Asti. Lega Nord: il Teleriscaldamento è l’ultimo assurdo regalo del sindaco Brignolo alla città.

Il Teleriscaldamento continua ad essere al centro della discussione ad Asti. L’ultima dichiarazione è quella del segretario della Lega Nord, Andrea Giaccone, che punta il dito sulla scarsa efficienza dell’impianto e sulla posizione della maggioranza che si ostina a portare avanti il progetto, “approvato da sole 5 persone (il Sindaco Brignolo e dagli assessori Arri, Sorba, Bianchino (ormai ex) e Vercelli)”.

L’analisi di Giaccone:

Come probabilmente tutti i cittadini sapranno, poco più di due anni fa, il sindaco Brignolo e quattro assessori, decisero di imporre alla città un impianto di teleriscaldamento che non ha senso di esistere in quanto la tecnologia utilizzata risulta essere meno efficiente delle caldaie a condensazione ormai installate nella stragrande maggioranza dei condomini cittadini.

 Come Lega Nord abbiamo già avuto modo di ribadire la nostra posizione negli anni passati: la nostra bocciatura non riguarda la tecnologia in sé del teleriscaldamento, anzi, ove ci sia dell’energia termica in eccesso, recuperare questa energia per riscaldamento ed acqua sanitaria, è una scelta intelligente sia dal punto di vista energetico, che da quello ambientale. Questa si chiama cogenerazione e fa si che gli impianti di teleriscaldamento abbiano una logica quando il rapporto tra l’energia termica prodotta dal processo di produzione dell’energia elettrica (o da lavorazioni industriali) e quella necessaria al funzionamento dell’impianto di teleriscaldamento sia di circa 1/1,2; in sostanza quando oltre l’80% dell’energia termica usata è “uno scarto di produzione”.

Purtroppo per noi, per l’impianto di Asti non sarà così, ma anzi, le percentuali tra energia termica “scarto di produzione” e energia termica necessaria sono ben diverse. A quanto ci risulta, nel progetto di teleriscaldamento di Asti, i circa 68,6 MWt (Mwt = Mega Watt termici) della centrale saranno così ottenuti: − N° 2 motori endotermici che serviranno a produrre energia elettrica, circa 2,8 Mwt (4,1%) cadauno. − N° 1 pompa di calore 2,8 MWt (4,4%). − N° 2 caldaie di integrazione, circa 30 Mwt (43,7%) cadauna.

Come si può vedere, l’87,4% del calore è prodotto da normali caldaie con un rendimento presumibilmente inferiore alle caldaie a condensazione e solo il 12,6% da energia termica di scarto (cogenerazione) o con sistemi ad alto rendimento (pompa di calore). Da notare poi come simpaticamente (o forse furbescamente?) le due caldaie che produrranno quasi il 90% del calore necessario siano state definite di “integrazione”.

Va da sé che, visto l’ammodernamento del parco caldaie che c’è stato negli ultimi anni, le emissioni prodotte dalla centrale di teleriscaldamento, che già oggi difficilmente sarebbero inferiori alle attuali, negli anni risulterebbero decisamente superiori, con la nota negativa di essere concentrare in un’unica zona della città, quella dell’ospedale, a ridosso della quale verrebbero costruite le imponenti strutture della centrale.

Vi è poi da chiedersi, visto proprio la recente sostituzione di buona parte delle caldaie, in molti casi a seguito di contratti almeno decennali con i fornitori di gas che si sono fatti carico della sostituzione, quanti possano essere i condomini realmente interessati ad allacciarsi.

La Lega Nord ribadisce quindi di essere assolutamente contraria alla realizzazione di un simile impianto di teleriscaldamento, che ha buone possibilità di essere l’ennesima inutile opera pubblica italiana e ritiene un atto gravissimo che una decisione di tale impatto e importanza per la città, sia stata presa con una delibera di giunta (n518 del 19-11-2014) approvata da sole cinque persone, vale a dire dal Sindaco Brignolo e dagli assessori Arri, Sorba, Bianchino (ormai ex) e Vercelli”.

 

Il Segretario Provinciale della Lega Nord Asti Andrea Giaccone.