PASSIONE FUMETTI di Giancarlo Vidotto: “Nero di mare. Sulla pista dei Forrester” c’è Pasquale Ruju al Circolo dei Lettori
Arrivarono quella stessa notte, verso le tre. Scesero da una grossa Mercedes nera.
Usare una macchina aziendale per un lavoro del genere, si può essere più idioti?
Quattro uomini, tutti robusti e atletici, vestiti di scuro. Sembravano proprio cattivi da telefilm. Stavolta non venivano solo per darmi una lezione. Se mi avessero trovato in casa me la sarei vista brutta.
E invece me ne stavo a distanza, con la mimetica e il thermos di caffè caldo. A osservare e aspettare.
La Mercedes aziendale era ovviamente ben chiusa, con l’allarme inserito. Ma avevano lasciato il tettuccio panoramico aperto per metà. Probabilmente ci fumavano come turchi la dentro. Buon per me. Salii sul cofano e versai una decina di litri di carburante nell’abitacolo. Con la seconda tanica inondai ben bene la carrozzeria e le gomme, poi versai il resto della benzina sull’asfalto tracciando una scia lunga tre o quattro metri. Alla fine presi il mio vecchio Zippo, feci scattare la fiammella e appiccai il fuoco.
La scia di carburante in fiamme illuminò la notte, raggiungendo in un baleno la berlinona tedesca.
A quel punto si scatenò l’inferno.
Ad agire è Franco Zanna, il protagonista di “Nero di mare”, il nuovo romanzo di Pasquale Ruju presentato al Circolo dei Lettori di Torino lo scorso 20 giugno. Per l’occasione Pasquale – che nella vita è anche attore e doppiatore, oltre che uno dei più importanti sceneggiatori italiani di fumetti – ha letto alcuni passi del libro, accompagnato dalle sonorità mediterranee del musicista e compositore Stefano Corradi, sassofono e clarino dal vivo su base elettronica lounge per evocare le atmosfere di un noir ambientato in Sardegna.
“Ho voluto raccontare la Sardegna da sardo, perché quelle sono le mie radici, benché come molti miei corregionali anch’io sia andato a vivere fuori dall’Isola” ha dichiarato Pasquale Ruju, intervistato dalla giornalista Alessandra Contin. “Una Sardegna dove convivono personaggi tipici della Costa Smeralda, superficiali, egocentrici, arrivisti, a volte anche criminali, e altri più caratteristici dell’interno dell’isola, ispirati più o meno direttamente a caratteri, volti, voci o tratti peculiari di persone che mi sono state vicine o che ho conosciuto nei 18 anni vissuti sull’isola prima di trasferirmi a Torino. Agli uni e agli altri ho cercato di dare un viso e una fisicità, a volte ispirandomi a persone diverse, alcune tratte dalla cronaca, altre – è il caso di Remo Girardi – dai rotocalchi televisivi. Il vero nome del mio protagonista è Francesco Livio Zannargiu. Franco Zanna è un suo pseudonimo. E’ un fotografo, uno di quelli che in Sardegna lavorano due/tre mesi all’anno nella stagione estiva, a caccia di vip. Un personaggio controverso e tormentato, il cui tormento a volte lo spinge a fare cose che nessun altro uomo sano di mente oserebbe fare”.
Pasquale Ruju ama il noir, come ha più volte dichiarato, in particolare i romanzi di Jean-Claude Izzo, l’autore francese della trilogia di Montale, pubblicato in Italia dalla stessa edizioni e/o. Un genere che ha esplorato nei fumetti, prima con Demian, ambientato in Costa Azzurra, poi con Cassidy, negli Stati Uniti del sud e infine con Hellnoir, un hard boiled classico in un mondo infernale. I due romanzi pubblicati finora da Pasquale sono stati invece ambientati in Italia. “Io non scrivo di commissari, i protagonisti sono sempre un po’ borderline, soprattutto nei romanzi. Inoltre tutti i miei personaggi vivono nello stesso mondo e possono tornare, anche se non da protagonisti”. Succede anche in “Nero di mare”, dove ritroviamo alcuni personaggi di “Un caso come gli altri” (recensito nel mio articolo del 24 luglio 2016 www.100torri.it/newsite/?p=31369).
