PIEMONTE ARTE: SICCHIERO, DE COLL, SEGANTINI, SOFFIANTINO, MOMBERCELLI, MELBOURNE, CHIRIBIRI, OMEGNA, DRUENTO, MONCALIERI…
CASALE MONFERRATO: IL CHIERESE SICCHIERO ALLA BIENNALE GRAFICA EX LIBRIS
L’artista chierese Maurizio Sicchiero partecipa con alcune sue opere alla Biennale Internazionale “Grafica Ex Libris” – omaggio ad Emilio Mantelli, che si svolge al Castello dei Paleologhi di Casale Monferrato fino al 17 aprile. Sono presenti artisti di tutto il mondo. Orario mostra: feriali 16,30-19, festivi 10,30-12,30 e 16-19.
CHIERI, PRESENTAZIONE LIBRO DI PIER TANCREDI DE COLL
Alle 18 di oggi, mercoledì 5 aprile, presentazione in anteprima del volume dell’artista chierese Pier Tancredi De Coll “Pura Pittura”, presso la libreria Bookstore Mondadori di Via Vittorio Emanuele 42. Intervengono Federico Audisio Di Somma e Paolo Gribaudo.
AOSTA, MOSTRA “GIOVANNI SEGANTINI E I PITTORI DELLA MONTAGNA
Inaugurazione: Venerdì 7 aprile 2017, ore 18
Aosta, Museo Archeologico Regionale
P.zza Roncas 12
Venerdì 7 aprile 2017, alle ore 18, sarà inaugurata, presso il Museo Archeologico Regionale di Aosta, la mostra Giovanni Segantini e i pittori della montagna.
L’esposizione, a cura di Filippo Timo e Daniela Magnetti, propone un selezionato percorso che ha come fulcro l’esperienza pittorica di Giovanni Segantini, tra i massimi esponenti del divisionismo italiano, che ha eletto la montagna a proprio soggetto principe, interpretandola in modo personale e innovativo, sia in termini di stile sia di poetica.
La selezione di opere proposte in mostra individua e suggerisce uno dei molti possibili percorsi attraverso la pittura di montagna a cavallo tra il XIX e il XX secolo, limitando la propria attenzione ai soli artisti italiani e concentrandosi geograficamente sui lavori dell’arco alpino.
Accanto alle opere di Giovanni Segantini, scelte attingendo ad uno specifico momento dell’esperienza artistica del pittore, ovvero agli anni giovanili trascorsi in Brianza, compaiono più di cinquanta artisti, a partire da Vittore Grubicy, Emilio Longoni, Baldassarre Longoni, Carlo Fornara, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Lorenzo Delleani, Cesare Maggi, Leonardo Roda, Italo Mus, sino a Fortunato Depero. Accanto alle opere di questi maestri trovano posto i dipinti di almeno tre generazioni di altri artisti che, pur non avendo incontrato tutti la grande notorietà, hanno saputo instaurare un dialogo con i capofila, divenendo anch’essi partecipi di una pagina importante della storia dell’arte italiana.
All’interno del grande orizzonte tematico della pittura di montagna, le opere sono state organizzate in sette sezioni, oltre a quella dedicata a Segantini che vede esposto lo splendido olio su tela La raccolta dei bozzoli (1882-1883), così scandite: le vedute estive, le scene di vita campestre e contadina, i paesaggi antropizzati, i ricordi alpini, i laghi, i tramonti e i notturni, le vedute dei grandi paesaggi innevati. A queste si aggiunge una sezione dedicata a Italo Mus, il pittore valdostano più noto e ammirato del XX secolo, di cui ricorre nel 2017 il cinquantesimo anniversario della scomparsa.
La mostra Giovanni Segantini e i pittori di montagna è corredata da un catalogo riccamente illustrato, con testi di Annie-Paule Quinsac, Filippo Timo, Daria Jorioz, Daniela Magnetti, Marco Albino Ferrari, Maurizio Scudiero, Luca Minella, Beatrice Buscaroli. Il volume, edito da Skira, è acquistabile in mostra al prezzo di 36 euro.
