PASSIONE FUMETTI di Giancarlo Vidotto – “Fra la Via Emilia e il West – Il western nel fumetto italiano”

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Il West nel fumetto italiano è soprattutto TEX, ma non solo, come è stato dibattuto nel corso dell’interessante incontro che si è svolto al Circolo dei Lettori di Torino il 5 dicembre 2016 nel corso dell’incontro “Fra la Via Emilia e il West – Il western nel fumetto italiano” a cui hanno partecipato alcuni dei più grandi sceneggiatori e disegnatori italiani di fumetti western: Giovanni Ticci (il più importante disegnatore vivente di TEX), Gianfranco Manfredi (sceneggiatore di Tex e Magico Vento), Paolo Eleuteri Serpieri (autore completo del primo TEX alla francese e disegnatore delle Storie del West) e Giorgio Pedrazzi (sceneggiatore di Mortimer), moderati dal critico, editore e saggista Luca Boschi. L’incontro è stato promosso da Sottodiciotto Film Festival & Campus – XVII Edizione in collaborazione con il DAMS di Torino, nell’ambito del ciclo cinematografico dedicato al West italiano.

 

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“Sono arrivato a TEX passando per Un ragazzo nel Far West, che ho disegnato insieme a Franco Bignotti, io facevo le matite e lui le ripassava a china, su testi di Sergio Bonelli” ricorda Giovanni Ticci. “Poi ho fatto una storia a fumetti di western-fantascienza, Judok per la Collana Rodeo. Ma ai tempi lavoravo con Alberto Giolitti per il mercato americano, facevamo Turok, una cosa strana, un indiano che viveva nella preistoria. Così per un po’ non ho più lavorato per Bonelli, fino a quando Sergio non mi ha proposto di fare Tex, chiedendomi di rispettarne la fisionomia ma non lo stile. All’inizio i lettori rimasero un po’ disorientati. Io cercavo di fare le cose con scrupolo, insieme a Giolitti facevamo delle foto in cui recitavamo le scene, addirittura con un cavallo di legno, pistole e fucili. Oppure usavamo ritagli da riviste americane. Con il tempo abbiamo poi abbandonato le fotografie, perché limitano la fantasia..”

 

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Giorgio Pedrazzi ha sceneggiato Mortimer, un fumetto western anticonvenzionale uscito negli anni ’70 per la Ediperiodici, casa editrice specializzata in pocket erotici. “Mortimer è stato uno dei pochi fumetti pubblicato contemporaneamente sia in Italia che in Francia, grazie soprattutto alla fama del suo disegnatore, Victor de la Fluente, già molto famoso a quei tempi, soprattutto oltralpe. Mortimer era un antieroe, un cacciatore di taglie duro e spietato, un western anomalo per i tempi.” Un fumetto che per qualità delle storie e degli autori meriterebbe di essere riscoperto e ristampato. Pedrazzi ha ricordato i tempi mitici dei primi fumetti erotici, sia quelli scritti da lui come la sexy gangster Bonnie, in cui inserì temi dell’allora nascente femminismo, sia curiosità come il mancato film su Nanette. “Ai tempi al cinema andavano di moda gli spaghetti western e questo influenzava anche i fumetti, da cui serie come Sylvie, Sartana e Vartán”.

 

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Paolo Eleuteri Serpieri ha iniziato la sua carriera di disegnatore proprio con il west, su Lanciostory, dove disegnava le Storie del West su testi di Raffaele Ambrosio. Opere che negli anni sono state più volte ristampate. “Io venivo dalla pittura ed ero un grande appassionato di west, quello del cinema, della letteratura e anche del fumetto. Quando ho iniziato a disegnare fumetti non mi sentivo molto portato, qualcuno diceva che erano più illustrazioni, ma il mio amore per il west mi ha aiutato a sforzarmi e mi è stato utile per capire e impararne in meccanismi, soprattutto narrativi. Le Storie con Ambrosio sono nate durante i nostri incontri, da lunghi dialoghi che abbiamo fatto nel suo studio da avvocato. Successivamente ho realizzato interamente da solo L’indiana Bianca, ispirata alle atmosfere dei film di John Ford. Poi ho lavorato su Orient Express e L’Eternauta, su Druuna. Il mio primo albo cartonato è uscito in Francia.”

