PASSIONE FUMETTI di Giancarlo Vidotto – Dylan Dog: “Mater Dolorosa” di Roberto Recchioni e Gigi Cavenago al Circolo dei Lettori

Dylan Dog è tornato al Circolo dei Lettori di Torino in occasione della presentazione della riedizione in volume di “Mater Dolorosa” – originariamente apparso sul nr. 361 dell’ottobre 2016 – insieme ai suoi autori, Roberto Recchioni e Gigi Cavenago. Si tratta di un numero eccezionale per la serie dell’Indagatore dell’incubo. E’ l’albo che ha aperto le celebrazioni dei trenta anni del personaggio, ma anche il seguito di “Mater Morbi”, l’esordio di Roberto Recchioni sulla serie, avvenuto nel nr. 280, insieme a Massimo Carnevale, disegnatore apprezzato in tutto il mondo, soprattutto per le sue splendide copertine. Mater Dolorosa è anche l’ultimo numero che vede Angelo Stano nelle vesti di copertinista della serie dopo 320 copertine della serie regolare (dal nr. 42 “La iena”), a cui vanno aggiunte quelle per maxi, giganti, almanacchi, speciali e allegati. Stano lascia le copertine per dedicarsi ad un altro progetto, probabilmente la nuova miniserie a cui sta lavorando Tiziano Sclavi “Le storie di Dylan Dog”. “Mater Dolorosa” è soprattutto la storia con cui esordisce sulla serie di Dylan Dog lo straordinario Gigi Cavenago.

 

“Per me Mater Dolorosa è il libro di Gigi” ha dichiarato Roberto Recchioni durante l’incontro al Circolo dei Lettori. “Sono molto orgoglioso del suo lavoro. Uno dei registri di lettura di questo albo è proprio la celebrazione di Cavenago, ogni scena è pensata per esaltare il suo disegno e il suo stile”. Luigi ‘Gigi’ Cavenago (classe 1982) è uno dei più giovani disegnatori in forza sulla serie di Dylan Dog. “Sono giovane” dice sorridendo “ma ci tengo che il mio segno sia adulto. Quando ho iniziato a lavorare per la Sergio Bonelli Editore – sulla serie Cassidy di Pasquale Ruju di cui ha disegnato i nr. 6 e 11 – ho ricevuto tantissime raccomandazioni su come dovevo impostare i disegni e le tavole. Ho lavorato ingabbiato, pensando alla reazione dei redattori della Bonelli. Il primo che mi ha aperto gli occhi è stato Carlo Ambrosini. Guardando i miei disegni mi ha detto che ‘avevo fatto un bel compitino’. Sul momento ci sono rimasto male ma poi ho capito che aveva ragione. Quando ho visto i disegni di Andrea Borgioli – sempre su Cassidy – ho capito cosa volevo fare. Mi sono lasciato andare, ho rischiato di più e il secondo albo è andato meglio”.

 

Roberto Recchioni, che dal 2013 è anche curatore di Dylan Dog, dichiara che “anche nei miei sceneggiatori cerco il coraggio di rischiare. Non tutte le storie sono dei capolavori, nemmeno quelle di Sclavi, nonostante il talento e la tecnica c’è la componente rischio. Ma non ci vuole il ‘braccino’, bisogna osare, rischiare. Recentemente alcuni sceneggiatori mi hanno portato storie che non mi aspettavo. Anche a Gigi ho chiesto di rischiare, di usare inquadrature azzardate, diverse”. “Quando ho iniziato a disegnare Mater Dolorosa avevo in mente il lavoro di Carnevale su Mater Morbi” ricorda Cavenago “ma poi Roberto mi ha detto di fare ‘come se fossi a casa mia’. Per me Dylan Dog è atmosfera, come quelle che sa creare Roi. Non bisognerebbe avere un disegno troppo descrittivo e nemmeno banale. Anni fa avevo già fatto delle prove per il Dylan Dog Color Fest. Ai tempi guardavo ad un tipo di disegno più astratto, che sentivo più vicino a me, ma non andava bene”.