L’esposizione resterà aperta sino a domenica 24 settembre 2017, dalle 9 alle 19, tutti i giorni. Giovanni Segantini e i pittori della montagna
Aosta, Museo Archeologico Regionale
Piazza Roncas, 12
Orario: 9-19, tutti i giorni
GUARENE, PERSONALE DI GIACOMNO SOFFIANTINO
Il Centro Culturale “Il Cammello” inaugura la nuova stagione con una personale di Giacomo
Soffiantino, uno degli artisti che più danno prestigio alla collezione della pinacoteca.
Con particolare riconoscenza accogliamo e proponiamo le opere che la figlia Titti ci affida,
ricordando la generosità dell’artista e la disponibilità sempre dimostrata nei confronti
delle iniziative che la Pinacoteca Comunale del Roero ha proposto.
L’opera “La vigna e il castello di Guarene”, realizzata nel 2011 appositamente per il nostro
paese nell’ambito del progetto delle “Porcellane d’artista”, è riprodotta sulla porcellana affissa
sulla facciata di Casa Casavecchia.
AL MUSARMO DI MOMBERCELLI IL «GOLGOTA»
Al MUSARMO-Museo Civico d’Arte Moderna e Contemporanea di Mombercelli, s’inaugura sabato 1° aprile, alle 17,30, la terza edizione della rassegna «Di dolore il volto. Golgota», organizzata da Anna Virando e accompagnata da un testo di Rossana Sproviero.
Un racconto per immagini che unisce «Il dolore della madre» di Paolo Spinoglio alla «Crocifissione» di Teonesto Deabate, da «Nel sepolcro» di Elena Monaco al «Calvario» di Gian Carlo Ferraris e «Crocifissione» di Francesco Preverino.
La successione delle «tavole» propone il dolore, la passione, la morte di Cristo e la sua resurrezione nei lavori di Renato Guttuso, Giacomo Soffiantino, Merello Rubaldo, Massimo Berruti, Rosanna Campra, Albino Caramazza, Rino Gonella, Olga Maggiora, Angela Guiffrey, Carlo Maccione, Renato Milano, Piero Oldano, Gabriella Rosso e Claudio Zunino.
L’esposizione offre, inoltre, interessanti documenti come i «Crocifissi del mondo» della collezione P. Orazio Anselmi, la Via Crucis 1800 proveniente dalla Chiesetta della Tenuta «Palas Cerequio» La Morla di Michele Chiarlo e la preziosa «Via Crucis» dell’Associazione «Senso del Segno», presieduta da Anna Guasco, con interventi di Gian Giorgio Massara e Mons. Franco Peradotto.
E queste pagine incise sono il risultato di una puntuale resa espressiva firmata, tra gli altri, dagli artisti Dovilio Brero, Lucia Caprioglio, Luciana Caravella, Luciana Francone, Lia Laterza, Bruno Missieri, Anna Maria Nalli D’Onofrio, Luisa Porporato, Carla Parsani Motti, Sergio Saccomandi, Livio Stroppiana, Roberto Tonelli ed Elisabetta Viarengo Miniotti.
Angelo Mistrangelo
MOMBERCELLI, MUSARMO, in via Brofferio 21 (vicino alla Caserma Carabinieri), orario:domenica 16-18,30, Info:musarmo@gmail.com,
www.musarmo.comune.mombercelli.at.it, sino al 4 giugno.
