CRONACA – Torino: in un garage la centrale di rifornimento dei pusher torinesi, 8 arresti e un milione sequestrato

I carabinieri della Sezione antidroga del Nucleo Investigativo hanno notificato un’ordinanza di misura cautelare in carcere – emessa dal GIP del Tribunale di Torino – nei confronti di 5 indagati[1] ritenuti responsabili, a vario titolo, di detenzione e vendita di sostanze stupefacenti. L’attività ha  già permesso,  nel giugno scorso,  di sequestrare 28kg di stupefacente di droga e 1 milione di euro in contanti.

Prima fase La prima parte dell’operazione antidroga ‘One million’, si era conclusa con l’arresto di tre persone. Il blitz era  scattato in un garage del capoluogo piemontese (#VIDEOBLITZCARABINIERI). All’interno i militari avevano trovato cocaina, eroina, marijuana e hashish, una macchina conta-banconote, due autovetture, 30 telefoni cellulari, una pressa idraulica e otto bilancini di precisione. Dalla conta degli involucri vuoti i militari avevano accertato che nel locale erano transitati da poco almeno 270 chili di cocaina, per un valore di oltre 27 milioni di euro. Il denaro era pronto per essere investito in un’altra partita di droga.

Genesi indagine/Seconda fase

Il provvedimento scaturisce da un’attività info-investigativa, durata da ottobre 2015 a giugno 2016, che ha consentito di dimostrare come il gruppo criminale:

  • gestisse una rete dedita all’importazione di sostanze stupefacenti, sfruttando le rotte del narcotraffico internazionale (porto di Rotterdam e rotta balcanica su tutte);
  • rifornisse il capoluogo torinese sino ai livelli di vendita al dettaglio più bassi, con un volume di stupefacente del solo tipo cocaina stimato durante le indagini in 70kg di sostanza purissima.

Nel corso delle attività, sono stati sequestrati:

  • Kg 10.626 di cocaina;
  • Kg 1.784 di eroina;
  • Kg 13.631 di hashish;
  • Kg 0.919 di marijuana;
  • Kg 20.894 di sostanza da taglio;
  • Euro 977.980,00 in contanti.

 

Gli “operai della droga” Partendo da diversi arresti effettuati nelle zone della movida torinese, i carabinieri hanno individuato una fitta rete di senegalesi distribuiti su tutta la città che rifornivano tutti i pusher da strada da Barriera Milano fino a Moncalieri, passando da San Salvario e Mirafiori. Potrebbero essere oltre cento gli operai della droga distribuiti sul territorio che sganciava palline a raffica sul territorio torinese.

 

Una betoniere per impastare la cocaina La banda utilizzava, molto probabilmente, una piccola betoniera per impastare la cocaina che poi veniva nascosta nei sacchi del cemento per il trasporto al garage dove veniva raffinata, lavorata e confezionata.

 

Un’App sul cellulare per evitare le intercettazioni.

Nel corso di tutte le operazioni, gli indagati hanno dimostrato particolare accortezza perché hanno sostituito continuamente i loro cellulari e le schede sim, intestate a prestanome,  e soprattutto hanno utilizzato per le loro le comunicazioni un software di criptazione, al fine di eludere eventuali intercettazioni nei loro confronti.

DESTINATARI ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE

Arben BEJKO SEVRANI, 34 anni, abitante a Torino[2];

Antonino SPATOLA, 33 anni, abitante a Torino;

Giuseppe VACANTE, 46 anni, abitante a Torino;

Fabio CHIABERTO, 34 anni, abitante a Villar Focchiardo (TO);

IAN NDIAYE, alias MAGUEYE alias BRESCIA, gabonese di 27 anni, abitante a Torino.