CRONACA – Torino, finto investigatore privato arrestato per frode informatica, truffa e uso illecito di carte di credito
Tutto nasce da una causa di separazione tra coniugi sfociata in una denuncia da parte di entrambi e da quella, successiva, derivante da una frode informatica ai danni di una giovane donna, la cui carta prepagata era stata usata in frode per acquisti e ricariche online, grazie alla creazione di un falso profilo di home banking. In sostanza, l’ex marito aveva accusato la coniuge di intercettarlo mediante una spy-app installata sullo smartphone della figlia, per monitorare le loro conversazioni e i loro spostamenti quando la ragazzina era in compagnia del padre. Dalle indagini attivate dagli investigatori del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Torino, emergeva che la donna si era rivolta al “finto” investigatore privato che peraltro si era dichiarato anche un esperto informatico. Sulla base degli elementi acquisiti, la Procura della Repubblica torinese autorizzava una serie di perquisizioni a carico del falso detective, nel corso delle quali gli operatori della Polizia Postale sequestravano, oltre a numeroso materiale informatico, finti tesserini di riconoscimento, un drone pilotabile da remoto ed una pistola scacciacani riproducente fedelmente il modello di armi in uso alle Forze di Polizia. I successivi accertamenti svolti sull’indagato, un quarantenne siciliano, con precedenti per reati contro il patrimonio, consentivano però agli investigatori di delineare pienamente il profilo del truffatore, che risultava avere rivestito anche una miriade di altri profili. d esempio, a seconda della situazione, si era presentato come rappresentante di una nota ditta di aspirapolveri (concludendo finti contratti di permuta o compravendita di nuovi oggetti per le pulizie e lucrando sulla consegna degli acconti), in altri casi quale agente mediatore per consulenze in relazione a pratiche di rilascio di patenti, mai inoltrate alla locale Motorizzazione Civile, intascando i compensi e i rimborsi a lui dovuti. In alcune circostanze, poi, il soggetto aveva addirittura assunto le vesti di produttore di film pornografici. Aveva infatti creato un sito “fake”, mediante il quale reclutava presso il suo studio aspiranti attori porno, proponendo loro casting su Torino, Milano e Palermo. Con il pretesto della proposta lavorativa, faceva stipulare ai candidati un contratto di assicurazione antinfortunistica, di fatto inesistente, al costo di 120 euro. Sono oltre 15mila euro i proventi acquisiti dal soggetto attraverso l’attività truffaldina finora accertati dagli investigatori. Su richiesta del P.M., il G.I.P. di Torino, ha emesso l’ordinanza di custodia in carcere eseguita dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Torino. Le indagini hanno provato che le fonti di reddito del soggetto derivavano esclusivamente da espedienti illeciti, per cui gli accertamenti proseguono al fine di identificare ulteriori vittime del truffatore.