IL DIPARTIMENTO EDUCAZIONE CASTELLO DI RIVOLI E CITTADELLARTE – FONDAZIONE PISTOLETTO ALL’ARTS LEARNING FESTIVAL DI MELBOURNE
Consiglio Regionale del Piemonte, Palazzo Lascaris, Sala Viglione
Via Alfieri 15, Torino
Lunedì 10 aprile 2017, ore 13
Interventi di
Nino Boeti, Vice Presidente Consiglio Regionale del Piemonte
Antonella Parigi, Assessore Cultura e Turismo Regione Piemonte
Daniela Formento, Presidente Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Michelangelo Pistoletto, Artista
Anna Pironti, Responsabile Capo Dipartimento Educazione Castello di Rivoli
Paolo Naldini, Direttore Cittadellarte Fondazione Pistoletto
Chiara Tinonin, Coordinamento relazioni con l’Australia – Cittadellarte Alumna 2010
Il Dipartimento Educazione Castello di Rivoli e Cittadellarte Fondazione Pistoletto sono stati invitati a partecipare come partner all’Arts Learning Festival che si svolgerà nella metropoli australiana dal 3 al 7 maggio 2017. L’invito avviene a seguito del viaggio studio in Europa dei rappresentanti di ISV Independent Schools Victoria di Melbourne, finalizzato ad analizzare Best Practice e sperimentazioni pedagogiche di rilievo mondiale.
Gli studiosi incaricati da ISV hanno incluso i progetti del Dipartimento Educazione e il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto e Cittadellarte nella Ricerca svolta con Project Zero per la Harvard Graduate School of Education di cui è Senior Director il Prof. Howard Gardner, il celebre teorico delle Intelligenze multiple. Il team australiano ha partecipato inoltre al Cantiere dell’Arte all’Ospedale Sant’Anna di Torino, il progetto a cura del Dipartimento Educazione con e per la Fondazione Medicina a Misura di Donna, nato per favorire, attraverso l’arte, l’umanizzazione degli spazi ospedalieri.
L’Arts Learning Festival di Melbourne organizzato da ISV, alla sua prima edizione, nasce proprio per valorizzare l’importanza dell’arte nell’educazione dell’individuo e il suo impatto nella società: l’arte consente di oltrepassare le barriere, crea connessioni, favorisce la relazione tra le persone e tra le culture, prospera e si arricchisce nella diversità. Coinvolgerà oltre 2.000 scuole dello Stato di Victoria, ma anche rappresentanti delle istituzioni, professionisti della cultura e dell’educazione e tutta la cittadinanza in senso lato. Innumerevoli le attività aperte al pubblico e al territorio, proposte dai partner provenienti da tutti i continenti. Il Dipartimento Educazione Castello di Rivoli e Cittadellarte ne saranno protagonisti proponendo un vasto programma “diffuso”.
L’Immigration Museum accoglierà il progetto Abi-tanti La moltitudine migrante a cura del Dipartimento Educazione: il museo è collocazione ideale per ospitare gli Abi-tanti, una folla silenziosa di piccoli umanoidi, schierati per dare voce alle urgenze del tempo presente come l’incontro con l’altro, lo straniero e l’alterità. Una grande metafora dell’umanità, nel continente che fonda tutta la propria storia sulle migrazioni del passato e del presente. Altro museo partner del Festival sarà la National Gallery of Victoria che ospiterà il Dipartimento Educazione con i workshops sul Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto e Cittadellarte, e Tappeto Volante, all’insegna di temi chiave per il Festival come il potere generativo della cultura e delle arti, per rinnovare e ridare vigore alla vita delle comunità (Michelle Green, Direttore ISV).
Il format Forum Rebirth, creato da Cittadellarte (il primo Forum a Cuba nel 2015, saranno otto nel 2017: da New York a Bangkok, da Pistoia a Milano) avrà un posto di rilievo all’Arts Learning Festival.
Più di cento protagonisti del cambiamento responsabile si riuniranno per tre giorni al fine di condividere un piano di lavoro comune sul territorio della durata di un anno.
Si tratta di un laboratorio fondato sulla pratica diretta, che consente alle comunità di procedere lungo la democrazia verso la demopraxia. Il Forum Rebirth di Melbourne sarà dedicato all’educazione come “chiave di volta” per attivare la comunità attraverso l’impegno diretto e quotidiano e sarà accompagnato dalle oper-azioni collettive Terzo Paradiso aperte ai partecipanti del Forum e a tutta la comunità.
Per la prima volta il Forum Rebirth sperimenterà la collaborazione con Harvard Graduate School of Education – Project Zero sviluppata da Cittadellarte attraverso una serie di workshop a Cambridge, insieme a ISV.
