Asti. Valeria Golino al Teatro Alfieri: ritratto semiserio di un’attrice poliglotta.
“Non capisco perché quando parlano di Christoph Waltz (l’attore austriaco che ha interpretato il cattivissimo colonnello nazista di “Bastardi senza gloria” di Tarantino, n.d.r.) tutti lo definiscono “attore poliglotta” e di me non lo dicono mai. Eppure parlo italiano, greco, inglese, francese e spagnolo. In realtà fingo di parlare lo spagnolo, ma so fingere molto bene”.
Con tono leggero e ironico Valeria Golino, attrice e regista, si è raccontata ieri sera, sabato 4 marzo, sul palco del Teatro Alfieri, rispondendo alle domande dei critici Paolo Perrone e Anna Pasetti. Ospite del Circolo Vertigo per l’inaugurazione della rassegna a lei dedicata “La seduzione dello sguardo”, l’attrice ha cercato di delineare il modo in cui ha interpretato la sua professione durante la sua lunga carriera.
“Ho avuto tanti regali da tanti registi che mi hanno scelta per raccontare personaggi che avessero “un altrove”. Storie marginali che avevano qualcosa da trasmettere”.
Guardando il video preparato dal Circolo Vertigo sui film di cui è stata protagonista, ha commentato divertita:
Ho realizzato ora che ho cambiato tantissime volte pettinatura. Lo sguardo è più o meno sempre lo stesso, ma i capelli sempre diversi. Quindi un personaggio comincia da lì, dai capelli!”.
Ha lavorato con i più grandi registi ed attori del cinema mondiale. Ha rischiato di essere lei la “Pretty Woman” accanto a Richard Gere, arrivando fino all’ultimo provino nel “duello” con Julia Roberts. Il resto è storia. Ha recitato nel film da Oscar “Rain Man”:
Da Dustin Hoffmann e, a suo modo anche da Tom Cruise, ho imparato la disciplina, l’impegno di questo lavoro che io facevo ancora improvvisando, non avendo forse gli strumenti del mestiere. Ho imparato nel tempo a padroneggiare la forza delle parole. Da Margarethe Von Trotta ho imparato a prendermi la responsabilità delle parole che dico”.
Tra le tante proposte lavorative che ha ricevuto anche quella del gruppo rock irlandese degli U2 che la volevano per un loro videoclip.
Ho rifiutato. Pensate che scema che sono stata…”.
La serata di ieri si è chiusa con la proiezione del film “Miele”, esordio alla regia della Golino.
La regia è stata un’urgenza. Covava in me già da tempo, ma forse, se non avessi avuto il supporto e la spinta delle persone a me vicine, non l’avrei mai portata a termine. Miele nasce dal libro di Mauro Covacich “Vi perdono” (scritto con lo pseudonimo di Angela Del Fabbro) e parla della morte. Ho dovuto produrlo fondando una piccola casa di produzione perché l’avevo proposto a diversi produttori che mi hanno detto categoricamente di no. Probabilmente se un soggetto come questo fosse stato proposto da un uomo sarebbe stato reputato più credibile. E’ un film che ho voluto bello, ma non più bello di come doveva essere. Estetico ma non estetizzante. Dato il tema trattato (l’eutanasia, n.d.r.), non sarebbe stato accettabile punire lo spettatore con un film brutto. E devo ringraziare Jasmine Trinca che è stata un soldato e anche una sirena. Emana bellezza ad ogni inquadratura”.
A conclusione dell’intervista l’assessore Massimo Cotto ha consegnato a Valeria Golino il Sigillo della Città di Asti.
Il ciclo di film della rassegna “La seduzione dello sguardo”, che sarà proiettato in Sala Pastrone, ha in programma i film:
martedì 7 marzo ore 21 : Le acrobate di Silvio Soldini;
martedì 14 marzo ore 21: Respiro di Emanuele Crialese;
martedì 21 marzo ore 21: La guerra di Mario di Antonio Capuano;
martedì 28 marzo ore 21: Per amor vostro di Giuseppe M. Gaudino.
Carmela Pagnotta