Giovedì 2 febbraio l’approvazione definitiva dell’abbattimento dei lupi

Dopo il primo via libera tecnico all’abbattimento selettivo dei lupi giunto il 24 gennaio scorso dalla Conferenza Stato-Regioni, il 2 febbraio il piano verrà sottoposto ad approvazione politica, e la questione, da sempre molto controversa, non ha mancato di suscitare nuovamente molte discussioni.

La presenza del lupo sulle Alpi era scomparsa negli anni Settanta, ma a partire dagli anni Novanta, in seguito ad un piano di ripopolamento, questo predatore è ricomparso e ora vive in maniera stabile sulle nostre montagne, dove si calcola ci sia un centinaio di esemplari.

Il lupo è un carnivoro che sceglie di predare le specie più disponibili. Da studi effettuati sulla dieta dei lupi in presenza di prede selvatiche e allevate è risultato che in genere i lupi tendono a preferire cinghiali, camosci, caprioli e mufloni in una percentuale del 70% circa e bestiame ovino e bovino per il restante 30%.

Il documento approvato in via preventiva nei giorni scorsi prevede 22 misure per favorire la convivenza fra lupi ed attività antropiche, come l’introduzione di recinti elettrificati, una maggiore rapidità nell’elargizione dei rimborsi agli allevatori, interventi per contrastare gli incroci tra cani e lupi. Ma la proposta che ha suscitato maggiore opposizione è quella che prevede l’abbattimento controllato degli esemplari presenti sul territorio nazionale, fino al 5%. In Piemonte potrebbero essere cinque, mentre in tutta Italia il numero si aggira su 80, visto che ne sono stati censiti circa 1600 esemplari.

Le proteste maggiori vengono dalle associazioni ambientaliste, che ritengono l’intervento del tutto improduttivo e dannoso, ma anche da alcuni zoologi, i quali sostengono che uccidere degli esemplari di un branco può portare alla destrutturazione dello stesso, col pericolo di perdita della loro capacità di predare in gruppo la fauna selvatica, e il conseguente rischio di aumento degli attacchi agli allevamenti.

Dal canto suo il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, difende il provvedimento, sostenendo che la presenza dei lupi è un problema che porta anche alla chiusura di attività di allevamento e che se non si interviene in modo regolato il bracconaggio diventerà l’unica maniera per gli allevatori di tutelarsi.

Qualunque decisione verrà presa il 2 febbraio, sicuramente le discussioni continueranno.