TORINO, FONDAZIONE MERZ: “CHIRIBIRI”
Chiribiri. Fare città tra museo e giardino
Segni e azioni per un giardino alla rovescia
Evento conclusivo del progetto
Sabato 8 aprile 2017 ore 16.00
Fondazione Merz
via Limone 24
Piazzale Chiribiri
A cura di a.titolo e del Dipartimento Educazione Fondazione Merz
Promosso dalla Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanea e Periferie Urbane (DG AAP) del MIBACT, realizzato in collaborazione con Ludovica Carbotta.
L’iniziativa risponde all’invito rivolto dalla DG AAP al Comitato delle Fondazioni Italiane di Arte Contemporanea a realizzare progetti legati ai temi della riqualificazione culturale, delle periferie, della partecipazione e relazione tra giovani e arte contemporanea.
Un gruppo di giovani studenti come esploratori, un’artista come guida, un giardino di periferia come paesaggio e una fondazione d’arte contemporanea come laboratorio. Per un giorno nel giardino di piazzale Chiribiri potranno affiorare le tracce, a volte evidenti altre da scoprire, di un’altra realtà, Iribirich, con proprie regole, piaceri e abitudini. È stato possibile trovarle dedicando tempo e sforzandosi di guardare uno spazio urbano dove apparentemente non c’è nulla da vedere con gli occhi dell’estraneo. In questo progetto, per scoprire e immaginare un luogo al futuro, alla familiarità si è preferita l’estraneità. In questo modo sono emerse dissimmetrie, misteriosi tubi e idee. Il resto è da scoprire.
Per il progetto Chiribiri. Fare città tra museo e giardino, gli spazi della Fondazione sono diventati spazi di laboratorio, luogo di valorizzazione di un percorso formativo sul fare città, per un ridisegno delle relazioni tra centro d’arte e quartiere, con le rispettive regole, scopi e potenzialità e il workshop ha previsto l’ideazione e la realizzazione collettiva di oggetti, segni e azioni che verranno installati temporaneamente sabato 8 aprile 2017 alle ore 16.00 per presentare al pubblico l’iniziativa.
La Fondazione Merz ha accolto con interesse la proposta dalla DG AAP al Comitato delle Fondazioni Italiane di Arte Contemporanea come occasione per intensificare il dialogo con il quartiere e i suoi abitanti e dare l’avvio a un percorso orientato alla valorizzazione del giardino pubblico di piazzale Chiribiri, ad essa adiacente. Simile a molti altri giardini delle periferie urbane, il giardino che prende il nome da una fabbrica che all’inizio del Novecento produceva velivoli e poi automobili, è uno spazio caratterizzato da scarsa cura negli arredi e nel verde, sebbene sia uno dei pochi luoghi pubblici della zona capace di ospitare un’intensa socialità a carattere interculturale e intergenerazionale.
A fronte di questa premessa, la Fondazione Merz, in collaborazione con a.titolo, gruppo di curatrici con una lunga esperienza in progetti d’arte per lo spazio pubblico, ha avviato un’azione di ricerca con l’artista Ludovica Carbotta.
Il progetto ha coinvolto un gruppo di studenti del Liceo artistico “Renato Cottini”, in un percorso che ha affiancato la componente formativa con l’esperienza creativa, nell’ottica del learning by doing. La prima fase, propedeutica, ha alternato lezioni teoriche a una serie di esercizi per sperimentare nuovi modi di osservare, raccontare e immaginare lo spazio urbano. Dopo avere incontrato nella sede di Piccolo Cinema, associazione attiva nel quartiere di Barriera di Milano, Gianluca e Massimiliano De Serio, registi che hanno sperimentato modalità diverse di racconto e documentazione dei luoghi e dei loro abitanti, è iniziata una settimana di workshop con Ludovica Carbotta, da anni impegnata in un’indagine sul tema della città, tra realtà, utopia e immaginario.
