Carmagnola, l’acqua dei pozzi è ancora inquinata: il sindaco rinnova l’ordinanza
Con ordinanza sindacale n. 09/2017 in data 17.03.20117 sono state confermate le misure cautelative adottate nell’ordinanza del 21.03.2016 n. 05 per l’utilizzo delle acque sotterranee prelevate da pozzo. “Gli esiti dei prelievi eseguiti dal Comune – si legge in una nota di Palazzo Civico – nel mese di marzo 2017 hanno rilevato la permanenza dell’inquinamento per la presenza di tetracloroetilene, sebbene con una distribuzione non uniforme e con valori in riduzione. Sono pertanto rinnovate le misure cautelative per mesi 12 in attesa di verificare l’andamento del fenomeno sulla base delle attività di bonifica e dei monitoraggi e di delimitare quindi con maggiore cognizione l’area interessata. L’inquinamento non riguarda il pozzo di approvvigionamento presente in zona che fornisce acqua potabile, sottoposto ai controlli periodici sulla rete di distribuzione a cura dell’ASLTO5. L’ordinanza è rivolta a tutta la popolazione, ma certamente interessa con priorità l’area evidenziata in colore giallo nella planimetria. Pertanto, mentre per il resto del territorio, e fin quando non saranno appurate le reali dimensioni del fenomeno, si raccomanda di osservare le disposizioni impartite per prudenza ancor prima che per necessità, nel caso dei pozzi ricadenti nell’area evidenziata in giallo è indispensabile attenersi ad esse con massimo scrupolo. L’Ufficio Ambiente, presso cui è possibile ritirare copia dell’ordinanza completa, scaricabile anche dalla sezione Avvisi del sito internet del Comune, rimane a disposizione per fornire eventuali ulteriori chiarimenti – tel 011 9724258/384.
Si ricordano le misure cautelative indicate nell’ordinanza:
Ai cittadini
E’ fatto divieto di utilizzare l’acqua prelevata dai pozzi per fini idropotabili (per bere o preparare bevande, per la cura del corpo a causa delle possibilità di ingestione e/o inalazione, per la preparazione o la cottura di alimenti), a meno che il proprietario o l’utilizzatore del pozzo di attingimento non provveda ad effettuare, a propria cura e spese, analisi idonee a verificare la potabilità dell’acqua.
L’assenza o la presenza di livelli di tetracloroetilene al di sotto della soglia prevista dalle norme sulla potabilità delle acque, non è sufficiente ad assicurare la potabilità dell’acqua del pozzo che potrebbe contenere altri contaminanti (es. batteri od altre sostanze chimiche).
Per le concentrazioni inferiori a 40 microgrammi/litro, valore previsto dal D.M. 185/2003 e dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulle acque, alla luce delle attuali conoscenze, l’ASL TO 5 Dipartimento di Prevenzione, ha ritenuto che non vi siano rischi per la salute umana per un utilizzo irriguo negli orti privati domestici.
La verifica della presenza della concentrazione di tetracloroetilene nelle acque sotterranee è a cura e spese del titolare del pozzo.
Tutti i cittadini hanno accesso all’acqua potabile, che risulta sicura e priva di contaminazioni da tetracloroetilene.
Alle aziende di produzione di ortaggi e zootecniche
Si ordina di utilizzare, sulla base di quanto indicato dall’ASL TO 5 Dipartimento di Prevenzione con la nota sopra richiamata, esclusivamente per uso irriguo, acqua con valori della “sommatoria di composti organo alogenati” < 40 microgrammi/litro, valore previsto dal D.M. 185/2003, già adottato in casi simili sul territorio della Regione Piemonte.
Nell’uso irriguo, essendo il tetracloroetilene una sostanza volatile soggetta ad evaporazione, si richiamano le misure preventive previste nell’ambito della normativa sulla sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro, in caso di utilizzo di acqua contaminata per irrigazione in serre o di sistemi (ad esempio nebulizzazione) che possano causare una eccessiva esposizione per via inalatoria da parte di addetti. Per quanto riguarda l’abbeverata degli animali, è ordinato l’utilizzo di “acqua pulita”, intendosi in tal senso acqua nella quale la presenza di tetracloroetilene non superi i 40 microgrammi/litro. Tale valore infatti è individuato dalle linee guida sulle acque da bere dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 2011, quale livello di sicurezza in grado di assicurare l’assenza di tossicità sia a breve che a lungo termine per il consumo umano. Rimane a cura e spese del titolare o dell’utilizzatore del pozzo la verifica della presenza e della concentrazione di tetracloroetilene nelle acque dei pozzi di attingimento, ai fini dell’impiego dell’acqua.”
IL SINDACO
IVANA GAVEGLIO