opere, provenienti da diverse regioni italiane, hanno messo in evidenza l’impegno degli artisti nel sviluppare le tematiche ispirate a luoghi, personaggi e miti pavesiani.
Il 1° Premio è stato assegnato a Don Aldo Meineri di Carcare per il dipinto «Poesia («dove sei tu, luce, è il mattino»), mentre il 2° Premio è andato a Franco Negro di Santena per «La balia Vittoria» e il 3° Premio a Luisella Cottino di Riva presso Chieri per il prezioso acquarello «Ho lavorato, ho dato poesia agli uomini, ho condiviso le pene di molti».
A Sergio Aiello di Pertusio, invece, è stato assegnato il Premio Speciale Giuria per l’opera «Guardando il cielo» e la targa del Comune di Santo Stefano Belbo è stata consegnata a Ezio Arosio di Lissone per il quadro «La bella estate…tra donne sole».
E la giuria ha attribuito le Targhe CEPAM-Museo Casa Natale a
Maria Paola Chiarlone, Manuela Bertazzo, Rita Scotellaro e Marco Giordano e le Targhe Le Colline di Pavese sono state conferite a Monica Balti, Ingrid Barth, Giancarlo Laurenti e Roberto Gaiezza.
Tra i finalisti, si annoverano una serie di segnalazioni di merito per Giorgio Cestari (autore di una raffinata opera grafica), Liana Galeotti, Giusy Uljanic, Guido Davico, Laura Marello, Rosalia Zutta, Giuseppe Gandolfi, Fiorenzo Isaia, Anna Romeo, Gabriella Lucatello, Nicola Debenedictis, Bruno Barbero, Gianni Bergamin, Massimo Favaro e Giovanni Pascoli.
Sono certamente meritevoli di apprezzamento di quadri di Mario Tettamanti e Belle Gallo, già vincitori di premi nelle passate edizioni del «Cesare Pavese».
Un importante riconoscimento è stato, infine, consegnato allo scultore Massimo Ghiotti di Torino, con la seguente motivazione:
«Più di quarant’anni di partecipazioni ad eventi nazionali e internazionali, di incontri nel nome della cultura visiva, di materiali innovativi, caratterizzano il percorso artistico di Massimo Ghiotti: scultore, docente, interprete di opere monumentali. E il Premio «Una vita per l’arte 2016» testimonia il senso di una ricerca volta a creare «macchine» dalla equilibrata e solida geometria, dove ingranaggi, putrelle, cerchi, esprimono l’energia di una scrittura che diviene storia e poetico linguaggio».
TORINO: 40 ANNI DI FOTOGRAFIE AL MIRAFIORI MOTOR VILLAGE
Una storia per immagini, un libro con 40 anni di fotografie,
una lunga sequenza di impressioni quotidiane, di luci, di metafisici paesaggi che raccontano i percorsi del Gruppo Fotografico dell’Associazione ex Allievi Fiat.
Un percorso che si può vedere presso la «Galerie» del Mirafiori
Motor Village, in piazza Cattaneo 9, dove viene anche presentato il volume monografico «40 anni di fotografie» con testi di Claudio Pastrone, Victor Risso, Lamberto Borgogni. Inaugurazione giovedì 29 settembre, alle 18.
E sono incontri, mostre, viaggi, pubblicazioni, conferenze che scandiscono il cammino, dal 1976 al 2016, di un gruppo ricco di iniziative, caratterizzato dalla comune passione per la fotografia, dalla volontà di fissare l’attimo dell’approssimarsi dell’alba o il gesto atletico di uno sportivo.
Frammenti di luoghi, silenzi incommensurabili, profondi notturni, accompagnano gli itinerari dei ventidue fotografi presenti in questo volume, la loro inesausta ricerca, l’attenzione per ambienti diversi e diversamente ripresi con scatti immediati o meditate pose, con un determinante rapporto con l’ambiente, la natura, le figure di una umanità nomade tra palazzi e antichi edifici.
E i capitoli si susseguono con estrema misura, con il fascino del possente Forte di Fenestrelle o la storica pista del Lingotto, dello «scrigno» di Renzo Piano o della raccolta atmosfera del Museo della Sindone durante l’Ostensione del 2011.
Nulla è affidato al caso, ma ogni laboratorio di ceramica, ogni auto d’epoca esposta alla Mirafiori Galerie, ogni lirico grafismo,
concorrono a creare una nuova e diversa realtà, in una sorta di visione che si trasforma in testimonianze di ricordi tra passato e presente, di scorci dei Murazzi sul Po e del team di Formula 1, sino al baby Climbing e ritratti, maschere veneziane, aquiloni dal volo leggerissimo e i panni stesi al sole in Madagascar.
I percorsi si intersecano, si connettono, si delineano negli spazi della memoria, nei volti dell’Africa, nei profili femminili e nell’apparire di vorticose nuvole, spirali, cigni, cani e gatti, cabine sulla spiaggia, interni, chiostri, paesaggi olandesi con mulini a vento e i padiglioni dell’EXPO 2015.
Gli schermitori in pedana e una bicicletta rottamata, una chiesetta alpina e gabbiani, alberi, riflessi sull’acqua, vicoli, spaventapasseri e lo stupore dinanzi alle candele accese, costituiscono altrettanti punti di vista di una ricerca in continua evoluzione.
E da una leonessa alla vigna di Giuanin, dal vetturino a una artistica gelata, si riannoda il discorso del Gruppo Fotografico e, attraverso l’incedere inesausto del tempo, si avverte la magia di un’inquadratura che fissa la poesia della neve, il paesaggio visto da una finestra che diviene narrazione e natura rivisitata. E, ancora, fiori montani e «messer tulipano», oasi, fari, lampioni e gli ultimi ombrelloni sulla spiaggia, il bambino con la prima bicicletta e le coste della Sardegna, il tutto raccontato con un sapiente controllo dei mezzi tecnico-espressivi.
Fotografia ma anche sogno, immagini ma anche suggestioni di un mondo che muta con il trascorrere delle stagioni.
Un mondo che ci appartiene come queste fotografie segnate dalla luce che accende le colline di Langa, dal sordo rumore di un trattore in lontananza, dal mistero di uno sguardo al di là del dolore, dell’attesa, di un nuovo giorno che si apre con i versi di Cesare Pavese:«Le colline insensibili che riempiono il cielo/ sono vive nell’alba, poi restano immobili/ come fossero secoli, e il sole le guarda».
Angelo Mistrangelo
Torino, Galerie Mirafiori Motor Village, in piazza Cattaneo 9,
orario: lunedì-venerdì9-20, sabato 9-19,30, domenica 9,30-13/ 15-19, sino al 23 ottobre.
TORINO, PRESENTAZIONE LIBRO DI MENDICINO SU RIGONI STERN
Incontro con l’autore Giuseppe Mendicino. Presentazione del libro e conversazione con Gherardo Priuli. Giovedì 29 settembre 2016 alle ore 18.30 Presso la Libreria la Montagna via Sacchi 28 bis – Torino Seguirà aperitivo / Ingresso libero
Giuseppe Mendicino, “Mario Rigoni Stern. Vita guerre libri” (Priuli Verlucca)