OMEGNA: ARTISTI IN VETRINA
Mostra di primavera alla galleria “Spriano”
Continua per l’intera stagione primaverile 2017 alla galleria “Spriano” di Omegna (Via Cattaneo 16), una mostra di opere scelte dei maestri in permanenza alla galleria. La rassegna intende presentare in particolare i lavori di Luciano Fiannacca, Anna Valla, Ennio Finzi e Angelo Molinari. Si tratta di quattro artisti astratto-informali che hanno caratterizzato e caratterizzano validamente la produzione artistica contemporanea.
Luciano Fiannacca, nato a Genova nel 1951, dal 1975 insegna discipline pittoriche presso il Liceo Artistico “Nicolò Barabino” di Genova. Nel 1978 gli è stata assegnata dal Comune di Genova la borsa di studio Duchessa di Galliera. Le sue opere rigorosamente caratterizzate sul piano compositivo dalla prevalenza di campiture verticali, attraversate da forme diverse, tendenzialmente oblique, che penetrano trasversalmente nelle superfici opacizzate, allo scopo di introdurre e trattenere lo sguardo dell’osservatore sull’intrinseca, meditata profondità dei valori cromatici, costituiscono un felice percorso pittorico, per omogeneità e coerenza, così come rilevato dal critico Silvio Ferrari.
Anna Valla è nata a Saluzzo nel 1951 e sviluppa da sempre lavori in cui concettualismo e scrittura significante si combinano. E’ indubbio che il fondamento poetico dell’artista, come ha scritto Giorgio Bonomi, si lega a quel filone della ricerca attuale che è stato definito “analitico” e, in particolare, a quel settore di esso che ha sentito l’esigenza di introdurre nella pittura il linguaggio segnico, alfabetico. Un alfabeto non convenzionale, come invece per certi artisti concettuali o i poeti visivi, ma creato dall’artista stesso, con pochi elementi, che però mai esauriscono le loro possibilità combinatorie.
Ennio Finzi, nato a Venezia nel 1931, dal 1950 entra nei movimenti veneziani d’arte d’avanguardia, dando inizio a un ciclo di opere sul tema delle “scale cromatiche”, sul principio della spazialità strutturata. Negli anni Ottanta la sua ricerca si avvale di nuove tensioni espressive, in cui il colore si riappropria di connotati altamente denotativi, quindi negati successivamente per una ricerca sul nero assoluto, cioè sull’assenza del vuoto. Il colore come la sua assenza è certamente denominatore comune della produzione di Finzi, maestro celebrato dell’arte del XX° secolo.
Angelo Molinari, nato ad Ameno (prov. di Novara) nel 1956, si è diplomato in maturità artistica all’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 1977, dopo aver conseguito nella città lagunare il titolo di maestro d’arte nel 1975, e dopo aver frequentato la Scuola Libera di Nudo negli stessi anni in cui a Venezia era attivo con mostre e corsi accademici Vedova. Nella città di Montefeltre (Urbino) ha studiato all’Accademia di Belle Arti, diplomandosi nel 1984, ed è entrato in contatto con Hsiao Chin, da cui ha maturato la pennellata calligrafica e trasparente, inserendola nelle logiche forme spaziali della pittura occidentale.
Silvio Spriano, titolare di questa storica galleria del Piemonte orientale che ospita la mostra, è da decenni considerato un esperto dell’arte astratta, quella informale e ancor di più di quella concreta e geometrica; è evidente la sua pluridecennale frequentazione di artisti anche di fama internazionale, maturata nell’attività espositiva, di cui questa ultima rassegna è ulteriore testimonianza. Obiettivo della galleria è infatti, da sempre, il superamento del tradizionale figurativismo e l’affermazione di un’arte che sia anzitutto espressione della sensibilità e della personalità dell’artista. L’attuale mostra, con gli artisti espositori e le opere presenti, risponde quindi prima di tutto a questo obiettivo.
