Quando Michele decise di andare coi partigiani
Franco Piccinelli: Suonerà una certa orchestra – S.E.I. 1974 – Torino)
«(…) Quando Michele, nell’inverno, decise di andare coi partigiani, le Langhe erano già piene di partigiani, raccolti in formazioni che per i caporioni di città corrispondevano al rifiorire di ideologie politiche, mentre avevano preso vita e si erano infoltite quasi sempre per caso: garibaldini, stelle rosse, G.L., badogliani, costituivano più delle etichette cronologiche o geografiche che una differenziazione autentica di metodi e di prospettive, almeno all’inizio. La scelta era dettata da motivi contingenti: amici che si ritrovavano con l’antico comandante, vicinanza ed efficacia di sfera d’azione, fama di ardimento e di spregiudicatezza che si erano creati singoli partigiani, influenzando così i futuri neofiti sul dove e sul come collocarsi. Quando la causa è comune le sottigliezze non giungono al cuore dei puri. Tocca ai politici catalogare e distinguere, chi combatte non si pone, per antico costume, troppe domande: serve l’ideale che ha imparato a conoscere destreggiandosi fra gli smarrimenti di un’organizzazione militare imitata nei suoi aspetti suggestivi, mancando una rigida struttura. E allora mancava tutto. Non essendoci sottomano esempi noti di guerriglia e di azione bellica, il pensiero andava a Garibaldi e molti rivivevano a modo loro l’epopea dei mille come l’avevano raccontata le maestre a scuola».