 

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Per Gianfranco Manfredi “il primo approccio con il fumetto è stato con l’underground americano, quando lavoravo nella redazione di Re Nudo. Erano fumetti impubblicabili e infatti venivano censurati. In quei tempi ho conosciuto Munoz e Crepax (che fece la copertina del mio primo disco). Era un creare collettivo, più forme d’arte messe insieme, come nei fumetti di Munoz che sono musicali. Per disegnare la musica ci vuole il pentagramma, come usava lui e come ho mantenuto poi io per Magico Vento. Quando facevo lo sceneggiatore televisivo ho lavorato alla trasposizione di Valentina di Crepax e in quegli anni era nata l’idea di fare una trasposizione anche di Blek Macigno, poi tramontata. Mi avevano proposto di fare una serie tipo Ghostbusters ambientata in Italia. Anche di questa non si è fatto nulla ma avevo i soggetti e, quando l’editrice Dardo (Miki, Blek) mi ha proposto di fare un fumetto, li ho utilizzati per creare Gordon Link, un fumetto intriso di una comicità demenziale, pieno di citazioni e di omaggi a grandi attori. In seguito sarebbe stato definito un fumetto trash.”

 

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“Fu grazie a Gordon Link che Sergio Bonelli mi chiamò per scrivere qualche numero di Dylan Dog. Poi è nata l’idea di una mia serie. Avevo proposto un heroic fantasy, genere che a Sergio Bonelli non piaceva, così è nato Magico Vento, un western gotico intriso di leggende indiane. A Bonelli piaceva molto, ma temeva diventasse troppo horror, così con il tempo gli ho dato un filone più storico. Una particolarità di Magico Vento è che il 40% delle lettere che mi arrivavano erano di donne. Questo perché in quegli anni uscivano parecchi libri sugli indiani e sulla loro spiritualità. Il filone storico della serie ne ha determinato comunque la chiusura, in quanto con il nr. 100 ero arrivato alla morte di Cavallo Pazzo e il successivo passaggio alla bimestralità fece perdere una fetta di lettori.” Sul tema della storia nei fumetti, Giovanni Ticci ricorda che “Sergio Bonelli non voleva che TEX incontrasse personaggi storici”. Sempre per Ticci “Tex comunque non è un west puro, ma una cosa a se. Tex sostanzialmente è una favola ambientata nel west.”

 

7Ma il West in Italia piace ancora? E a cosa stanno lavorando i quattro autori?

Per Serpieri “resiste il mito della libertà americana, la ricerca, l’esplorazione e la scoperta. Il mito sta ad Ovest. Io per fare Tex (Tex, l’eroe e la leggenda, del 2015) sono stato 2 mesi a fare fotografie nei luoghi che poi ho disegnato. Ora sto lavorando a Druuna.”

Ticci sta lavorando all’albo dei 70 anni di TEX che uscirà nel 2018.

Pedrazzi ha scritto un libro sulla censura nei fumetti degli anni ’70 e sulle vicende giudiziarie accadute ad alcuni editori. Ha ricordato che “esiste una forma di western anche italiana, il brigantaggio, fatta di assalti al treno e alla diligenza, agguati, decapitazioni.”

Per Manfredi “il West incarna il bisogno del viaggio, quello che si può definire il nomadismo dei bianchi. Attualmente sto lavorando a storie di Tex, una per Nespolino dove ho escogitato una evasione molto particolare, una in 3 parti su un viaggio sul Mississipi e una dove ritorna El Morisco. Inoltre sto preparando una miniserie di Magico Vento in 4 episodi, ambientata nel 1881, un anno in cui ci sono stati molti avvenimenti importanti, tra cui il passaggio della Cometa di Halley.”

 

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