Enzo De Paoli
DRUENTO: DA GIOVEDÌ 6 APRILE LA MOSTRA SU JAN KARSKI, TESTIMONE DELLA SHOAH E RAPPRESENTANTE DELLO STATO “SEGRETO” POLACCO
La mostra dedicata a Jan Karski, dopo essere stata allestita a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna in occasione del Giorno della Memoria e successivamente a Collegno, sarà nuovamente visitabile sino al 25 aprile nella Sala Casalegno del Municipio di Druento. La mostra rievoca la figura e le vicende di cui fu testimone e protagonista il corriere dello Stato “segreto” polacco e del Governo in esilio della Repubblica Polacca durante la Seconda Guerra Mondiale.
L’allestimento a Druento sarà inaugurato giovedì 6 aprile alle 17,30 alla presenza del Sindaco Sergio Bussone e delle altre autorità cittadine, della Console Generale di Polonia in Milano Adrianna Siennicka, del Console onorario di Polonia in Torino Ulrico Leiss de Leimburg, del Consigliere per la Cultura della Comunità Ebraica di Torino David Sorani e della Vicepresidente della Comunità Polacca di Torino-Ognisko Polskie w Turynie, Barbara Stasiowska
La mostra è itinerante ed stata realizzata dal Museo della Storia della Polonia e dal Ministero degli Affari Esteri della Repubblica di Polonia. L’allestimento a Torino nel mese di gennaio è stato realizzato in collaborazione con la Città Metropolitana, il Consolato Generale di Polonia a Milano, l’Istituto Polacco di Roma, il Consolato onorario di Polonia a Torino, la Comunità Ebraica di Torino e la Comunità Polacca di Torino-Ognisko Polskie w Turynie. La mostra sarà riallestita nei prossimi mesi anche negli altri Comuni del territorio della Città Metropolitana di Torino che ne faranno richiesta.
“SGUARDI SU MONCALIERI”: I LUOGHI “MONCALIERESI” DI MASSIMO D’AZEGLIO
Incontri per conoscere la città e il suo territorio. Secondo appuntamento organizzato dal Centro Studi Piemontesi in collaborazione con la Città di Moncalieri. Giovedì 6 aprile ore 17,30 – Biblioteca Civica “A. Arduino” – Via Cavour, 31 – Moncalieri, Maria Teresa Pichetto: I luoghi “moncalieresi” di Massimo d’Azeglio, un artista in politica
“È nato seducente” disse di Massimo d’Azeglio il suocero Alessandro Manzoni. Di D’Azeglio, l’aristocratico, il dandy, il pittore, lo scrittore, il politico, lo statista (precursore di Cavour), Giorgio Martellini e Maria Teresa Pichetto hanno proposto, in una prima edizione del 1990 (per Camunia), una biografia completa fondata su una documentazione di prima mano, resa accattivante da una scrittura narrativa ritmata da pertinenti e impertinenti citazioni dai ricordi e dalle lettere del protagonista. A distanza di quasi trent’anni, il Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis (editore del monumentale Epistolario azegliano, curato da Georges Virlogeux, giunto al nono volume, dei dodici previsti) ha riproposto la ristampa aggiornata dell’opera: il racconto del percorso (1798-1866) di un uomo di successo, anticonformista e amabilmente autoironico, di affascinante versatilità. Pitor ëd mësté, come amava autodefinirsi, autore di fortunati romanzi come l’Ettore Fieramosca, politico lungimirante e onesto, D’Azeglio si trovò ad essere attore spregiudicato e spettatore disincantato di più di cinquant’anni di vita delle città italiane (Torino, Roma, Milano, Bologna, Firenze, Genova, Napoli) che furono l’epicentro dei grandi cambiamenti politici e sociali dell’Ottocento.
TORINO, MUSEO DELLA MONTAGNA: “L’ANGELO CHE SCESE A PIEDI DAL MONTE ROSA”
di Alberto Paleari, Gignese (VB), MonteRosa, 2016
Museo Nazionale della Montagna – Sala degli Stemmi. Sabato 8 aprile, ore 18,00.
L’autore dialoga con Roberto Mantovani
Ultimo appuntamento per questa stagione di Leggere le Montagne, un’iniziativa della Biblioteca Nazionale CAI e del Museo Nazionale della Montagna con la collaborazione della Città di Torino e del Club Alpino Italiano, tutto dedicato alla vita di Antonio d’Enrico, detto Tanzio da Varallo, pittore di Alagna Valsesia vissuto tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento.