 

“Non avrei mai pensato di diventare curatore di Dylan Dog” ha dichiarato Recchioni “aspiravo ad esserne uno degli sceneggiatori, quello sì. Ma sono uno che si butta e infatti sono diventato curatore in modo rocambolesco perché Tiziano Sclavi non era contento di dov’era Dylan Dog. Io ho una visione produttiva del lavoro, per me Dylan Dog è un laboratorio aperto, come lo era stato John Doe. Cerco sceneggiatori e disegnatori nuovi e gli do la possibilità di esprimersi. I successori di Tiziano Sclavi si sono trovati nella difficoltà di codificare un personaggio che non era codificabile. E’ un personaggio che sbaglia, che è incoerente, a volte anche vigliacco. Il senso dell’eredità di Dylan Dog è tradire l’eredità di Dylan Dog: rompiamo il giocattolo e poi vediamo se riusciamo a farlo funzionare di nuovo. Il risultato è che funziona. Tiziano Sclavi, in occasione del suo ritorno sul personaggio, mi disse ‘sei il mio curatore, curami!’”.

 

Parlando del suo lavoro di sceneggiate Recchioni ricorda che “ho scritto Mater Dolorosa all’antitesi di come scrivo normalmente oggi – sceneggiature semplici, minimali ma con molto ritmo – perché ho voluto dargli più piani di lettura. E’ stata una scrittura iper-stratificata, faticosa, studiata apposta per Gigi Cavenago, quindi molto attenta al piano tecnico, ma anche alla mitologia del personaggio”. A questo proposito vale la pena recuperare la versione dell’albo realizzata in occasione dell’ultima Lucca Comics con la cover variant di Zerocalcare (disponibile sul sito SBE e alle mostre dove partecipa con il proprio stand): nella postfazione si trova l’interessante articolo ‘Atlante di una storia’ in cui Roberto Recchioni riporta i principali riferimenti alle precedenti storie di Dylan Dog contenuti in Mater Dolorosa.

 

Per Gigi Cavenago, che quando è uscito Dylan Dog nel 1986 non aveva nemmeno 4 anni, l’esordio su Dylan Dog non è certamente stato esente da paure: “non c’era stato alcun rodaggio, a parte le copertine dei Maxi Old Boy. E avevo davanti una grande responsabilità: l’albo del trentennale. Il seguito di Mater Morbi. La mia paura era di steccare sull’assolo. E’ stata una sfida. Ma l’ho saputo con un anno di anticipo e ho vissuto con le antenne dritte, ogni cosa che vedevo la vagliavo e mi chiedevo ‘chissà se potrà essermi utile?’. Ci ho potuto mettere dentro un sacco di cose, soprattutto nell’uso del colore, ma ho anche dovuto rinunciare a tante altre”. Parlando del suo lavoro da copertinista Gigi dichiara che “io non sono uno che ha una fiducia cieca nelle proprie capacità. Voi vedete una selezione del mio lavoro, io disegno tanto e scarto tanto. Una volta ho rifatto una copertina che mi era già stata approvata, solo perché dovevo correggere un dettaglio, perché riguardandola non ne ero soddisfatto. Mi piace sviscerare le cose e quando trovo la direzione, la soluzione giusta, tutto il resto è in discesa. Quando ti stai divertendo troppo è il momento di consegnare la copertina”.

 

DYLAN DOG “Mater Dolorosa”

Albo a colori nr. 361 dell’ottobre 2016

Soggetto e sceneggiatura di Roberto Recchioni

Disegni e colori di Gigi Cavenago (tutto in digitale)

Copertina di Angelo Stano

Cover Variant per Lucca Comics 2016 di Zerocalcare

Riedizione in volume di grande formato per Bao Publishing nell’aprile 2017