Chieri, il Movimento 5 Stelle: “Scandalo ChieriFarma, incidente o disastro annunciato?”

Daniela Berruto (M5S)

Il gruppo consigliare del Movimento 5 Stelle di Chieri ha diffuso un comunicato in cui esprime la propria posizione sulla societĂ  e su come la passata e la presente Amministrazione hanno affrontato questa situazione. Ecco il testo integrale:

“Oggi che è stata trovata la colpevole, si assiste al solito triste rosario di dichiarazioni volte a  minimizzare le proprie responsabilitĂ  di fronte all’ennesimo caso di mala gestione della cosa   pubblica. La situazione è molto chiara e le responsabilitĂ  sono esclusivamente della politica a partire  dalla nascita della societĂ  in capo al Comune di Chieri: la signora Chiarabella è stata un  incidente di percorso, il classico dipendente infedele che sfrutta il datore di lavoro sprovveduto scappando con la cassa e lasciando l’azienda in mutande, ma il destino di    Chierifarma non poteva che essere quello della dismissione non essendo stata questa   classe politica in grado di esprimere una gestione aziendale e una strategia industriale  degna di una societĂ  che comunque oggi esprime un fatturato intorno ai 4 milioni di euro.  Questo perchĂ© evidentemente anche a Chieri l’azienda “partecipata” è stata considerata non   come un soggetto industriale da far fruttare, ma come territorio di conquista politica.  Se con la prima gestione Vergnano, in tempi di congiuntura economica favorevole, per lo meno ci si è serviti di professionisti del settore per la gestione della contabilitĂ  pur  trascurando di istituire un collegio di sindaci o avvalersi di un revisore dei conti, negli ultimi   anni la professionalitĂ  del Consiglio di Amministrazione è stata sacrificata in nome     dell’appartenenza politica (se non altro fino a quando la legge ha obbligato a inserire due   dipendenti comunali nel CdA). E’ bastato fare un accesso agli atti per guardare i curricula dei    potenziali pretendenti alla carica di Amministratore Delegato ricevuti dall’amministrazione  Lancione, per rendersi conto che fuori da ogni dubbio il curriculum del Sig. Monghini, in una   azienda privata, sarebbe stato l’ultimo a essere preso in considerazione per meriti e titoli. A  farmacisti titolati con esperienze di gestione di farmacie che hanno presentato curricula   impeccabili è stato scelto un ex infermiere sindacalista (nulla contro le due categorie in sĂ©, ovviamente) che ha presentato un curriculum di mezza pagina scritta a mano e senza la  dovuta professionalitĂ . La responsabilitĂ  principale del Monghini sta nel fatto di non essersi reso conto che il   compito era oltre le proprie capacitĂ  professionali, ma la responsabilitĂ  molto piĂą grave  dell’amministrazione Lancione sta nell’aver scartato persone che erano senza ombra di   dubbio piĂą indicate a gestire una societĂ  da fatturati milionari.  Meno male che è arrivato il dott. Vergnano che con la sua competenza si è accorto che    qualcosa non andava e ha dato il via all’indagine della magistratura. Riconosciamo il merito  del Vergnano dottore commercialista, ma di nuovo la gestione dellasocietĂ  comunale non è  mai decollata imprenditorialmente, forse perchĂ© l’intenzione del PD e dei suoi alleati è   sempre stata quella di dismettere le quote societarie a un privato in ossequio alla deriva  liberista degli ex-compagni convertiti sulla via della finanza speculativa.  In questi ultimi anni nei quali le farmacie hanno visto ridurre gli utili specialmente sui prodotti  etici, ma sono pur sempre buone imprese commerciali, le farmacie  comunali chieresi hanno   sempre di piĂą assottigliato i loro utili al punto che di anno in anno è stata ridotta la quota di   aggio che la societĂ  versava alla collettivitĂ . Un sindaco e una maggioranza piĂą attenti   avrebbero selezionato un amministratore seriamente impegnato a sviluppare il business,  avrebbero preteso la stesura di un piano industriale, documento che a oggi nessun AD si è        premurato di scrivere, avrebbero preteso la nomina di un direttore generale magari   promuovendo un direttore giĂ  in forza alle farmacie comunali e avrebbero iniziato a fare   impresa puntando a gestire il servizio che una farmacia può dare ai cittadini e   massimizzando il ritorno commerciale, traducendolo in entrate per le sempre piĂą asfittiche   finanze comunali.  Noi avremmo fatto questo. Valutato se c’erano i margini per una ripresa imprenditoriale della  societĂ  e solo dopo, valutato una strategia d’uscita.   Invece con la gestione PD abbiamo assistito allo spettacolo di una maggioranza che di fronte alla difficoltĂ  oggettiva della societĂ  cittadina ha spacciato per salvataggio l’atto dovuto di ricapitalizzazione di ChieriFarma, fatto però in fretta e furia senza un piano   industriale, forzando con dichiarazioni discutibili il Consiglio Comunale a deliberare la spesa di denari pubblici per coprire le perdite, per poter arrivare al piĂą presto alla cessione a sconto delle quote di ChieriFarma ai privati che non aspettano altro che portarsi a casa la gestione di ben quattro farmacie per qualche decina d’anni.  La storia recente dimostra che in altre cittĂ  come Livorno, amministrata dal M5S, le  partecipate in grave crisi si possono salvare e riportare in carreggiata senza per forza farle fallire o regalarle ai privati. Basta avere volontĂ , capacitĂ  e il rispetto per i soldi dei contribuenti.”