ALLEGRO MOLTO a cura di Edoardo Ferrati
TORINO- UN PIANISTA NON CASUALE- E’ suddiviso tra Mozart e Beethoven il concerto conclusivo della stagione 2016-17 dell’ Unione Musicale. Due le Sonate di Mozart a cominciare da quella in do maggiore K. 545 che, nonostante sia un lavoro dedicato ad uso didattico, risulta interamente come la sua profonda maturità riesca a realizzare strutture limpide e semplici. La Fantasia in do minore K. 475, esempio di libertà poetica, riprende e rafforza i colori cupi della Sonata in do minore K. 457 avvolta in misteriosa luce dai contorni sfuocati dell’enigmatica anima del Salisburghese. Essa consta in due tempi: un Allegro inziale e quello conclusivo caratterizzati da espressiva tensione entro cui è incastonato un luminoso Adagio. Esempio senza precedenti in tutta la produzione strumentale mozartiana. Articolata in due tempi la Sonata in do minore op. 90 di Beethoven è un capolavoro d’intimità allo stato puro: il primo movimento si snoda tra appassionati slanci, teneri indugi e pause serrati in un contesto di delicate sfumature che stempera ogni contrasto, mentre il secondo movimento è immerso in un clima di incanto melodico, Infine, la Sonata in do minore op. 111, emblema della cosiddetta “terza maniera” dove tutto è trascendente, visionario. Protagonista della serata sarà il pianista russo Grygory Sokolov (foto) che appartiene al ristretto gruppo dei grandi pianisti odierni. Quasi sconosciuto fino a trent’anni or sono, è esploso come fama solo nell’ultimo ventennio. Un interprete che si impone per l’assenza di gesti e movimenti plateali, lavora molto sul suono in modo assoluto. Mai aspro, sempre ponderato, mai casuale.
TORINO, Auditorium “Agnelli” (Lingotto), v. Nizza, 245
Mercoledì 31 maggio, ore 21.00
Stagione Unione Musicale
GRYGORY SOKOLOV, pianoforte
Musiche di Mozart, Beethoven
TORINO-ORCHESTRA DEL REGIO: DEDICATO A RICHARD STRAUSS– Dopo il recente successo registrato ne “Il flauto magico” il direttore israeliano Asher Fisch (foto) si congeda dal pubblico torinese con un concerto che propone tre poemi sinfonici di Richard Strauss, una prova ardua per qualsiasi orchestra. In apertura “Una vita d’eroe” (Eine Heldenleben”) op. 40 che ha per tema la figura dell’”eroe”, capolavoro di eloquenza sonora ostentata in alcune pagine che esaltano “il grand’uomo incompreso del mondo” senza aggrapparsi al pessimismo estetizzante che si avverte in taluni lavori di fine Ottocento. Qui forza, nettezza di idee, precisione di disegno e, soprattutto uno spettacolare virtuosismo segnano un traguardo nell’evoluzione della tecnica orchestra nata con Berlioz e Wagner. Un lavoro tra i piĂą complessi ed elaborati dove Strauss si congeda dalla sua storia artistica: il suo Novecento sarĂ in prevalenza il teatro. Spavaldo è il poema “I tiri burloni di Till” (Till Eulenspiegels lustige Streich”) op. 28, Till, un eroe della rivoluzione antiautoritaria raccontata in numerose prodezze e furbizie, un eterno briccone piacque a uno Strauss trentenne. Una descrizione dei vari episodi appare superflua perchĂ© la musica in quanto a energia evocativa e psicologia dice giĂ tutto. La forma del Rondò, e qui sta la genialitĂ del compositore bavarese, si regge su un ritornello che ricompare periodicamente tra un episodio e l’altro, con un’attenzione ai contenuti (il briccone che sbuca all’improvviso, sparisce e si ripropone). La musica è un godimento continuo e specificare nel dettaglio ne tradirebbe la suprema arte affabulatoria.
Strauss in una lettera (1894) confessò: “L’idea di rappresentare in un poema sinfonico i momenti che precedono la morte di un uomo la cui vita fosse stato un continuo tendere ai supremi ideali; un tale uomo è per eccellenza l’artista”. Nacque così “Morte e trasfigurazione” (“Tod und Verklarung”) op. 24 dove viene descritta l’ultima notte di un malato che giace assopito nel ricordo di un momento di felicità Il brano è una sintomatica testimonianza della crisi in cui si dibattevano i musicisti attivi dopo Wagner. Qui è presente la frattura tra gesto e metafora: nonostante, c’è attenzione alla struttura del percorso costruito su una impalcatura musicale solida e riferita al classico opposizione-sviluppo-ripresa.
TORINO, Teatro Regio, p. Castello
Mercoledì 31 maggio, ore 20.30
OCHESTRA DEL TEATRO REGIO diretta da ASHER FISCH
Musica di R. Strauss
TORINO- TRIADE MOZARTIANA-James Conlon salirà sul podio dell’Orchestra Sinfonica Nazionale RAI per il secondo appuntamento de “I Concerti di Primavera”, quest’anno dedicati ai giovani talenti violinistici. Solista il céco Jozef Spacek (foto) che interpreterà il Concerto in sol maggiore K. 216, terzo dei cinque concerti per violino, costituisce una sorta di summa delle nuove impressioni assorbite dal genio mozartiano. Lavoro elegante nella sua semplice, ma profonda luminosità che non rompe con lo stile galante: l’Adagio è un largo canto melodico con screziature tragiche. In apertura avremo la Sinfonia in si bemolle maggiore K. 319, opera di ampio respiro, perfetta nel suo equilibrio di idilliaco quadretto di genere avvolto in una luce crepuscolare. La chiusura sarà affidata alla Sinfonia in di maggiore K. 551 (“Jupiter”), ultimo grande capitolo del sinfonismo mozartiano, una sorta di testamento spirituale che si erge in un supremo riverbero di luce. Un Mozart che anche qui sembra non dimenticare gli ideali di semplicità , di leggerezza, di trasparenza che emulano l’intimità della musica cameristica.
TORINO, Auditorium “Toscanini” (RAI), v. Rossini, 15
Giovedì 1° giugno, ore 20.30
ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE RAI diretta da JAMES CONLON, solista JOZEF SPACEK (violino)
Musica di Mozart