Chieri, l’ex Tabasso si svela: case e negozi, una corte a gradini, 3 mila metri di spazi pubblici coperti
La ‘rete di imprese’ che fa capo a Claudio Campagnolo ha quasi finito il proprio lavoro preliminare. A breve, il Comune di Chieri riceverà una proposta già piuttosto dettagliata su come la cordata di imprenditori intende lavorare su una parte dell’ex Tabasso. Da una parte, alla voce ‘avere’, l’acquisto delle fatiscenti ’casette’ che danno su Via Vittorio e oggi sono (pietosamente) coperte alla vista da un grande cartellone di pubblicità istituzionale. Dall’altra, alla voce ‘dare’, le opere pubbliche che ci si impegna a realizzare, a fronte della cessione dell’area delle casette stesse e dei relativi oneri di urbanizzazione.
Si delinea già, in modo abbastanza preciso, il nuovo panorama che i chieresi potranno vedere a lavori finiti.
CASE E NEGOZI – “Su via Vittorio – dice Claudio Campagnolo – si vuole rispettare la struttura attuale: dunque si costruiranno abitazioni per 10-12 mila metri cubi di volumi abitabili. La parte commerciale sarà costituita da negozi che si affacceranno sul piano strada per costituire una galleria commerciale. I magazzini saranno in parte sottostanti.”
LA CORTE A SCALINATA – “Dietro le abitazioni e i negozi, abbattendo una parte dei fabbricati industriali esistenti, si realizzerà una corte scoperta con gradinate che salgono al piano superiore.”
LA PIAZZA COPERTA E LO SPAZIO POLIFUNZIONALE – “E’ il pezzo di progetto su cui si ragiona di più. In totale, rappresenterà circa un quarto dell’area complessiva dei fabbricati. Se ne ricaverà uno spazio di complessivi 3 mila metri quadri, di cui oltre 2 mila per la piazza coperta. Lo spazio polifunzionale sarà di circa 800 metri quadri.”
IL “NODO URBANIZZAZIONI” – “Per stare nel budget, però – prosegue Campagnolo – e realizzare tutto questo, il Comune dovrà decidere di sfruttare una possibilità che la recente normativa permette, cioè rinunciare al versamento degli oneri di urbanizzazione previsti per costruire la parte residenziale e commerciale e convertirla in ulteriori opere pubbliche a nostro carico. Se, come pare, sarà così, è probabile che si riesca a realizzare per intero queste opere.”
Gianni Giacone