“In Nero di mare ci sono molti elementi del noir classico, perfino dell’hard-boiled, che ho adattato alla terra in cui sono nato. Alcuni personaggi parlano un dialetto barbaricino, anche se i paesi di Raulei e Porto Sabore in realtà non esistono. Nel tratteggiare alcune scene mi sono ispirato anche a ricordi della mia adolescenza, come ad esempio quello dei due vecchietti che si esprimono solo a monosillabi. Nel libro viene fuori il carattere forte dei sardi, la loro ostinazione, il rigore che spinge molti di loro, e che è comune a diverse popolazioni che vivono in contesti di montagna lungo le coste del Mediterraneo. Popolazioni a volte anche molto violente, se provocate. D’altro canto il termine “barbagia” fu coniato dai romani per indicare un territorio popolato da genti indomite, che era molto difficile assoggettare. Nel libro si parla anche di malavita organizzata, in particolare di mafia e n’drangheta, che storicamente non hanno mai avuto un predominio militare sulla Sardegna (terra di clan familiari che possono essere altrettanto feroci) ma che sono molto presenti dal punto di vista economico, attraverso investimenti e speculazioni condotte sulle coste e non solo. Un’evoluzione del malaffare che si contrappone a personaggi come lo Zio Gonario, vecchio e saggio bandito in pensione, con un codice etico e morale ricalcato sul Codice Barbaricino. Lo stesso codice d’onore di cui Pasquale Ruju ha detto “ha molti punti in comune con quello di un personaggio come TEX”.
Franco Zanna non è Tex, ma nell’introduzione a questo articolo ho scelto alcuni passi del romanzo che mi hanno riportato alla mente proprio l’agire del Ranger del Texas e che, nemmeno a farlo apposta, nei mesi di giugno e luglio è in edicola con una storia in due albi scritta e sceneggiata da Pasquale Ruju, “La pista dei Forrester” e “Tabla Sagrada”, disegnata da Lucio Filippucci. Un’avventura veramente tosta, piena di personaggi ben caratterizzati e dove agisce l’inconsueta coppia padre e figlio, Tex e Kit Willer. Ritmo serrato dall’inizio alla fine, con un’alternanza di azione, dialoghi mai banali e momenti drammatici, proprio come nel romanzo Nero di mare.
Pasquale Ruju scrive Tex da più di 10 anni, prima sull’Almanacco del West, poi sulla serie regolare (nell’articolo del 12 giugno 2016 ho recensito la sua storia per Giovanni Ticci “Lunga Lancia” www.100torri.it/newsite/?p=29326 ) e poi anche sul Texone. Di lui apprezzo la capacità di inserirsi nella tradizione texiana (in particolare sullo stile di Mauro Boselli) con la voglia e la capacità di osare, di esplorare nuove possibilità, così come quella di approfondire l’emotività dei personaggi e di farci anche dubitare delle prime impressioni che ne abbiamo. Così è in questa avventura, in particolare per la famiglia Forrester, splendidamente caratterizzata. E, soprattutto, mi ha emozionato seguire Tex e suo figlio Kit, vederli agire per una volta da soli, combattere, ma anche parlare. “Sonno, Kit?” dice Tex durante una silenziosa cavalcata notturna e con poche parole e uno sguardo Pasquale e Lucio sono riusciti a creare un momento di estrema dolcezza. Ho apprezzato le sfumature che hanno distinto Kit da suo padre (a dispetto del luogo comune che lo vuole semplicemente come suo alter ego più giovane) e il rapporto di Kit con Lizzy. Se mai un rimpianto: avrei voluto che la storia fosse più lunga, continuasse ancora. Ma, come diceva sempre il mio maestro di musica: alla fine di un concerto bisogna sempre lasciare che al pubblico rimanga la voglia di tornare ad ascoltarti.
Leggendo “Nero di mare” vi affezionerete anche a Franco Zanna, così come a Valentina, zio Gonario, Cosima e Irene. Mi era piaciuto molto “Un caso come gli altri”, un romanzo molto particolare nella struttura così come nei personaggi, ma “Nero di mare” mi ha proprio entusiasmato. Uno di quei romanzi che ti fa venire voglia di leggerne il seguito. Che potrebbe esserci, così ha dichiarato Pasquale durante l’incontro: “mi piacerebbe fosse almeno una trilogia”.
“Nero di Mare” e “Un caso come gli altri” sono editi da edizioni e/o nella Collezione Sabot/age diretta da Colomba Rossi e curata da Massimo Carlotto.
In edicola trovate “Tabla Sagrada” di Tex, mentre potete ordinare il precedente “La pista dei Forrester”, in edicola o fumetteria.