Nel suo romanzo L’angelo che scese a piedi dal Monte Rosa Alberto Paleari racconta, con toni talvolta picareschi, l’ambiente artistico e la vita quotidiana, l’amore e le passioni di un uomo e un artista vissuto nel ducato di Milano, sotto il dominio spagnolo, che iniziò la sua formazione nella bottega di famiglia, per poi proseguirla a Roma e Napoli e infine tornò a Varallo per affrescare le cappelle del Sacro Monte e varie chiese in Valsesia, Ossola e Novarese.
Vita dura e onesta di un walser del Monte Rosa, che affonda sulle sue montagne le radici artistiche tra nord germanico e manierismo lombardo. Il libro percorre la vita del protagonista fin dalla nascita, alternando capitoli in prima persona, in forma di ricordi del padre e dei fratelli di Antonio/Tanzio (il nome sarebbe un adattamento da D’Heinz, ossia D’Enrico in lingua walser) e dell’artista stesso, a capitoli più narrativi, in cui l’uso della terza persona permette di abbracciare segmenti temporali più ampi, accompagnando il lettore nello scorrere della vita e nella formazione artistica e umana di Tanzio, spirito indomito e ribelle sempre alla ricerca del miglioramento e della perfezione, seguendo le orme – in senso metaforico ma anche letterale, geografico – di quel Michelangelo Merisi da Caravaggio, vera stella polare dell’artista valsesiano.
Il romanzo è anche un’occasione per raccontare l’esistenza della comunità walser del Monte Rosa, lo sconvolgimento portato sulle Alpi dalla Riforma protestante e dalla Controriforma cattolica, il dramma delle due più grandi epidemie di peste nella storia dell’umanità, quella del 1575 detta di San Carlo e quella del 1630 descritta dal Manzoni nei Promessi Sposi.
Alberto Paleari, guida alpina nel Gruppo dell’Ossola dal 1977 e scrittore, già autore di guide, di alcuni romanzi sull’alpinismo e della sua autobiografia, si è cimentato questa volta in un’opera a cavallo tra la biografia d’artista e il romanzo storico dal quale emerge un affresco su un’epoca particolarmente travagliata e densa di eventi e sul mondo artistico italiano del ‘600 al confine tra manierismo e barocco.
TORINO, MUSEO NAZIONALE DELLA MONTAGNA, Piazzale Monte dei Cappuccini 7, 10131 Torino
Tel. 0116.604.104 / stampa.pr@museomontagna.org / www.museomontagna.org
TORINO, MARIA AUSILIATRICE: UN CONVEGNO SULLE CONFRATERNITE
Sabato 8 aprile Vivant – Associazione per la valorizzazione delle tradizioni storico-nobiliari e l’Arciconfraternita della Misericordia organizzano, con il patrocinio della Regione Piemonte e della Città di Torino, presso la Basilica di Maria Ausiliatrice in Via Maria Ausiliatrice, 32 a Torino, il “Convegno per non dimenticare”, dedicato alle numerose Confraternite ancora oggi vitali nel solco della tradizione.
Molte infatti sono le Confraternite che proseguono nella tradizione di carità e di servizio per il prossimo, che nel lontano ‘800 caratterizzavano il ceto dirigente e tante persone nei secoli scorsi.
Torino: una delle città più caritatevoli d’Italia. Una tradizione che già esisteva ben prima dei grandi santi e beati che una moda ama definire “sociali” (don Bosco, Cafasso, Cottolengo, Murialdo, Allamano), quando già molte persone si occupavano dei più deboli. E questo nell’ambito delle varie confraternite, nate tra la fine del 1400 e la fine del 1600.
Ma quante di quelle antiche confraternite oggi sono attive, anche se non sempre il loro lavoro è conosciuto?
Il Convegno vuole essere una rara occasione, rivolta a tutta la popolazione, per conoscere questa realtà, sia dal punto di vista storico che dal punto di vista attuale visto che molte confraternite sono ancora oggi in piena attività.