ALLEGRO MOLTO a cura di Edoardo Ferrati
TORINO- ROMEO E GIULIETTA DUE MODERNI METROPOLITANI– Il Teatro Regio e BD Production GmbH presentano una produzione di Michael Brenner: “West Side Story” di Leonard Bernstein, Jerome Robbins, Arthur Laurents e Stephen Sondheim, il musical che ha rivoluzionato la storia della musica. Questo allestimento è l’unico che ripropone la regia e la coreografia originale di Robbins e unica tappa italiana del tour europeo.. Si tratta non di un’opera, bensì di un musical dove, pur rispettando le convenzioni del genere, fu un tentativo, non privo di ambizione, di dare un fondamento artistico elevato al genere piĂą popolare della scena teatrale americana. A quasi sessant’anni di distanza si può affermare che il genio multiforme di Bernstein ha certamente creato un capolavoro, senza riuscire a realizzare quel teatro americano da lui sognato. Nel 1946 il coreografo Robbins propose al musicista e allo scrittore Laurents l’idea di trasporre la storia di Romeo e Giulietta nella New York del secolo scorso. In un primo tempo la vicenda era stata immaginata sullo sfondo del conflitto tra la comunitĂ ebraica e quella italiana durante le feste della Pasqua. Bernstein, nonostante l’entusiasmo, lasciò cadere il progetto perchè troppo impegnato nello sviluppo della sua carriera artistica per trovare la tranquillitĂ di lavoro. Sei anni dopo si aggiunse Stephen Sondheim, formidabile autore per i testi delle canzoni. L’emergere della situazione giovanile nelle metropoli americane nei primi anni Cinquanta. suggerì agli autori di modificare l’idea di partenza, sostituendo allo scabroso motivo del conflitto religioso, la rivalitĂ venata da odio razziale tra due bande di quartiere i sedicenti “americani” dei Jets e gli immigrati portoricani degli Shartes. Cardine dell’azione drammaturgica è la sfortunata storia d’amore tra Tony e Maria la cui felicità è distrutta dall’odio tra le due bande rivali. “West Side Story” rappresentò un evento inedito per la scena di Broadway nella cui tradizione non era uso rappresentare ambienti volgari e degradati, scene violente e finali drammatici. Molti produttori si rifiutarono di finanziare l’allestimento del titolo che pareva destinato al fallimento. Vennero smentiti da un clamoroso successo che, ancor oggi, dura dopo centinaia di recite, nei consensi del pubblico. In “West Side Story”” Bernstein seppe, senza dubbio, creare un nuovo equilibrio tra azione teatrale e mezzi musicali che aveva a lungo cercato nelle opere precedenti (“On the Town” e “Wonderful Town”). Il successo è da ricercare non tanto nella musica quanto in altre componenti: l’abile scelta della distribuzione della materia drammatica, la modernitĂ delle coreografie di Robbins e l’immediatezza delle canzoni di Sondheim. Grazie alla sua formidabile intuizione Bernstein è riuscito a costruire un percorso musicale strettamente legato allo sviluppo dell’azione. La musica non si limita a un ruolo di ornamentazione espressiva alle varie situazioni, ma offre una serie di riferimenti tematici, indagini nella psicologia dei personaggi e stabilisce una rete di rapporti tra le varie scene. La vocalità è pensata per voci non impostate , come è normale per i cantanti-ballerini richiesti, fatta eccezione per i due protagonisti a cui sono richiesti momenti importanti, Bernstein cattura l’attenzione con i suoi ritmi e le danze, facendo così protagonista della scena la cittĂ di New York con la sue dinamiche disperate e rinchiusa nei microrganismi dei suoi quartieri dove i personaggi vedono i loro destini travolti nel vortice di un oscuro gorgo.
Torino, Regio, p. Castello
Bernstein, “West Syde Story”, musical in due atti , cantato in inglese con sopratitoli in italiano, prima rappresentazione a Torino
Martedì 6 dicembre, mercoledì 7 ( due recite), venerdì 9 (due recite), sabato10 (due recite), domenica 11
Orchestra del Teatro Regio di Torino diretta da DONALD CHEN
Interpreti principali: KEVIN HACK (Romeo), JEMA BURNS (Giulietta, NELLY BEIRNE (Riff), BEAN HUTCHINSON (Riff), WALDEMAR QUINONES-VILLANUEVAÂ (Bernardo), regia e coreografie originali di JEROME ROBBINS riprese da JOEY MCKNEELY