Presbiterio e Coro
Nel 1694, costruendo la nuova chiesa, Bernardino Quadro non eliminò la cappella esistente, che era stata costruita solo venti anni prima da Antonio Bettino, ma la utilizzò facendone il presbiterio e il coro della nuova chiesa. Esiste ancora, accantonato sul lato sinistro del presbiterio, l’altare barocco in legno e cartapesta con le reliquie di San Benedetto Martire, protettore dei Tintori. Il coro ligneo seicentesco proviene dal convento domenicano di Santa Margherita.
CACCIA Guglielmo (Il Moncalvo), Madonna col Bambino, San Bernardino e San Michele Arcangelo (1591).
La pala dell’altar maggiore, collocata nella parte alta del coro, è un’opera di Guglielmo Caccia detto “il Moncalvo”. Rappresenta la Madonna con il Bambino e, in basso, San Bernardino da Siena e San Michele Arcangelo.
Dai documenti dell’archivio della Confraternita risulta che un quadro con tale soggetto esistesse sull’altare della cappella di San Bernardino fin dal 1591, quando aveva sede nel chiostro del convento di San Francesco. Ma non sembra verosimile che si tratti di quello attuale. Se così fosse, questo sarebbe un’opera giovanile del Moncalvo (essendo egli nato nel 1568), eseguita nel periodo in cui lavorava nelle cappelle del Sacro Monte di Crea e prima dell’esperienza torinese e chierese: il che sembra difficilmente sostenibile. È più probabile nei primi anni del Seicento, quando il pittore lavorava a Torino nella Grande Galleria di Carlo Emanuele I e risiedeva a Chieri, la Confraternita gli abbia commissionato questa pala in sostituzione di quella vecchia.
SARIGA Giuseppe, I Santi Defendente, Grato, Liborio, Antonio da Padova, Francesco Saverio e Margherita da Cortona, (seconda metà del sec. XVIII ca.).
Attribuito da Antonio Bosio al pittore luganese Giuseppe Sariga, questo quadro fungeva da pala dell’altare di destra della chiesa, prima di dover cedere il posto a quello del Moncalvo che ancora vi si trova esposto. Era stato donato dal conte Secondo Borello, lo stesso che, sul lato opposto, aveva fatto arredare l’altare dell’Addolorata.
FEA Pietro, Martirio di Sant’Eurosia ( 1810 ca).
È Antonio Bosio che ci informa che ai suoi tempi nella chiesa di San Bernardino si cominciò a venerare la santa Martire Eurosia, protettrice delle campagne, e che vi fu collocato il quadro del martirio della Santa che era stato dipinto da Pietro Fea. Questo pittore, originario di Casale Monferrato, dal 1803 al 1815 risiedette a Chieri dove tenne la cattedra di Disegno nelle scuole comunali. Si suppone, perciò, che il quadro sia stato dipinto per un’altra destinazione attorno al 1810 e che poi sia stato trasferito nella chiesa di San Bernardino.
Si tratta di un quadretto delizioso, giocato nel contrasto fra la rudezza della figura del carnefice e la delicatezza e fragilità di quella della Santa.
ANONIMO. San Bernardino da Siena (copia di un particolare della pala del coro).
È una buona copia di autore ignoto del particolare della pala del Moncalvo, collocata nella parte alta del coro, dove viene raffigurato San Bernardino da Siena con, ai piedi, tre mitrie a significare le tre rinunce che il Santo fece alla dignità episcopale.
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